La Romania si ribella a Kruscev e non partecipa al convegno di Berlino Est

La Romania si ribella a Kruscev e non partecipa al convegno di Berlino Est La Cina ha aperto un'altra frattura nel blocco sovietico La Romania si ribella a Kruscev e non partecipa al convegno di Berlino Est La conferenza si apre domani: hanno aderito Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria - Il romeno GeorghiuDej rifiuta sdegnosamente l'invito e si schiera con Mao, seguendo l'esempio albanese - Kruscev parlando agli operai di Berlino Est accenna alle difficoltà economiche della Germania orientale: « Se volete vivere meglio dovete lavorare meglio» - Poi elogia il muro: «A Kennedy non è piaciuto. Invece a me piace molto» (Dal nostro inviato speciale) Berlino Est, 29 giugno, c Nuovi venti soffiano attraverso il sipario di ferro », aveva preannunciato l'altro giorno a Berlino Ovest il presidente Kennedy. Quel suo giudizio ha trovato ora una nuova clamorosa conferma: la rottura fra l'Unione Sovietica e 111t i r 1111111 i■ 11t111■ri■11111111»11■r 111111f)c111111111 ] i■ la Romania nel quadro più vasto del conflitto con la Cina, entrato nella fase acuta. La nuova frattura fra Mosca e i suoi alleati viene documentata oggi dal rifiuto di Georghiu Dej, capo del partito comunista romeno, di partecipare all'assise dei leaders comunisti convocata a Berlino Est da Kruscev. Come sempre, le fonti ufficiali comuniste sono riservate, ma oggi sulla Neues Deutschland, organo ufficiale della Sed (il pc tedesco) sono apparse con forte rilievo le immagini dei capi dei € partiti fratelli* che hanno aderito all'invito di Kruscev: Gomullca, atteso per domani-a Berlino, Antoni votny segretario del pc cecoslovacco e l'ungherese Janos Kadar, già arrivati, e infine Todor Zivkov, il leader bulgaro che peraltro si fa aspettare ancora. Nella galleria dei personaggi del convegno mancano Henver Hodja (la cosa non ha sorpreso essendo egli alleato dei cinesi) e, appunto, Georghiu Dej. Sembrava in un primo momento che Georghiu Dej partecipasse al vertice berlinese, ma poi dev'essere intervenuto qualche fatto nuovo. Anche stasera i funzionari comunisti escludevano la sua partecipazione agli incontri. Il « grande rifiuto * di Georghiu Dej è la prima ammissione della nuovo frattura nel mondo comunista. Esso viene a coincidere con la pubblicazione del discorso anticinese di Kruscev al Comitato centrale, avvenuta oggi a Mosca. Non c'è dubbio ormai che il convegno berlinese servirà a definire la posizione dei partiti comunisti europei verso Pechino e i suoi alleati, in vista degli incontri russo-cinesi della settimana prossima che tuttavia non appaiono più certi. Del dissidio russo-romeno si era avuto già sentore. Il primo segno del conflitto era stato il rifiuto di assoggettarsi completamente alle direttive del Comecon, il « mercato comune * comunista. I romeni accettano tuttora le richieste del Comecon che impone loro lo sviluppo dell'industria petrolchimica. Ma rivendicano ad un tempo il diritto di impiantare un'industria pesante nel quadro di una « economia nazionale*. Tre anni or sono a Bucarest si progettò la costruzione di una gigantesca acciaieria nei pre .si Galati, sul Danubio. In un pi mio momento i russi pi lisero il loro appoggio, poi tornarono su quei proponimenti. La costruzione dell'acciaieria cominciò l'anno scorso, ma sino a questo momento — lo si è appreso a Berlino Est, da sicura fonte — i sovietici non hanno iniziato le annunciate forniture. I romeni allora si sono rivolti ai Paesi occidentali. Ci è stato riferito qui che a Bucarest lavorano seicento tecnici di diversi Paesi al servizio del governo: inglesi e francesi in primo luogo, nonché tedeschi occidentali. Il più cospicuo appoggio ai piani per l'industrializzazione' della Romania viene dai francesi e dagli inglesi; ma è anche imminente la firma di un contratto di forniture per acciaierie con una grande' impresa della Ruhr, la <Phonix Rhein Rohr*. I tedeschi hanno assicurato rapide forniture a prezzi che ai romeni paiono convenienti. Per ora la presenza dei cinesi in Romania non dà troppo nell'occhio. Ma è indubbia la convergenza di interessi fra i due lontani Paesi, uniti dal dissidio con Mosca. Si sa che l'accordo di commercio cinoromeno per il 1963 