Veronese batte Osmanli nel G. P. Milano Deludono Antelami e Braccio da Montone
Veronese batte Osmanli nel G. P. Milano Deludono Antelami e Braccio da Montone Sulle piste di galoppo di San Siro e Vinovo le prove più importanti della domenica ippica Veronese batte Osmanli nel G. P. Milano Deludono Antelami e Braccio da Montone Il cavallo dell'allevamento Alpe Ravetta primo con tre lunghezze di vantaggio, mentre i maggiori favoriti cedono alla distanza Dai nostro corrispondente Milano, lunedì mattina. Il Gran Premio di Milano si è chiuso con una sorpresa: non tanto per il successo di Veronese, che già aveva mostrato nel Gran Premio d'Italia il suo valore, quanto per la completa «debacle» di Braccio da Montone (vincitore del Derby 1963) e di Antelami (vincitore del Derby 1962), i due cavalli su cui si appuntavano i maggiori favori alla vigilia e nell'imminenza della gara. Per il secondo certamente il terreno, ancora pesante dopo l'uragano di sabato, ha giocato un ruolo decisivo; per il primo il discorso si fa più difficile: Braccio da Montone ha incontrato una giornata infelice, era sovrallenato, ha trovato ostico il terreno? E' troppo presto per dirlo, ma comunque la sconfitta è stata così netta da mettere seriamente in dubbio le possibilità del portacolori della Razza Spineta. Veronese, il vincitore, ha portato al successo i colori di un anziano appassionatissimo proprietario, il signor Mario Perego: la sua casacca gialla e nera aveva già tentato più volte la via dei grandi premi, sia in Italia che all'estero, ma mai era giunta ad un trionfo così importante come quello di ieri. Veronese, fortunato acquisto alle aste di Deauville, pur essendo un cavallo importato, valorizza però l'allevamento italiano, in quanto ambedue i genitori della madre di Veronese — Bozzetto e Spinella — sono cavalli nati in Italia e poi esportati. Antonio Regoli aveva detto dopo il Gran Premio d'Italia, in cui Veronese era secondo dietro a Osmarin, che il suo cavallo necessitava di un paio di allenamenti per essere perfettamente a punto. La gara di ieri ha dimostrato che l'allenatore aveva ragione. Ferdinando Jovine ha montato il portacolori dell' Allevamento Alpe Ravetta con assoluta sicurezza nei mezzi del cavallo, che a metà dirittura si staccava verso il suo trionfo. Il tempo della corsa ha risentito delle condizioni della pista, risultarido piuttosto modesto, 3'17"2/5. Il pubblico delle grandissime occasioni gremiva all'inverosimile l'ippodromo di San Siro nella magnifica giornata di estate. Il Gran Premio di Milano era dotato di 25 milioni di premio e si disputava sulla distanza di 3000 metri: le ultime quote dei « bookmakers », mentre i cavalli entravano in pista era¬ no: Braccio da Montone 3 contro 2; Veronese 5 contro 1; Osmarin-Bragozzo 3 contro 1: Antelami-TavernierDetaille 2 contro 1; Bazille 10 contro 1; Mexico 12 con¬ tro 1; Teocrito 25 contro 1. L'allineamento era laborioso poi bastava cogliere un buon segnale e Detaille assumeva il comando precedendo Braccio da Montone e il gruppo chiuso da Tavernier. Detaille imprimeva un buon ritmo alla gara sempre seguito da Braccio da Montone controllato da vicino da Veronese alla cui sella galoppava Antelami con Osmarin, Mexico e Villequeno in posizione di attesa. Sulla dirittura di fronte Braccio da Montone rompeva gli indugi e si liberava di Detaille mentre Veronese lo seguiva come un'ombra incalzato da Mexico e dal gruppo ben riunito. Sulla curva finale non avvenivano spostamenti di rilievo. I /accio da Montone entrava per primo in dirittura ma la sua andatura perdeva lo smalto iniziale e Veronese, accortosi del calo dell'avversario, lo superava con poche redditizie falcate staccandosi in bello stile inseguito da Osmarin e Bragozzo. All'altezza del parco automobili Veronese allungava ed Osmarin si difendeva brillantemente da una puntata del compagno di scuderia Bragozzo. Conclusione in bellezza di Veronese che al traguardo vantava circa tre lunghezze di vantaggio su Osmarin. Ordine d'arrivo del Gran Premio di Milano (Lire 25.000.000, m. 3000): 1. Veronese (kg. 51, P. Jovine) dell'Allevamento Alpe Ravetta; 2. Osmarin (kg. 51, A. Vincis); 3. Bragozzo (kg. 58%, C. Ferrari); 4. Detaille (kg. 58%, L Milani); 5. Villequeno (kg. 51, A. Di Nardo); n. p. Tavernier (kg. 51, G. Sala); Antelami (kg. 58%, E. Camici); Bazille (kg. 60, O. Fancera); Braccio da Montone (kg. 51, R. Antonuzzi); Mexico (kg. 60, S. 'PaTravani); Teocrito (kg. 51, G. Pisa). Distacchi: due lunghezze e mezzo, 2 lungh, una lungh, corta testa. Tempo: 3'17"2/5. Tot: V. 91; P. 22-21-28; A 153. 1. c. Veronese nettamente al comando negli ultimi metri del Gran Premio di Milano, davanti ai due cavalli della scuderia Mantova, Osmarin e Bragozzo (Telefoto)
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