Miseria e solitudine spingono i francesi a lasciare le regioni depresse del Centro Sud di Loris Mannucci

Miseria e solitudine spingono i francesi a lasciare le regioni depresse del Centro Sud Si spopolano lentamente villaggi e campagne Miseria e solitudine spingono i francesi a lasciare le regioni depresse del Centro Sud Nella Lozère, su 517 mila ettari di terreno, 200 mila non sono coltivabili, 120 mila sono occupati da boschi - La popolazione, scesa negli ultimi 60 anni da 123 mila ad 80 mila abitanti, continua a diminuire - I poderi sono coltivati da agricoltori di oltre 60 anni : i giovani si trasferiscono nei centri industriali del Nord • D'inverno le vie di comunicazione sono in gran parte impraticabili; per mesi decine di villaggi restano isolati dal mondo (Nostro servizio particolare) Parigi, 2 luglio. «Va già via?». C'era, in questa domanda, un accento di sincero rammarico e la ostessa ne indicò il motivo aggiungendo: «Fino a stasera non potrò più scambiare una parola». Le due frasi esprimevano il dramma dei caussenards, gli abitanti del Causses, vasta regione quasi selvaggia nella Francia centro-meridionale, fra le città di Mende a nord, di Rodez e Miliau a ovest, Lodève a sud e i monti delle Cevenne a est. Le forre profondissime e pittoresche dei fiumi Tarn, Jonte e Dourbie, separano i Causses, che altrimenti avrebbero carattere di continuità fra loro, e li pongono metà nel dipartimento del Lozère, metà in quello dell'Aveyron. Sono le regioni più povere e spopolate della Francia. Il dramma del caussenards, che spinge, soprattutto i giovani, ad abbandonare a poco a poco le terre su cui sono nati, è la solitudine: una solitudine da far paura, soprattutto d'inverno, nei villaggi quasi deserti su quelle pianu re calcaree a un'altitudine che oscilla fra 1 400 e i 1000 me tri. Coperte di neve per sei mesi all'anno, sono per gli al tri sei bruciate dal sole e spazzate da un vento che a un certo punto non fa crescere neanche un Alo d'erba. L'inverno è tremendo perché interrompe le poche vie di comunicazione e molti villaggi restano isolati per mesi dal resto del Paese, quantunque lo spazzaneve sia In continua attività. Nel febbraio scorso un'automobile rimase bloccata dalla neve sulle cime del monte Algoual e fu inviata una squadra di soccorso, ma spalava meno neve di quanta ne cadesse e dopo alcuni giorni i tentativi di salvataggio furono abbandonati Soltanto un mese dopo fu pos slbile avvicinarsi alla macchina. Dentro c'era un cadavere congelato. L'inverno precedente, gli abl. tanti di uno di quei paesetti videro arrivare un uomo con la barba lunga, sparuto e come inebetito, esausto. Colto da una nevicata quindici giorni - prima a mezzo chilometro dal paesetto, si era rifugiato in una capanna; intirizzito dal freddo, si era addormentato, Quando si svegliò la neve alta aveva bloccato la porta ed egli non potè uscire. Per due settimane si era nutrito con un po' di paglia e aveva lottato contro il freddo e la fa me. Aveva perso ogni speran za, quando una giornata di sole seguita a un acquazzone sciolse in parte la neve e un ultimo sforzo disperato gli permise di aprire l'uscio. Questi due esempi sono sufficienti per capire il terrore dei caussenards quando si avvicina l'inverno; ma anche nelle altre stagioni, e nelle clt tadine della regione, l'isolamento sociale, intellettuale e psicologico è grande. Basta attraversare la Lozère, uno dei due dipartimenti in cui al trovano i Causses, per rendersene conto, e basta considerare alcune cifre. Aveva 128 mila abitanti nel 1900 e oggi ne ha'meno di 80 mila, 1 due terzi del quali vivono deUa terra e del suoi prodotti, malissimo. I 517 mila ettari della Lozère ne comprendono 200 mila di lande o terre incolte, e 120 mila di bosco. Mende, capoluogo e sede del la prefettura, ha appena 8 mi, la abitanti. E' un paesetto calmo, con vie strettissime che fanno capo a una bellissima cattedrale gotica del XIV secolo, costruita per volontà di papa Urbano V, che era di Mende. Si è stupiti nel vederla chiara, tersa, come se