Oltre 240 miliardi in spettacoli spesi dagli italiani l'anno scorso

Oltre 240 miliardi in spettacoli spesi dagli italiani l'anno scorso Con un aumento di oltre il 7 per cento rispetto al 1961 Oltre 240 miliardi in spettacoli spesi dagli italiani l'anno scorso In testa il cinema con 132 miliardi, seguito dalla Radio-Tv (56 miliardi) • Più di 15 miliardi per Io sport ed 8 per il teatro (l'unico divertimento che registri una flessione) - Inoltre la Società autori ed editori ha incassato 54 miliardi (l'8,41 per cento in più sul 1961) (Nostro servizio particolare) Roma, 27 giugno. Le spese degli italiani per spettacoli, dalle quali sono detratte le percentuali spettanti alla Siae, sono ammontate nel 1968 a Sto miliardi 313 milioni 469 mila lire, e cioè 16 miliardi 340 milioni 344 mila lire in più dell'anno precedente, pari ad oltre il 7 %. Gli incassi della Società italiana autori editori (Siae) nel 1962 sono aumentati dell'8,41 per cento rispetto al 1961, essendo passati da 54 miliardi 411 milioni di lire a 58 miliardi 989 milioni, <*;'—,• < ' La distribuzione tra le varie forme di spettacoli e divertimenti è stata la seguente: Cinematografo: 132 miliardi 410 milioni 984 mila lire, contro 125 miliardi 650 mi- Zfoni 146 mila lire del 1961, con un aumento del 5,4 %■ Sport: 15 miliardi 521 milioni 914 mila, contro 15 miliardi 299 milioni 684 mila del 1961, con un aumento dell'I fi %. j , Trattenimenti vari: 27 «liliardi 963 milioni 533 mila, cóntro 25 miliardi 918 mi¬ lioni 240 mila lire dell'anno iiiiiiiiiiiiiiiiiiimilllilltliillilllllllu precedente, con un aumento | del 7,9 %. Radio-tv: 56 miliardi 41 milioni 41 mila lire, contro 48 miliardi 116 milioni 203 mila lire del 1961, con un aumento del 15 %. Teatro: S miliardi 315 milioni 931 mila lire contro 8 miliardi 448 milioni 852 mila lire, con una diminuzione dello 0,9 %. L'aumento della spesa per i vari tipi di spettacolo e trattenimento è dovuto al rialzo generale dei prezzi (esclusa la radio e la tv) che ha compensato la minor affluenza del pubblitio'nei locali. Questi dati sono contenuti nella relazione che il direttore generale della Siae, Antonio Ciampi, ìia presentato alla assemblea della società per illustrare l'andamento dell'81° esercizio del sodalizio. Nella stessa relazione, Ciampi sostiene che il 1962 è stato per la Siae < un anno diffìcile » soprattutto per la « delicata congiuntura che attraversa il mondo dello spettacolo, caratterizzata da una minore affluenza del pubblico alle manifestazioni tradizionali, teatrali e cinematografiche, e dalla crescente diffusione, nella sfera privata e familiare, dei mezzi meccanici che riproducono e utilizzano le opere dell'ingegno». Ciampi ha anche ricordato che lo scioglimento del Parlamento non ha permesso il prolungamento del periodo di durata del diritto d'autore. Di conseguenza sono divenute di ■ pubblico dominio le opere degli autori morti entro il 31 dicembre 1906. Ciò — ha aggiunto Ciampi — non ha recato alcun vantaggio alla diffusione delle opere divenute di pubblicò dominio (fra esse figurano quelle di Verdi) e nessun utile al pubblico. I soli beneficiari della caduta in pubblico dominio « sono coloro che, per ragioni esclusivamente di lucro, le utilizzano e le sfruttano: gli interessi della collettività e quelli della cultura e dell'arte sono fuori gioco ». Ciampi, in/ine, ha detto che, in considerazione di tutto questo ìa Siae proseguirà la propria azione perché la disciplina italiana sia uniformata con quella di altri Paesi <nel quadro di un accordo mirante a semplificare e uniformare i regimi, attualmente disparati, in materia di durata del diritto d'autore per adottare un fermine di prolungamento capace di assorbire, al livello massimo, tutte le proroghe eccezionali esistenti». 1. z. ^

Persone citate: Antonio Ciampi, Ciampi, Verdi

Luoghi citati: Roma