Quarantanove vetture prendono oggi il via nella «24 ore» automobilistica di Le Mans

Quarantanove vetture prendono oggi il via nella «24 ore» automobilistica di Le Mans Quarantanove vetture prendono oggi il via nella «24 ore» automobilistica di Le Mans I favori del pronostico sono per le Ferrari, ma le Aston Martin e le Maserati sono avversarie temibili - McLaren a 300 all'ora sul km lanciato (Dal nostro inviato speciale) Le Mans, 14 aprile. Domani alle 16 comincerà a Le Mans la vertiginosa < 24 ore > automobilistica, con quarantanove macchine di ogni cilindrata alla partenza. La corsa, una delle più importanti del mondo, sarà valevole per il campionato mondiale « prototipi » e « gran turismo », ma non è a questa circostanza che la prova francese deve la popolarità che la circonda, e che fa accorrere sul circuito della Sarthe centinaia di migliaia di spettatori, tutti più o meno interessati alle vicende della corsa, ma tutti senza eccezioni scrupolosamente impegnati a passare nel migliore dei modi questo tradizionale week-end, per metà sportivo e per metà occasione di popolareschi divertimenti nell'immenso parco fitto di caffè, ristoranti, piste da ballo, chioschi per la vendita di ogni genere di souvenirs e orchestre. L'effimero fragoroso villaggio di Le Mans dura due giorni: gli organizzatori e gli esercenti ne traggono eccellenti affari, il pubblico si diverte, chi veramente segue la corsa forse un po' meno (ventiquattro ore di rincorsa delle macchine, pomeriggio notte mattino, diventano un ben monotono spettacolo, e se non si riesce a seguire giro per giro almeno la gara dei primi, si fa in fretta a non capirci più niente); ma è la «24 ore» di Le Mans, e basta il nome a perpetuare un mito. Naturalmente, c'è anche la parte seria, tremendamente seria, della manifestazione. C'è quella pattuglia di piloti che si lanciano a duecento orari sul levigato nastro d'asfalto del circuito, in una rincorsa che sembra non debba avere mai fine, che nella notte sciabolata dai fari delle macchine assume aspetti fantastici, quasi allucinanti. E' uno spettacolo che si ripete dal 1923 (e domani per la trentunesima volta), non di rado accompagnato da episodi drammatici e talvolta luttuosi: a otto anni di distanza, nessuno ha dimenticato la immane assurda tragedia della « 24 ore > — più di cento morti falciati dalla Mercedes di Levegh piombata tra il pubblico. Eppure, la gara ha continuato a disputarsi, le velocità medie sul giro ad aumentare, le case costruttrici di macchine da corsa e di accessori a dedicarsi con grande impegno alla ricerca di una affermazione che a Le Mans sembra avere più importanza che in qualsiasi altra gara automobilistica. Al via saranno dunque domani quarantanove vetture (numerosi sono stati i forfaits degli ultimi giorni, tra cui quello dell'italiana A.S.A.), con novantotto piloti che a coppie si alterneranno al volante. Le speranze di tutti in una vittoria (e ci sarà gloria per molti, che oltre alla classifica assoluta e a quella per cilindrata, sono previste speciali graduatorie intese a premiare particolari qualità tecniche delle macchine) si muteranno per qualcuno in delusioni, ma che importa? Un giornale locale pubblica oggi una intervista con un corridore francese di modesta notorietà: «Per chi ama e pratica questo sport — dice il giovanotto — prendere il via a Le Mans costituirebbe la più alta delle aspirazioni; come poi va a finire, non ha molta importanza... >. Dove le speranze sono fondate sul concreto è nel clan della Ferrari. Le poderose dodici cilindri della Casa modenese partono grandi favorite, e non solo per avere vinto già sei volte la «24 ore* (di cui le ultime tre consecutive) e detenere i primati sulla distanza e sul giro, ma per la superiorità finora dimostrata nelle precedenti prove di campionato mondiale — di cui quello di domani costituisce il quarto episodio. Equipaggi delle Ferrari « ufficiali » sono Surtees-Mairesse, Scarfiotti-Bandini e Maglioli-Parkes; altre macchine del cavallino rampante sono affidate a AbateTavano (scuderia Serenissima), Pedro Rodriguez-Penske e Gregory-Piper (scuderia North America). Ma avranno vita tutt'altro che facile i « ferraristi »: le inglesi Aston /Martin, con Phil Hill-Lucien Bianchi e MacLaren-Ireland, sembrano temibilissime (specie se dovesse piovere, grazie alla loro carrozzeria chiusa); e altrettanto la Maserati cinque litri di Simon-Cassner. Le indicazioni delle prove ufficiali di mercoledì e giovedì — in cui Rodriguez ha girato a quasi 210 sui circa 13.500 metri del circuito, realizzando la più alta velocità mai raggiunta a Le Mans, e MacLaren ha «bruciato > il chilometro lanciato a 300 erari! — contano poco; in una gara che dura due volte il giro dell'orologio, conta la tenuta dei mezzi meccanici, l'intelligenza e la resistenza fisica degli uomini. E su questi fattori è difficilissimo avanzare pronostici. Tanto più che incombe la minaccia del tempo, anche qui freddo e piovoso: sarà difficile che l'acqua risparmi domani piloti e spettatori. Ma questi ultimi, in fondo, se lo vogliono loro; muove invece apprensione pensare agli altri, ai protagonisti della corsa, soli con ì loro motori di mostruosa potenza sul lucido asfalto di un girotondo senza fine. Corsa a sé farà la macchina sperimentale a turbina Rover-BRM, pilotata dal campione del mondo Graham Hill e da Ginther. Gareggerà fuori classifica, peraltro senza possibilità di tenere il ritmo delle vetture L'incortro Mastellaro-Becco peril campionato d'Italia dei pesi piuma avrà luogo il 23 giugno a Brescia. La Nazionale giovanile di gin- nastlca incontrerà domani a Trborly (Jugoslavia) la rapprc- sentativa jugoslava della cale- sorta. tradizionali. Ma l'esperienza avrà un sicuro valore tecnico, se non altro per dimostrare quanto sia ancora lontana la turbina a gas dal rendimento pratico dei motori a stantuffo. Ferruccio Bernabò

Luoghi citati: Brescia, Italia, Jugoslavia, Trborly