Mastrella dichiara che erano gli ispettori a fargli sapere quando partivano per Terni

Mastrella dichiara che erano gli ispettori a fargli sapere quando partivano per Terni sorprese nei processo ai direttore della dogana Mastrella dichiara che erano gli ispettori a fargli sapere quando partivano per Terni Nell'udienza dì ieri il P. M. aveva minacciato di arrestare le due centraliniste perché non sapevano dire chi telefonava all'imputato - Allora si è alzato il Mastrella per fare la sconvolgente affermazione - « Prima non volevo re per non compromettere i miei superiori; ora mi sono deciso per salvare le due telef oniste innocenti » parlare (Vostro servizio particolare) Terni, 6 giugno. L'udienza odierna del processo Mastrella è cominciata con l'interrogatorio' dèlie due centraliniste della dogana di Roma, citate ieri per direttissima dal Tribunale di Terni. Esse devono dare spiegazioni sui registri mancanti e sulle pagine strappate di altri registri telefonici della dogana che il capo della Mobile di Terni, dott. Scavònetto, doveva sequestrare per ordine del Tribunale. La manomissione infatti ha reso impossibile il controllo delle telefonate interurbane che dalla dogana di Roma partivano per Terni, allo scopo di rintracciare la persona' che il giorno prima delle ispezioni avvertiva Cesare Mastrella. Un particolare determinante è costituito dal fatto, che le pagine strappate comprendono le registrazioni dall'8 agosto 1960 al giorno dell'arresto di Cesare Mastrella, l'8 novembre dello scorso anno; proprio il periodo durante il quale l'ispettore di Terni ha compiuto la maggior parte degli ammanchi. La prima testimone,. Maria Della Porta, è centralinista alla dogana fin dall'istituzione del posto telefonico. Essa ha spiegato che fu il dott. Mastrabuono, allora ' direttore compartimentale, ad istituire i registri su cui segnare le telefonate interurbane e il nome di coloro che le facevano. Non esisteva un obbligo vero e proprio dì tenere la registrazione, ma questa veniva regolarmente fatta per poter controllare il movimento telefonico. Pres. — I funzionari erano soliti entrare al centralino t Della Porta — No. C'era scritto: « Vietato l'ingresso »... Il presidente del Tribunale ha esibito poi.alla testimone uno dei quattro registri sequestrati dal quale sono state strappate tutte le prime pagine per sapere se non è mài'stato.usato, nonostante l'apparenza sciupata. Maria Della Porta dichiara di non saperne niente, anche dopo le sollecitazioni del presidente. Avvocato dello Stato — Perché c'è un periodo nel quale le registrazioni non furono fattef iQ ..tf^Tt Della Porta. — Ci sembrava un lavóro "inutile perciìè"nò1à 10 controllava nessuno. Riprendemmo le annotazioni per ordine del dott. Di Ciommo, che si lamentava della quantità delle telefonate effettuate. ■ Pres. — Per quanto tempo non avete effettuato le regi strazioni t Della Porta — Per circa un anno ed anche più. Avvocato dello Stato — Come è che allora non si sono invece accorte della volgare manomissione fatta ai registri t Della Porta — E chi li guardava più. Ci occupavamo soltanto di quello sul quale scrivevamo giornalmente. Pres. — Lei ha detto che ebbe l'ordine di riprendere le annotazioni .nel '62... Della Porta — Nel luglio, Pres. — Nel luglio 'et. Come mai allora mancano le annotazioni fino al novembre dello stesso annot Della Porta — Non saprei Il Presidente ha invitato nuovamente la telefonista dire la verità. p. M. — Ricordo alla teste che la reticenza... Della Porta — Che cosa dice a p. M.r Pres. — Che la fa arrestare. Della Porta (in romanesco) — afe faccia arresta! Che sco po posso avere io nel non dire 11 verot ». Pres. (rivolto a Mastrella) — E' disposto l'imputato spiegarci come stanno veramente le cose per evitare che la testimone corra dei guait Mastrella — Lo farò a suo tempo. Subito - dopo, la testimone è stata rilasciata e sull'emiciclo è salita la telefonista Evelina Rauco. La sua breve deposi zione ha confermato quella della precedente testimone. Il Tribunale ha poi sentito l'ispettore Giorgio Ghilardi Nei primi giorni dello scorso novembre egli si era recato a Terni per una verifica di cassa ed ispezionò anche moduli <X-1». Tornato a Ro ma, si avvide che uno dei mo duli (quello contrassegnato col n. 76) presentava cifre dlscor danti. A Terni, la ricevuta ri portava una somma di 43 milioni di lire, mentre la cassa principale della Dogana di Ro ma aveva consegnato al Ma strella un modulo per il versa mento di 1.390.440 lire. Evi dentemente la ricevuta esistente presso gli uffici di Terni ora falsa. La circostanza fu provata anche dal controllo della carta e della stampa del modulo che Cesare Mastrella ave va fatto eseguire da un tipo grafo di Terni. Giorgio Ghilardi telefonò al lora a Mastrella per chiedergli conto della irregolarità. A