Brandt annuncia che Kennedy terrà a Berlino un «importante discorso» di Massimo Conti

Brandt annuncia che Kennedy terrà a Berlino un «importante discorso» Viva attesa per l'arrivo del Presidente americano Brandt annuncia che Kennedy terrà a Berlino un «importante discorso» Il Sindaco invila il governo di Bonn ad appoggiare gli sforzi degli Stali Uniti per la distensione: « Ci comporteremmo da irresponsabili — ha detto — se non li sostenessimo » - Pankow esorta l'America a riconoscere la Germania comunista (Dal nostro corrispondente) Bonn, 15 giugno. <Ho avuto un importante colloquio con Rusk in vista del viaggio del presidente Kennedy in Germania — ha dichiarato Willy Brandt durante il suo soggiorno negli Stati Uniti a giornalisti tedeschi — e sono più che mai convinto che gli Stati Uniti compiranno grandi sforzi per superare la guerra fredda. Questi sforzi meritano il pieno appoggio ed il contributo della Repubblica Federale*. «Non c'è motivo dì temere il processo di distensione — ha aggiunto il borgomastro — certo non sappiamo ancora se i tentativi americani avranno successo. Ci comporteremmo però da irresponsabili se non li sostenessimo. Noi tedeschi offenderemmo il presidente Kennedy se gli attribuissimo il proposito di mettersi d'accordo con l'Urss a spese della Germania » L'intero discorso di Brandt è chiaramente diretto a Bonn, che fa professione di pessimismo per le iniziative del presidente Kennedy. Le parole del borgomastro hanno confermato l'impressione che Kennedy tenterà ancora una volta di guadagnare i capi politici tedeschi ai suoi programmi distensivi. Si è già saputo che egli intende rilanciare a Bonn il progetto per un patto di non aggressione fra l'Alleanza atlantica e ì Paesi comunisti. Ed ora Brandt ha cercato di farne intravedere i vantaggi anche per il suo Paese. Ai suoi interlocutori il borgomastro ha indicato la possibilità di inserire nei programmi americani la soluzione dei problemi tedeschi. Non ci si devono attendere miracoli — ha spiegato —; soltanto «graduali mutamente possono rendere più tollerabile la situazione tedesca e di Berlino. Aderauer ha sempre respinto l'idea di progressivi accomodamenti da cui trarrebbero vantaggio, a suo avviso, i comunisti dell'altra Germania. A Berlino Ovest, dove si colgono i primi segni del disgelo, Kennedy pronuncerà « un importante discorso». 11 Presidente, ha detto Brandt, parlerà al popolo di Berlino sulla piazza del Municipio: « Sarà la più interessante allocuzioneiiiiiiiiiiiriniiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii del suo viaggio in Germania t. Anche a Pankow, non soltanto a Berlino Ovest, è viva l'attesa per il viaggio di Kennedy. Ci si aspetta che la «svolta» nei rapporti fra i due blocchi preannunciata nell'ultimo discorso del Presidente trovi il primo riscontro proprio in Germania. E' difficile stabilire il fondamento di queste previsioni. Il fatto certo è che anche Pankow si predispone a nuovi eventi. Il partito comunista tedesco della Repubblica Federale, che vive nella clandestinità, ha tenuto una riunione nella Germania Est sotto la presidenza del suo leader Max Reimann. Sarebbe stato deciso — riferisce oggi un giornale tedesco — di tentare entro certi limiti un dialogo con i socialdemocratici di Bonn. I comunisti tenteranno di far leva sulla sinistra socialdemocratica scontenta del nuovo corso del partito. Personalità social¬ democratiche verranno invitate a visitare la Germania Est. Anche il tono della propaganda di Pankow appare mutato negli ultimi giorni. In vista della visita di Kennedy il ministro della Repubblica democratica tedesca Otto Bolz ha esorlato gli Stati Uniti a riconoscere il regime comunista e a * normalizzare » la situazione di Berlino. Bolz si è poi scagliato contro «i guerrafondai di Bonn» ai quali il presidente Kennedy non dovrebbe consegnare armi atomiche: «Noi antifascisti tedeschi — ha concluso Bolz — ci rifiutiamo di credere che i figli del popolo americano, che hanno offerto il loro sangue nella lotta contro il nazismo, possano tollerare una. rinascita del militarismo germanico capace di precipitare il mondo intiero in una nuova e più spaventosa catastrofe ». Massimo Conti