Il testamento di Luigi Salvatorelli

Il testamento Il testamento Rileggendo l'enciclica Pacem in tetris — ultima e massima delle encicliche giovannee — si rimane colpiti dalla scarsissima parte fatta in essa alle questioni della guerra calda e fredda, degli armamenti, del disarmo; e cioè alla materia più ovvia e abituale dei documenti pacifisti, ecclesiastici 0 laici. Piuttostoché un manifesto contro la guerra e i blocchi bellici, da poter essere preso come stendardo in uno dei tanti congressi, convegni e « marce » per la pace, l'enciclica ci appare come la magna charta di una futura società mondiale. Per verità, la Pacem in tetris parlava chiaro, fin dalle prime righe : « La pace in terra — anelito profondo degli esseri umani di tutti 1 tempi — può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio». Prima, dunque, l'ordine — che, appunto perché stabilito da Dio, è per il Papa l'ordine naturale —; poi, la pace. Questa, da punto di partenza da conservare, si trasforma in punto di arrivo da conseguire. Quest'ordine naturale e divino — seguita il Pontefice — è stato iscritto dal Creatore nelle coscienze, e non è dunque qualcosa che possa essere imposto da una forza esterna. Hobbes e il suo Leviathan è congedato. E' un grande errore pretendere che la vita sociale sia retta dalle stesse leggi del mondo materiale. Niente determinismo, dunque; e più avanti si proclama: «L'ordine dell'umano consorzio è di natura totalmente immateriale: si fonda sulla verità, si realizza secondo giustizia, si anima e si perfeziona nel mutuo amore, aspirando a condizioni lìbere ed eguali di giorno in giorno più umane ». Dopo Hobbes, è congedato Marx. Svolgendo il filo dell'ordine naturale e divino, la Pacem in tetris enumera i diritti della libera personalità umana: libertà religiosa, libertà di scelta di vita civile o ecclesiastica, libertà di soggiorno (niente confino, dunque, niente foglio di via!), libertà di lavoro, libertà di possesso e di produzione, libertà di partecipare al governo della comunità. Sono tutte le « dichiarazioni dei diritti » classiche — inglesi, americane, francesi — a essere registrate o controfirmate dal Capo della cristianità cattolica, in nome dell'ordine naturale. Non è affermato nell'enciclica nessun dualismo, nessuna contrapposizione di diritti e di doveri. Questi sono aspetti diversi di una stessa realtà: il diritto mio è dovere altrui, il diritto altrui dovere mio. Tutto ciò è detto parlari do sempre della umanità in generale, della « humana societas » unica. E questa parte generale, o introdut tiva, si chiude con l'esame di tre grandi fatti odier ni: tre grandi novità, che per molti costituiscono una preoccupazione angosciosa, se non una occasione di condanna pregiudiziale. Primo: l'ascensione materiale e sociale sempre più alta dei lavoratori. Secondo: la entrata nella piena vita SO' ciale delle donne, che sempre più coscienti della loro dignità umana, non solo non ammettono di essere trattate come esseri inanimati e strumentali, ma richiedono nella famiglia e nella città diritti e doveri degni della persona umana. Terzo: la rivendicazione della indipendenza e libertà da parte di tutti i popoli, tan¬ to che fra poco sarà scomparsa ogni distinzione di popoli dominatori e popoli dominati. Tre novità che Papa Giovanni accetta e gradisce, con il suo robusto ottimismo, riassumendole e giustificandole col principio della naturale uguaglianza umana. L'enciclica riconosce come ovvia la esistenza delle società particolari, o nazioni: ma indica necessaria nel loro ordinamento la prevalenza dell'universalmente umano sulle specificazioni nazionali. Nazionalismo e razzismo sono silenziosamente, ma tanto più categoricamente, condannati. Occorre invece che all'interno dello Stato nazionale siano presenti le condizioni per il pieno e rapido sviluppo della personalità individua, senza pregiudizio, e anzi con aiuto per il conseguimento della felicità eterna. