Si getta dal quarto piano per morire come la moglie caduta nove giorni fa

Si getta dal quarto piano per morire come la moglie caduta nove giorni fa La crisi ha colto un professore mentre rispondeva ai biglietti di condoglianze Si getta dal quarto piano per morire come la moglie caduta nove giorni fa Piombato sul pianerottolo del secondo piano, risale al terzo e scavalca la ringhiera - Due inquilini lo trattengono per dieci minuti sospeso nel vuoto poi riescono ad issarlo - E' in fin di vita Il professor Giuseppe Masso, di 55 anni, laureato in architettura e insegnante all'istituto Amedeo Avogadro, ha tentato ieri sera di uccidersi lanciandosi dal quarto piano nella tromba delle scale in corso Regina Margherita 151, dove abita. E' ora ricoverato in condizioni gravissime al San Giovanni. All'origine del dramma è un'altra penosa tragedia: poco più di una settimana fa, la sera del 8 maggio, la moglie del prof. Masso, Margherita, di 70 anni, era morta cadendo accidentalmente dal balcone nel cortile. La donna verso mezzanotte era uscita a raccogliere delle camicie stese ad asciugare nel pomeriggio. C'era vento e temeva che la biancheria si staccasse dalle mollette. Sporgendosi verso 1 fili del bucato ha perso l'equilibrio ed è precipitata. Il marito era stalo il primo ad accorrere in suo aiuto, assieme ad un vicino. Franco Taragllo di 24 anni. Ma non c'era più nulla da fare. La sventurata era morta appena giunta al pronto soccorso all'ospedale Gradenigo. Il prof. Masso era stalo sconvolto dall'accaduto. Nel giorni ■ seguenti era divenuto cupo e taciturno e più volte aveva parlato di suicidio. Lunedi scorso si son svolti 1 funerali della moglie. Da allora egli non aveva quasi più toccato cibo. L'altra sera la nipote che vive con lui — Margherita di 52 anni — ha chiamato un medico il quale, constatate le condizioni di grave prostraziono dell'insegnante, gli ha prescritto delle cure contro l'esaurimento nervoso. Ieri sera alle 19 il prof. Mas- so era nel suo studio intento a scrivere lettere di ringraziamento -a quanti gli avevano inviato le condoglianze per la morte della moglie. Nella cucina accante era la nipote Intenta a stirare. La crisi è scoppiata improvvisa nella mento dell'uòmo. Alzatosi dalla scrivania, è uscito prima sul balcone, quello stesso da cui era seduta la moglie, poi è corso sulle scale. E' salito al piano superiore e si è lanciato nel vuoto. Dal quarto piano ha battuto di striscio sulla ringhiera del terzo poi e rimbalzato per il contraccolpo sul ballatoio del secondo. Gli inquilini hanno udito i tonfi, e sono accorsi. Fra i primi il signor Franco Taragllo, che già era intervenuto nel disperato tentativo di salvare la moglie dello sventurato professore. Il Masso, benché gravemente ferito, s'è rialzato in piedi ed è risalito al terzo piano. Di nuovo ha scavalcato il parapetto, ma il Taraglio e un altro inquilino — il prof. Roberto Malaroda — sono riusciti ad afferrarlo all'ultime) istante per la giacca trattenendolo. Il Masso si divincolava. La lotta è durata per quasi quindici angosciosi minuti. Poi, con l'aiuto di altri uomini usciti dagli alloggi il prof. Masso è stato tirato su e adagiato sulle scale. Si è telefonato alla Croce Rossa. L'insegnante continuava a dibattersi per lanciarsi ancora nella tromba delle scale, implorando che Io lasciassero morire. Infine si è potuto caricarlo sull'ambulanza. All'ospedale San Giovanni i medici gli hanno riscontrato la sospetta frattura della base cranica, con lesioni ed escoriazioni in tuttd il corpo. Mentre cercava di sfuggire ai soccorritori, il Masso aveva picchiato più volte il capo sullo spigolo dei gradini. E' stato ricoverato con prognosi riservata. II. prof. Giuseppe Masso con la moglie Margherita

Persone citate: Franco Taragllo, Giuseppe Masso, Masso, Roberto Malaroda, Taraglio