Cura i bimbi d'un povero villaggio la suora che fu maestra del Pontefice

Cura i bimbi d'un povero villaggio la suora che fu maestra del Pontefice CONTINUA LA SUA MISSIONE IN UN CENTRO DELLA CAMPANIA Cura i bimbi d'un povero villaggio la suora che fu maestra del Pontefice A colloquio con suor Maria Zaira, delle < Ancelle della Carila » di Brescia, che ricorda i primi anni di Giovanni Battista Montini - Ha pregato in un primo tempo perché non lo eleggessero, pensando alle gravi responsabilità cui andava incontro: ma ha pianto di commozione al grande annuncio OAL NOSTRO INVIATO Salerno, lunedì mattina. ACapezzano, frazione del comune di Pellezzano, vive una vecchia suora che in anni lontani fu maestra, elementare del Papa Paolo VI. Essa insegnava allora nell'istituto appartenente alle Ancelle della Carità di Brescia, l'Ordine, fondato da una religiosa di quella città, Paola di Rosa, beatificata nel '40 e canonizzata nel '54 con il nome di « Santa Maria Crocifissa». Queste suore che svolgono il loro meraviglioso apostolato in collegi, ospizi ed ospedali, hanno una singolare caratteristica: ai tre voti abituali, quasi essi non bastassero, he aggiungono un quarto, l'assistenza ai contagiosi, soprattuto se soffrono di malattie mortali. A Capezzano la casa delle Ancelle della Carità di Bre> scia è nascosta nella sella di una verde vallata, alle falde del Preappennino campano. E' una graziosa villa, circondata da un giardino e da un podere. I fiori, la pulizia estrema, la ridentissima natura che la circonda, ne fanno un'oasi in cantevole La donò all'Ordine una fanciulla del posto, Anna Martorano, fattasi suora e attualmente in missione nel Brasile. La superiora che ebbe Gio vanni Battista Montini fra i suoi alunni, quando egli era un ragazzetto, è nata a Crema e si chiama suor Maria Zaira. Venne a Pellezzano nel '45 dopo essere stata brutalmente scacciata dall'Albania insieme ad altre religiose ed ai sacerdoti cattolici che evangelizzavano e civilizzavano quel Paese. Dopo averci fatto visitare la casa — dove vi sono altre cinque suore — spiega qual è il loro lavoro in questo solitario villaggio: hanno un asilo, una scuola e un doposcuola per i bambini divisi in vari corsi. Esse ricevono infatti tutti i piccoli di Capezzano, dai tre anni ai dodici e più. I ragazzi, oltre all'insegnamento, vengono assistiti in molti modi e fra l'altro con una sostanziosa refezione calda < Se possono, le loro famiglie pagano quattrocento lire al mese. Se no — osserva suor Maria — ci si affida alla Provvidenza >. A quella attività aggiungono un laboratorio di taglio, cucito, contabilità e preparazione domestica per le fanciulle. Inol- tre ospitano, con una retta modicissima, un pensionato estivo ed autunnale per le giovanotte che vogliono trascorrerr le vacanze in compagnia delle coetanee, facendo gite, organizzando recite ed altri sa.ii svaghi, nel luogo saluberrimo. Ricordando i tempi brescia*ni suor Maria dice: < L'Istituto per i bambini di quella citta affidato alle Ancelle, era diretto da Caterina Losio. Esso fu -fondato da Giorgio Montini, il padre del nuovo Pontefice, che venne molto coadiuvato in quella opera da sua moglie, la signora Giuditta Con l'avvocato Giorgio anche i suol fratelli e cugini vi mandavano i figlioli, tanto che i Montini erano un piccolo esercito. E tutti rivelavano i retti sentimenti cui venivano educati da una famiglia delle più cattoliche della Lombardia. < Naturalmente erano bambini e spesso, specie nelle vacanze, poiché l'istituto veniva tenuto sempre aperto, si scatenavano correndo e nascondendosi nell'orto e nel frutteto. Ricordo, oltre a Giovanni Battista che continuò a visitarci quando poi entrò nel seminario, i suoi fratelli Ludovico e Francesco, e i suoi cugini Carlo, attuale direttore del seminario vescovile di Brescia e Luigi che, divenuto salesiano, andò missionario in Cina, venendo poi espulso dal redime di Mao-Tse. Ve n'era anche un altro che, essendo figliolo di una sorella della madre di Giovanni Battista, non si chiamava Montini ma Bazzoli, sì, Ercoliano Bazzoli, poi divenuto preside della provincia di Brescia. * Più di una volta, per farli star quieti, ero costretta a sgridarli e a somministrare qualche vigoroso scappellotto. Una sera mi sentivo disperata tanto i ragazzi, fra cui 1 Montini ed i Bazzoli, aveva¬ no fatto chiasso. E la. direttrice, cui mi Tivolsi per chiedere aluto, li guardò invece sorridendo e commentò: "Chi sa che un giorno uno di questi fanciulli non divenga qualcosa di molto importante", ma che uno di essi sarebbe diventato Papa, ecco, questa era una previsione che proprio" non avremmo saputo fare! ». Poi la suora ci narra dell'ansia con cui ha seguito il Conclave e delle preghiere fatte « perché la scelta non cadesse sul capo dell'Archidiocesi di Milano >. — Come mai? «Perché fare il Papa è una terribile responsabilità ed io tremavo per lui. Che croce deve essere! La mia commozione era tale che quando (eravamo tutte innanzi al televisore) sua eminenza Ottaviani disse "Joannem Baptistam" me ne uscii fuori per lo spavento. Ma poi vennero le mie consorelle e mi confermarono quello' che io temevo. Era lui. Rimasi sconvolta e piansi. Fu però un attimo perché dopo mi pentii, ricordandomi che chi decide nel Conclave è lo Spirito Santo ». Quindi la suora fa una lagnanza. Il Comune di Pellezzano è amministrato dai - comunisti. Il sindaco, Amedeo Naddeo, non ha mai avuto rapporti cordiali con le suore. «Pensi, aiutiamo tanti bambini senza mai chiedere, naturalmente, come la pensino politicamente in famiglia. Eppiire il Comune non ci dà una lira di sussidio e non ci offre neanche la legna per cuocere la minestra dei ragazzi. Se andiamo avanti lo dobbiamo solo all'assistenza generosa della amministrazione per gli aiuti internazionali, l'Aai, diretta dal senatore Ludovico Montini, che è stato sempre così generoso con noi». Crescenzo Guarino | ili III Suor Maria Zaira che fu maestra di Pàolo VI (Tel.)