Rinviato l'esame delle domande per le importazioni di zucchero

Rinviato l'esame delle domande per le importazioni di zucchero Dopo aver assicurato la saldatura con il nuovo raccolto Rinviato l'esame delle domande per le importazioni di zucchero Le necessità del mercato interno sono già assicurate fino a settembre - Il prezzo del prodotto « futuro v (ia settembre in poi) è in ribasso sui mercati internazionali - I bieticultori chiedono condizioni migliori - In Italia si pagano sullo zucchero imposte da due a cinque volte superiori a quelle degli altri Paesi del Mec (Nostro servizio particolare) Roma, 24 giugno. Le prospettive per il prossimo raccolto di zucchero, nonostante tutte le voci in contrario, debbono essere favorevoli, se i prezzi per consegna a termine (da settembre in poi) sono di gran lunga inferiori sui mercati mondiali a quelli, del < disponibile >. Questo dovrebbe far ritenere che il mercato sconta, al di là della orisi della tsaldaturay attualmente in atto, una situazione mondiale assai più equilibrata fra produzione e consumi. Si deve probabilmente a queste notizie se il comitato interministeriale per lo zucchero che avrebbe dovuto riunirsi giovedì a Roma per decidere in merito alle cento e più domande d'importazione pervenute a tutto il 19 giugno, ha preferito rinviare la riunione a data da destinarsi. Infatti, se il prezzo dello zucchero < futuro > dovesse continuare a scendere sui mercati internazionali, non vi è motivo per affrettarsi a comperare oltre lo stretto necessario. E tutto fa ritenere che le quantità indispensabili a fronteggiare il fabbisogno dei prossimi due mesi siano già ampiamente assicurate al nostro paese. Ciò non significa che la crisi di queste settimane non debba provocare alcun mutamento in tema di politica saccarifera. L'aumento del consumo (dai so chili annui a testa del i960 siamo ormai prossimi ai ss) è destinato a continuare anche nel prossimo avvenire: sia per il diffondersi del consumo diretto nelle regioni meridionali, sia per il rapido sviluppo dell'industria dolciaria, grande utilizzatrice di zucchero. Contro un consumo previsto nel 196/, di circa 12 milioni e mezzo di quintali} si calcola quest'anno una produzione non superiore ai 10 milioni e mezzo di quintali di zucchero. L'area coltivata a bietole sembra infatti aggirarsi sui t3S mila ettari; in base alla resa normale è difficile fare assegnamento su un raccolto di barbabietole tale da consentire una produzione saccarifera più vicina al prevedibile fabbisogno. Occorrerebbero rese eccezionali — per quantità e per tenore zuccherino — per potere sperare in un risultato migliore. Stando così le cose si possono capire le pressioni dei bieticoltori sulle autorità competenti, por farai isto¬ nascere in sede Cip un prezzo più alto di quello fissato attualmente e per ottenere contributi dello Stato per l'acquisto e la gestione cooperativa di macchine (sarebbe questo un mezzo per ridurre i costi della manodopera che tanto incidono in bieticoltura). Naturalmente gli agricoltori hanno ancora altre rivendicazioni da far valere nei riguardi degli industriali saccariferi: chiedono migliori condizioni per quanto riguarda le consegne, i trasporti e — soprattutto — la sollecitudine nei pagamenti. Si impegnerebbero in cambio ad accrescere progressivamente le aree coltivate sino a coprire il fabbisogno interno di zucchero. Senza accettare in pieno tale impostazione ohe rischia di proseguire V isolamento del nostro paese dal resta del Mercato comune, occor- rerebbe riprendere la politica — inaugurata nel 1960 — di un graduale smantellamento dell'esosa imposizione fiscale sullo zucchero. Oltre a favorire la competitività dell'industria dolciaria che già ha dimostrato di sapersi affermare sul piano internazionale, si farebbe qualche passo innanzi verso l'armonizzazione fiscale comunitaria. In Italia si pagano sullo zucchero imposte superiori da due a cinque volte quelle prelevate negli altri cinque paesi del Mec. Non sarebbe male dopo tanti anni tenere conto anche dei consumatori. ar. b. La bieticoltura in Italia dal 1954 al 1962 N N I Area coltlvata Produzione Resa per ettaro (mlgl. dl ha.) (mllloni di q.) (In quintali) 1954 224 66,0 284,0 1856 258 82,1 457,4 1856 226 70,3 831,1 1857 210 613 288,6 1858 247 763 810,6 1858 287 114,6 388,8 1960 247 78,2 316,3 1861 227 70,7 311,5 1862 222 703 818,6

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