Contrastanti deposizioni al processo per l'uccisione della gioielliera torinese

Contrastanti deposizioni al processo per l'uccisione della gioielliera torinese Contrastanti deposizioni al processo per l'uccisione della gioielliera torinese Due volte gli imputati sono stati smentiti dai testi - Domani le richieste del P. M. iiiiiritiiiiiiiililiiliiiiiiitiiiiiiiiiii iiiiiiij Il processo per il delitto di via Berthollet si sta avviando verso la conclusione. Ieri mattina la Corte d'Assise di Torino (pres. Moscone, p. m. Caccia, cane. Santostefano) ha udito ancora un gruppo di testimoni. Il primo è Alberto Cavallo, attualmente militare a Trieste, che l'imputato Della Maggiora indicò come uno dei due amici con i quali aveva trascorso la serata dell'omicidio. Ma anche Cavallo smentisce il lucchese e dice, come già ha affermato il teste Giuseppe Fascina, che il Della Maggiora arrivò al ristoro militare di Porta Nuova alle 20,40, circa venti minuti dopo l'uccisione della signora Albera. Cavallo precisa: «Io non credo che siano loro i colpevoli. A me non hanno mai parlato di rapine o di armi ». II militare disse anche, in istruttoria, di aver incontrato il Mighetto verso le 16, a Porta Nuova, proprio il giorno del delitto. Ma il Mighetto afferma che non è vero, che il teste non ricorda: < Quell'incontro avvenne in un altro giorno. Posso anzi precisare che Cavallo mi chiese se avevo una camera. Mi confidò di aver trovato una ragazza che poteva fruttare dei soldi e che avremmo potuto fare a metà ». ■ Francesco Tinelli, un contadino che risiede in provincia di Potenza, è venuto a testimoniare accompagnato dai carabinieri. Aveva deciso di non presentarsi, ma il presidente della Corte lo ha costretto a fare il suo dovere. «Conoscevo Della Maggiora — dichiara Tinelli — sotto il nomignolo " il toscano ". L'avevo visto più volte presso il refettorio di via Assietta, gestito dalle suore. Una volta mi chiese se potevo prestargli una borsa e poi se ero in grado di procurargli una pistola ». Presidente — Ha sentito, Della Maggiora, cosa dice il teste? Della Maggiora — Io non l'ho mai visto, questo signore. E' una delle bugie inutili del lucchese e il presidente non manca di rilevarla: «Non ricorda che è stato proprio lei a parlare del Tinelli quando ancora non s'era deciso a confessare? ». Fortunato Birello, faticosamente rintracciato in provincia di Venezia, è il « cameriere veneto» che, secondo Mighetto, si trovava al ristoro militare, la sera del delitto. In sua presenza, secondo l'imputato, si sarebbero fatti i primi commenti sul fattaccio di via Berthollet e in tal modo Mighetto, appena giunto da PInerolo, avrebbe appreso la notizia. Ma Birello dice che, quella sera, egli non andò affatto al ristoro. «Me ne andai invece al cinema e vidi addirittura due spettacoli. Arrivai nell'atrio di Porta Nuova verso le 22 ». Antonio Ascrizzi giunge addirittura da Palermo. Egli conferma che «un giovane con un neo sulla guancia destra » (il Mighetto) gli propose di compiere una rapina. Il siciliano è un teste pittoresco. Al presidente che tenta di fargli ricordare alcuni particolari risponde, allargando le braccia: < Come faccio, signor pretore. E' passato più di un anno ». Vengono quindi lette le deposizioni dei testi Piragino, Tessa e Serao, che la Corte ha dichiarato irreperibili. Lunedi parleranno il patrono di parte civile, avv. Bertele, e il rappresentante della pubblica accusa, dott. Caccia. In seguito avremo le arringhe dei difensori, gli avv. Andreis, Dal Piaz, Del Vecchio, Forchino, Longhetto Rigotti e Franco Trebbi. La sentenza è prevista per mercoledì ed è quanto mai incerta. g. a. mputati Della Maggiora, da sinistra, Manicone e Mighetto in Assise a Torino

Luoghi citati: Palermo, Pinerolo, Potenza, Torino, Trieste, Venezia