lui l'ispettore, per la prima volta confessò l'ammanco. Stupito, il Ghilardi Invitò 1 colleghi che erano con lui in ufficio a farsi ripetere dal Mastrella la di chiarazione. Nella telefonata l'ispettore di Terni gli disse anche di «non fare molto a F chiasso sulla cosa perché altrimenti mezza Terni sarebbe saltata in aria». « Fra l'altro — ha dichiarato il teste — dopo la verifica durante la quale trovai l'irregolarità, seppi che tale visita non sarebbe spettata-a me, ma al dott. Castaldi. Poiché questi era assente, la delega per recarmi a Terni venne affidata a me ». Avv. Sbaraglini — Come ha fatto ad accorgersi che nel modello « X-l » non era uguale né la carta né la stampar Ghilardi — Non me ne accorsi quando lo vidi, era un regolare modello « X-l » per 1/3 milioni di lire. Mi avvidi invece della diversità delle cifre, e lo portai al mio superiore, dott. Di Ciommo facendogli constatare la discordanza. Egli si accorse che anche lo stampato era falso. Il testimone ha aggiunto: « Quando venni a Terni l'ultima volta trovai Cesare Mastrella molto abbattuto. Gliene chiesi il motivo. Mi rispose che era preoccupato per la figlia che il giorno prima era partita in cattive condizioni di salute per il tìollegio di Firenze ». Pres. — Cosa le disse Mastrella nella famosa telefonata/, di non denunciarlo t Ghilardi — No. Non mi pregò di non denunciarlo, ma disse di non fare uno scandalo, perche sarebbero state coinvolte nella faccenda molte perso nalità di Roma e di Terni. Quando l'ispettore Ghilardi ha terminato la sua deposizio ne, Mastrella si è alzato con l'intenzione di fare delle di chiarazioni. Mastrella — Voglio dire la verità. Sono stati gli stessi ispettori ad avvertirmi, ora in modo vago, ora in modo chiaro, delle visite che mi avrebbero fatto. Non è esatto che si tratta di'un solo informato re. Dissi ciò perché non volevo accusare- i miei superiori. Praa — E per l'inchiesta Mastrobuonot Mastrella — Fui avvertito da una telefonata anonima. Era una voce di donna. Non conosco però alcuna impiegata della Dogana superiore, e non ho mai corrisposto né denaro né regali ad alcuno. F "PreS? ^^bhètìtsiotieréhi l'avvertiva /-• >:u.- -.i - '< > Mastrella — Tutti gli ispettori di cassa e di controllo ad ogni loro ispezione. P. M. — Non prenda in giro nessuno, Mastrella. Avv. Sbaraglini — Il mio difeso non ne ha alcuna intenzione. Pres. — E i registri telefonici manomessi prima del sequestro? Mastrella — Non hanno niente che vedere con la questione di Terni. Mi telefonavano tutti. Avvocato dello Stato — Anche il dott. De Feo le ha telefonato? Mastrella — Si, come gli altri. Ora però ho un'altra dichiarazione da fare: il prof. Calderoni ha detto di non avermi mai conosciuto. Invece ha dimenticato di avermi ricevuto due volte nel suo ufficio e di avermi incontrato quando frequentavo il corso di perfezionamento a Roma. Avvocato dello Stato — Aveva raccomandazionit Mastrella — No. Avv. .Tiburzi (difensore di Aletta Artioli) — Non era raccomandato, per caso, da un sottosegretario t Mastrella — No, e tanto meno è vero che fossi in corrispondenza con un sottosegre¬ tario, preoccupandomi poi di distruggere le lettere. E' stata quindi chiamata accanto al marito Aletta Artioli, che invece ha smentito l'affermazione fatta dal Mastrella: « Mio marito ricevette la lettera di un sottosegretario, di cui non ricordo il nome, con la raccomandazione finale di distruggerla. Si riferiva comunque al ricovero di una bambina paralitica del mio paese ». Avvocato dello Stato — E per un'opera buona, il sottosegretario raccomandava la distruzione della lettera* Mah! L'interesse del Tribunale si è rivolto quindi alle i -lefonate informative, ricevute dal Mastrella, , Avv. Sbaraglini — Perché si è deciso oggi a confessare la verità 1 Mastrella — Come ho dettò, per non accusare i miei ex superiori. Mi sono deciso oggi per salvare le due telefoniste, che non hanno alcuna colpa. L'avv. Sbaraglini, a questo punto, ha chiesto che venisse citato ancora tutto « lo stato maggiore delle dogane »: dott. Gioia, dott. Mastrobuono dott. Calderoni. L'avvocato dello Stato si associato alla difesa per una nuova citazione del dott. Gioia, ex direttore generale delle do gane. Il Tribunale si è quindi ritirato per decidere e, dopo tre quarti d'ora, il presidente ha letto l'ordinanza, con la quale è stata respinta l'istanza della difesa del Mastrella e di coloro che vi si sono associati Pertanto, non sarà ancora citato per testimoniare l'ex direttore generale delle dogane, dott. Gioia. L'udienza è stata aggiornata a domani, per la deposizione dell'ispettore De Feo e del ri cevitore capo della dogana di Roma, dott. Luigi Romano. r. s. Evelina Rauco, telefonista alla Dogana di Roma, durante la sua deposizione ai processo Mastrella (Telef.)

Luoghi citati: Firenze, Roma, Terni