Formato il governo monocolore democristiano Oggi Leone ed i ministri giurano in Quirinale di Michele Tito

Formato il governo monocolore democristiano Oggi Leone ed i ministri giurano in Quirinale 11 ministero cHe dovrà far approvare al più presto i bilanci preventivi Formato il governo monocolore democristiano Oggi Leone ed i ministri giurano in Quirinale Sono inclusi gli esponenti de del precedente ministero, eccettuato Taviani, che ha dovuto rinunciare per gravi motivi familiari - Piccioni conserva la vicepresidenza del Consiglio e il dicastero degli Esteri - L'on. Rumor passa agli Interni, Medici al Bilancio, Colombo al Tesoro - Nuovi ministri sono: Lucifredi (Riforma Burocratica), Martinelli (Finanze), Togni (Industria), Dominedò (Marina), Delle Fave (Lavoro) - Confermato per martedì il dibattito sulla fiducia - Nessuna dichiarazione del nuovo Presidente del Consiglio dopo un lungo colloquio con Segni (Dal nostro corrispondente) Roma, 21 giugno. L'on. Leone, che aveva in ventiquattro ore esaurito il ciclo delle consultazioni del partito e accettato di formare il nuovo governo, non ha potuto mantenere lo stesso ritmo veloce per la formazione della lista dei nuovi ministri. Per tutto il pomeriggio, e per buona parte della serata si è rimasti in attesa, e solo verso le 22,30 il segretario generale della presidenza della Repubblica ha letto il comunicato che era stato preannunziato per le 18,30. Il comunicato informa che l'on. Leone ha presentato al Capo dello Stato la lista dei ministri del suo gabinetto e che il Capo dello Stato ha firmato il decreto di accettazione delle dimissioni rassegnate il 16 maggio scorso dall'on. Fanfani ed ha firmato il decreto di nomina dell'on. Leone e dei nuovi ti tolari dei dicasteri. L'elenco dei ministri, che di sòlito viene letto ai giornalisti dallo stesso presidente del Consiglio, è stato invece dato ai giornalisti da gli uffici della presidenza della Repubblica: l'on. Leone, che era entrato al Quirinale alle 21,10, ne era uscito poco dopo le 22 senza farsi notare e, anche in que sto, contrariamente alla consuetudine, senza rilasciare alcuna dichiarazione. Fonti ufficiose assicurano che l'on. Leone intende manifestare il proprio pensiero ed illustrare i propri propositi solo al Parlamento, seri za dare alcuna anticipazione che possa servire cornuti que da elemento di giudizio sulla natura politica e sul ' programma del suo ministero. C'è, in questo, una punta polemica dell'uomo che ha presieduto la Camera per tanti anni e che vuole riaffermare, anche nelle piccole cose, la preminenza e il prestigio del Parlamento. C'è anche, però, stando alle notizie che sono filtrate, la manifestazione di un lieve disagio. L'elaborazione della lista dei ministri è stata piuttosto faticosa. L'on. Leone, che si proponeva di conservare intatta la struttura del ministero Fanfani, sostituendo i socialdemocratici e i repubblicani, almeno fin dove era possibile, con tecnici al fine di evitare che la formazione da lui presieduta acquitasse coloriture politiche particolari, ha dovuto affrontare il problema delle esigenze prospettate dalle correnti democristiane incontrando qualche difficoltà. In sostanza è stata una lunga discussione sui prò e i contro di formare un ministero capace di favorire l'eventuale ripresa, in ottobre, del dialogo per il centro-sinistra. E questa battaglia ha tenuto impegnato l'on. Leone per l'intera giornata, dapprima alla ricerca di tecnici che, per varie ragioni, sono risultati indisponibili, poi in una serie di riunioni con esponenti della de: e una riunione con Moro e i presidenti dei gruppi parlamentari democristiani si è protratta dalle 16 alle 20,30. Anche il col loquio di Leone con il Presidente Segni si è protratto per lungo tempo. L'esito sembra, secondo il giudizio corrente, sostan zialmente positivo per i fini che l'on. Leone sj propone va Anche mancando i te cnici, i cinque spostamenti da un ministero all'altro ed i cinque nuovi ministri non costituiscono, a conti fatti, un fatto politico rilevante, non