prevede un incremento degli scambi nella misura del 10 per cento, che la Romania ha ristabilito le relazioni diplomatiche con Tirana rotte a suo tempo per solidarietà con Mosca. Nessun altro Paese comunista ha seguito l'esempio della Romania. Infine a Bucarest trovano larga diffusione documenti della polemica cinese contro l'Vrss. Una condanna della Romania nell'assise comunista di Berlino Est non viene esclusa dagli osservatori. I lavori del «vertice* comunista cominceranno ufficialmente lunedi prossimo, dopo i festeggiamenti in onore del settantenne Walter Ulbricht. Si ritiene che Kruscev possa contare sulla solidarietà dei leaders comunisti nella sua polemica anticinese: anche se non mancheranno le difficoltà, rispecchiate dall'estrema prudenza di linguaggio usata dallo stesso Kruscev nei suoi primi discorsi pubblici a Berlino. Più o meno i capi convenuti qui si muovono tutti nell'area ideologica krusceviana. Anche Walter Ulbricht, che simpatizzava con Pechinoi «i sta frettolosamente altinean. do con tutti gli altri. Le continue visite di delegazioni cinesi nella Germania comunista sono andate diradandosi; Ulbricht ha protestato presso l'ambasciata cinese per la diffusione di materiale di propaganda antisovietico: sarebbe addirittura imminente anche qui l'espulsione dei diplomatici di Pechino. Fra lo stalinista Ulbricht e Mao Tse-tung si riscontrano affinità. Sta il fatto però che Ulbricht è il fedele esecutore della politica krusceviana per la Germania. Egli ha bisogno di Kruscev come Kruscev di lui. In questa circostanza Ulbricht avrebbe riaffermato la propria fedeltà al capo sovietico, indicando però delle contropartite: c Siamo ansiosi di apprendere dal compagno Kruscev il suo giudizio sulla situazione tedesca >, disse ieri Ulbricht nel suo discorso di saluto all'ospite e poi aggiun. se: « C'è una unica via di uscita: il riconoscimento della Repubblica Democratica da parte di Bonn >. Kruscev portò subito il discorso sui cosmo- nauti improvvisando pai una frase di solidarietà verso i comunisti tedeschi che, si è osservato, non era contenuta nel testo del discorso. Oggi Kruscev è andato a visitare una fabbrica di utensili nel quartiere Marzahn. Ha portato in regalò agli operai un busto di Lenin e una radio. Nel suo discorso alle maestranze ha detto: «L'aumento della produttività del lavoro è il problema centrale della nostra economia. Se volete viver meglio dovete anche lavorare meglio. Se un pescatore non acchiappa pesci non mangia: a meno che. non vada a comprarli in città. Questa è la sorte di tutti i lavoratori. Se produrremo di meno mangeremo anche in proporzione. La produzione deve superare i consumi. La vittoria alla fine sarà nostra. Nel 1970 raggiungeremo il livello produttivo degli Stati Uniti. Allora diremo: "Signóri capitalisti, fatevi indietro ">. L'accenno alle difficoltà economiche in cui'si dibàtte la Germania comunista appare qui'in tutta la sua evidenza. Nella visita alla fabbrica, Kruscev si è fatto accompagnare da Willy Stoph, vice - presidente del Consiglio di Panlcow, dall'ambasciatore sovietico Abrasimov e dal maresciallo Jakubowsky, comandante supremo delle tnippe sovietiche nella Germania Orientale. Più. tardi è. giunco l'anche Ulbricht. A questo ptinfò; ìtruscev ha cominciato a parlare di Berlino e della recènte visita di Kennedy, tanto per far cosa gradita all'ospite: «Kennedy — èosì si è espresso Kruscev — è venuto a sostenere le brache dei socialdemocratici (Willy Brandt). Non serve a niente: nutrite ed ingrassate pure un vecchio ronzino. Non tirerà più-in alcun caso. «Ho Ietto poi sui giornali che Kennedy non è parso molto soddisfatto del muro di Berlino. Non gli è piaciuto affatto. A me invece piace straordinariamente. Abbiamo chiuso finalmente il buco affinché nessun lupo occidentale entrasse più nella Repubblica Democratica tedesca >. Sono le frasi che piacciono ad Ulbricht: il leader tedesco sorrideva di compiacimento. Massimo Conti Vedere in Ja pagina un ampio servizio del nostro corrispondente Enzo Bettiza: chiuso tra fischi e clamori il congresso mondiale delle donne a Mosca Il primo ministro ungherese Janos Kadar, al centro, giunto a Berlino Est per il vertice comunista assiste alla parata militare in suo onore (Tel. «Assoc. Press»)