Va al commissariato, dice: «Sono un'assassina» e si uccide con una rivoltellata alla testa

Va al commissariato, dice: «Sono un'assassina» e si uccide con una rivoltellata alla testa Tragedia fulminea a Roma satta gii acchi di un agente Va al commissariato, dice: «Sono un'assassina» e si uccide con una rivoltellata alla testa Poco prima la donna, quarantaduenne, aveva sparato al marito che dormiva - Convinta che fosse morto, è corsa a costituirsi - La pallottola le è entrata nella tempia - Deceduta all'istante - L'uomo è stato ricoverato all'ospedale in condizioni gravissime - Da tempo si accusavano di reciproche infedeltà (Nostro servizio particolare) Roma, 14 giugno. In un commissariato di polieia si è conclusa tragicamente una vicenda di gelosia durata per anni attraverso aspri litigi: una donna di Jfi anni si è sparata un colpo di rivoltella alla testa davanti agli occhi di un sottufficiale che la stava ascoltando. Pochi minuti prima, ossessionata dall'idea che suo marito la tradisse, aveva tentato di ucciderlo con una rivoltellata alla tempia, mentre egli dormiva. La donna, Maria Fasano, nata a Campobasso, è morta sul colpo, la testa perforata da un proiettile calibro 9, mentre il marito, il quarantaduenne Filippo Camegna, grande invalido, pure molisano, è stato ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale di San Giovanni. Il fatto è avvenuto al Bor- ghetto Latino, un rione di periferia tra i più squallidi della città, in gran parte abitato da persone provenienti da tutte le regioni del Sud. Una morbosa gelosia reciproca caratterizzava i rapporti dei due coniugi, trasformando la loro vita in un vero inferno di continui litigi. Filippo Camegna e la moglie erano già conosciuti al commissariato di polizia in quanto in più, di una occasione sia l'uno che l'altra avevano sporto denuncia per adulterio. Solo grazie all'intervento del dirigente del commissariato si era riusciti finora ad evitare una rottura. Da alcune confidenze fattele da <amiche» la donna sarebbe venuta a sapere, alcuni giorni or sono, che il marito aveva ripreso una relazione con un'antica amante. Ricominciarono violenti i litigi. Notte e giorno l'intera zona del Borghetto Latino veniva messa in allarme dalle urla dei due coniugi. Anche la scorsa notte si è avuta la consueta scenata, che è durata fino all'alba, quando l'uomo, esausto, ha preferito andarsene a dormire. E' passata circa mezz'ora. Maria Fasano era rimasta nella piccola cucina a rimuginare tra sé la sua ira ossessionante. Più il tempo passava e più si convinceva che il marito la tradiva, forse da anni. Ad un certo punto ha aperto un cassetto dell'armadio, dove sapeva esserci una pistola che il marito portava con sé quando tornava a casa tardi la sera. Ha trovato le pallottole e ha caricato l'arma. Poi, freddamente, e con mano ferma, si è avvicinata al letto dove l'uomo dormiva, gli ha puntato la pistola alla testa e ha fatto fuoco. Credendo che il marito fosse morto, la donna è fuggita riponendo l'arma nella borsetta. Svegliati dall'esplosione, molti vicini sono usciti sulla strada e qualcuno si è preci¬ pitato verso la casetta dei Camegna. La porta d'ingresso era chiusa, cosicché per entrare è stato necessario sfondarla. Filippo Camegna giaceva riverso sul letto in una pozza di sangue, ma respirava ancora e il pronto intervento dei vicini gli ha salvato probabilmente la vita. Intanto poco lontano, al commissariato di zona, si stava svolgendo l'ultimo atto della tragedia. Maria Fasano, dopo aver girovagato senza meta, aveva deciso di andarsi a costituire, convinta com'era di aver ucciso il marito. Giunta al posto di polizia, hn trovato il brigadiere di notturna: ha detto soltanto poche parole — « Correte, ho ammazzato mio marito » — poi, mentre il sottufficiale era ancora sbigottito, ha estratto la rivoltella dalla borsa e, prima die l'uomo potesse intervenire, si è sparata alla tempia. g. fr. Maria Fasano si è uccisa dopo aver ferito il marito (Tel.)

Persone citate: Filippo Camegna, Maria Fasano

Luoghi citati: Campobasso, Roma