danno al governo una coloritura speciale, consentono all'on. Leone di mostrare che egli ha conservato la struttura del vecchio ministero, che è la cosa che meglio può garantirgli il voto o l'astensione dei grup pi di centro-sinistra. Rimangono infatti ai loro posti i titolari degli Esteri, dei rapporti col Parlamento, della Cassa del Mezzogiorno, della Giustizia, della Difesa, dell'Istruzione, del La voro, delle Poste, delle Par tecipazioni statali, del Turismo, della Sanità; assumono incarichi diversi Ru mor, che passa dall'Agri coltura all'Interno, Colom bo che va dall'Industria al Tesoro, Corbellini che va dalla Ricerca scientifica ai Trasporti, Trabucchi che passa dal Commercio estero alle Finanze e Medici che lascia la Riforma burocratiac ed assume il Bilancio, retto, nel governo Fanfani, dall'on. La Malfa, Mattarella che dai Trasporti va all'Agricoltura. I nuovi ministri sono Togni, che assume l'Industria e commercio, Lucifredi, senza portafoglio ma destinato alla Riforma burocratica, Martinelli che prende le Fi¬ nanze, Dominedò che assume la Marina mercantile, Delle Fave che prende il Lavoro. Di questi, gli ultimi due erano già sottosegretari nel ministero Fanfani. In media, sia pure con un lieve vantaggio per gli scelbiani, l'on. Leone ha ottenuto che alla struttura del ministero venissero apportate le modifiche indispensabili solo per sostituire i socialdemocratici ed i repubblicani, e lo ha fatto in maniera che le sostituzioni apparissero, sostanzialmente, < neutre ». Data la situazione, date le impressioni che c'erano state e le difficoltà che erano sorte all'ultimo momento, il nuovo presidente del Consiglio registra un successo sicuro. Il fatto politico rilevante, in tutto ciò, è quello della uscita dal governo- dell'on. Taviani. Era stato lui stesso, prima che Leone venisse designato, ad annunciare di non sentirsi più di far parte di un governo. Egli è ministro da più di un decennio, dopo essere stato a lun¬ go sottosegretario. Un grave lutto recente l'ha fortemente provato facendogli maggiormente accusare la stanchezza che ha cercato di vincere finché ha potuto. L'on. Taviani, che è stato anche segretario del partito, sente fortemente il dramma delle divisioni interne della de, e si propone di svolgere ora un'azione risanatrice che restituisca il partito ad un minimo di unità. E' certamente una rinuncia che dispiace a tutti. Al suo posto è stato nominato Rumor, esponente della corrente dei « dorotei ». Gli orientamenti dei partiti sono già noti fin da prima che fosse conosciuta la lista dei ministri: i socialisti propensi (nonostante una impennata, avutasi oggi, della sinistra) all'astensione, e, perciò, con i socialdemocratici e i repubblicani disposti anch'essi all'astensione o all'appoggio, e i liberali orientati verso l'opposizione. La struttura del ministero non sembra debba ora offrire elementi di valutazione capaci, da soli, di modificare le impressioni registrate ieri. Ora le cose dipendono soprattutto dalle caratteristiche e dai compiti che l'on. Leone vorrà dare al suo governo. Niente di preciso si sa su questo e niente si saprà, prima che l'on. Leone si presenti martedì alle Camere. E' per questo che i partiti, le cui direzioni si sono oggi quasi tutte riunite, hanno rinviato ogni decisione a mercoledì, a dopo, cioè, che l'on. Leone avrà fatto le sue dichiarazioni programmatiche al Parlamento. Ed ormai, con la sola interruzione del giuramento che avrà luogo domani e di un Consiglio dei ministri previsto per lunedì, l'onorevole Leone si dedicherà esclusivamente alla fatica dalla quale, in definitiva, dipende l'esito del suo tenta tivo di preparare una oselle più difficili dichiarazioni programmatiche che sia spettato fare a un presidente del Consiglio. Michele Tito l 11111 i il b 11 n 11 i iiiMiiiimiiimiiiiniiiD L'on. Leone fotografato ieri a Roma mentre usciva di casa (Tel. ((Associated Press») s Togni, da sinistra, Colombo e Medici ministri del governo presieduto dall'on. Leone

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