fosse stata Inaugurata da poco, ma si capisce la ragione di quella pulizia quando si è fatto un giro nella cittadina che vive rinchiusa su se stessa, isolata nel suo passato: non c'è una sola officina, non ci sono automobili e il fumo e 11 gas non sporcano la pietra, come avviene Invece nel centri Industriali. L'assenza di Industrie, tuttavia, significa anche povertà, e questa non si vede soltanto a Mende, ma In tutta la regione, nonostante lo sforzo fatto da alcuni anni per sviluppare il turismo grazie alle possibilità offerte dalle gole del Tarn e della Jonte, e dalle centinaia di grotte che permettono gite interessanti. Fioraci, sede della sottoprefettura, ha soltanto 1800 abitanti: un borgo. E quando, uscendo dal la strada maestra che segue corso del Tarn o quello della .Jonte, si entra nella terra, cioè nei Causses, lo squallore è desolante. Non ha confronto con quello di nessuna regione sottosviluppata Italiana. Sulle pianure del Causses lo sguardo non incontra ostacoli e si fissa su delle distese bian che, che da lontano sembrano prati. In realtà sono coperte di sassolini chiari in quantità tale che, a una certa distanza, l'errore è Inevitabile. Ogni tanto si scorge un pastore col suo gregge, un podere abban¬ dvcrldsuvincbatq donato, ogni tanto si attraversa un villaggio dove non c'è più anima viva. A La Parade, dove avevo pranzato, l'unica casa abitata è quella dell'oste, perché è al tempo stesso cantoniere. Le altre — una trentina, più o meno rovinate — sono tutte vuote, e i proprietari non le abbandonano perché il eaussenard anche quando è costretto ad abbandonare la sua terra per andare a lavorare in città, ritorna d'estate per trascorrervi e vacanze. All'osteria di La Parade, ohe anche tabaccheria, ai reca no la sera i pastori per comperare un pacchetto di siga rette e bere un bicchier di vino, ma durante la giornata non passa nessuno, e si capiva quindi il rammarico dell'ostessa nel vedermi andar via dopo un-pasto frugale. «Sono nata qui e abituata alla solitudine fin da bambina — disse — ma giovani d'oggi non ci resistono ». Le statistiche confermano che la questione è grave nei Causses. Non si conoscono le cifre relative all'Aveyron, ma quelle sulla Lozère sono eloquenti. Non soltanto molti poderi sono già abbandonati, ma sui 10 mila tuttora in attività più di duemila sono sfruttati da contadini di oltre JB0 anni perché I giovani sono andati via. Nel giro di pochi anni rimarranno inevitabilmente abbandonati. Sono, quasi sempre, poderi piccoli, costituiti da pezzi di terra coltivabile distanti l'uno dall'altro, e con case in rovina che, una volta su tre, non meritano la spesa delle riparazioni. Una società è stata costituita per tentare di salvare l'agricoltura della Lozère, con l'appoggio dello Stato, ed ha chiesto un credito di 5 miliardi di lire per poter acquistare i duemila poderi a mano a mano che i loro proprietari, non potendo più sfruttarli, si decideranno a venderli. Si prevede che sarà necessario comprare altri 8200 poderi valutati quasi 8 miliardi e mezzo di lire, e poi occorrerà spendere 8 miliardi di lire per le spese Indispensabili di sistemazione, aftinché sia possibile trovare dei contadini disposti a fissarsi su quelle terre. Non sarà facile. Come non sarà facile reclutare altri pastori di cui l'economia della regione ha molto bisogno poiché a Roquefort, ai limiti del Causse de Larzac, sono fabbricate ogni anno 12 mila tonnellate di formaggio ed a Miliau, ai limiti del Causse Noir, occorrono molte pelli di ovini per le guanterie che impiegano seimila persone. Le autorità locali sanno che le difficoltà da superare sono notevoli e non si fanno molte illusioni. Fu in un paesetto della Lozère che l'anno scorso quando il generale De Gaulle visitò la regione, il sindaco rispondendo alle parole ottimistiche del Capo dello Stato disse: « Saremmo contenti se il governo facesse anche per noi ciò che fa per l'assistenza finanziarla ai Paesi africani». Loris Mannucci

Persone citate: Causse, De Gaulle, Miseria

Luoghi citati: Francia, Parigi