Alle parole: «Siamo alla vigilia d'una guerra» le italiane si alzano di scatto e lasciano l'aula

Alle parole: «Siamo alla vigilia d'una guerra» le italiane si alzano di scatto e lasciano l'aula Atmosfera di battaglia, a Mosca, al congresso delle donne Alle parole: «Siamo alla vigilia d'una guerra» le italiane si alzano di scatto e lasciano l'aula Parlava una giapponese che esponeva la linea ideologica di Pechino - La rappresentanza italiana (guidata dalla figlia di Di Vittorio e composta di cinquanta fra comuniste, socialiste e «indipendenti di sinistra») sostiene la linea di Kruscev contro gli estremismi di Mao - La cosmonauta Tereskova eletta alla presidenza: le cinesi non applaudono (Dal nostro corrispondente) Mosca, 24 giugno. Le ripercussioni del conflitto fra Pechino e Mosca si sono fatte sentire con estrema asprezza nel cuore di Mosca, al Cremlino, dove ha avuto inizio oggi 11 5° congresso della Federazione democratica internazionale delle donne (Fidf ). In questo organismo, in cui i comunisti esercitano una maggioranza di controllo, si è ripetuto in forma assai più esasperata, ciò che avvenne nello atesso palazzo al Cremlino nel dicembre 1961, quando le delegazioni italiana e cinese si scontrarono al congresso della Federazione sindacale mondiale. Nel pomerìggio la delegata giapponese, la comunista Fuki Kushida, lanciata dai cinesi come un kamikaze nella mischia, ha preso la parola iniziando cosi la sua relazione: « Siamo alla vigilia di una guerra atomica >. Le cinquanta delegate del gruppo italiano, uno dei più rappresentativi della Fidf, composta da comuniste, socialiste, cattoliche e indipendenti di sinistra, si alzavano di scatto e abbandonavano, nella costernazione delle altre cinquemila presenti, la sala del palazzo dei congressi. Le delegate italiane ci hanno fatto capire che domani, quando parlerà la rappresentante della delegazione cubana, che suscitando qualche stupore ha sposato quasi per Alo e per segno il radicalismo di Pechino, quasi certamente ripeteranno il loro vistoso gesto di protesta. La delegazione delle donne cinesi ha scatenato una vera guerra fredda contro le rappresentanti italiane al con gresso. Il diverbio, esploso e durato ieri Ano a tarda notte in seno alla commissione congressuale incaricata di stilare l'ordine del giorno, ha assunto forme di acuta intransigenza. Il gruppo asiatico, coadiuvato da quello cubano, era compattamente schierato contro le tesi del gruppo europeo del quale le Italiane, anche per il carattere più composito della loro delegazione e quindi della loro visione politica, erano diventate le interpreti più impegnate. . Le cinesi hanno lanciato alle italiane l'accusa: « II movimento femminile italiano appartiene ad un insieme di partiti riformisti, privi di mordente rivoluzionario, e segue in particolare la linea di un partito (leggi pei) che noi non riconosciamo come una linea giusta ». Le italiane, fra le quali spicca politicamente la figlia di Di Vittorio, deputata alla Camera, hanno ribattuto con veemenza; le francesi, sia pure un po' tiepidamente, le tedesche orientali, sia pure quali mediatrici, e poi le scan dinave e le inglesi si sono schierate dalla parte delle rappresentanti italiane. Le Inglesi, addirittura, di fronte al l'apocalittico e bellicoso accento delle cinesi, abbandonavano la seduta. Le ragioni contingenti del conflitto sono di ordine prò grammatico. La visione che la delegazione italiana ha della federazione femminile è, in una certa misura, apoliticamente terzaforzista, pacifista, emanclpazionlsta, e fra l'altro sottolinea una netta equidistanza fra i due blocchi di potenze. In un contributo programmatico, presentato dalle italiane al congresso di Mosca, si può leggere per esemplo che « nella lotta per la difesa della pace la Fidf non può e non deve identificarsi con le prese di posizione dell'uno dell'altro dei due schieramenti di potenze in contrasto, non può e non deve assumere posi eioni politiche di parte ». In questo accento neutralistico le cinesi vedono un atteggiamene tp -ctitolsta». Esse perciò, in opposizione al punto di vista italiano, portano un'attenzione rivoluzionaria e un oltranzismo antioccidentale con i quali puntano ad una radicale politicizzazione del congresso parlano di basi militari ame ricane, di imperialismo, di san gue colante tra 1 popoli di colore e cosi via. Sul fondo della polemica è, in realtà, l'offensiva contro il kruscevismo. A meno di due settimane dall'incontro clno sovietico, già turbato prima di cominciare dal violento attacco pubblico del partito comunista di Pechino contro quello di Mosca, i cinesi mostrano l'intenzione di allargare a tutte le organizzazioni di massa internazionali la frattura apertasi fra 1 due partiti. Con una tattica già inaugurata da qualche anno, ma ora intensificata al massimo, essi sfruttano l'oc casione di qualsiasi raduno mondiale per dare battaglia. La linea sovietica si mostra una volta di più, anche in que sta circostanza, diplomaticamente difensiva. Le russe si sono adoperate a moderare le italiane in modo da evitare lo scandalo pubblico a Mosca. Lo stesso messaggio di Kruscev, inviato alle congressiste, concede demagogicamente ai cinesi parlando di imperialismo e sottolineando che « l'imita » la compattezza costitui¬ scono la forza del movimento delle donne ». Il mito dell'unità e della compattezza, dietro al quale i russi attestano la loro tattica, sì à clamorosamente infranto con il gesto delle delegate italiane; è stato cosi quasi anticipato l'esito che potrà avere l'imminente negoziato cino-sovietlco (sempre supposto che abbia luogo). Alla presidenza del congresso è stata chiamata Valentina Tereskova. La prima donna cosmonauta è stata letteralmente vestita di fiori dalle congressiste. Solo le delegate cinesi, fredde e impassibili nei loro austeri abiti di seta grigia, sono rimaste estranee al giubilo della sala. Enzo. Betti za ' tili astronauti Valentina Tereskova, a sinistra, e Valeri Bykovski durante la eerimonia inaugurale del oongresso mondiale delle donne ieri in un salone del Cremlino. Al centro, tra I due cosmonauti, la signora Krusoev (Tel.)

Persone citate: Betti, Kruscev, Mao, Valentina Tereskova, Valeri Bykovski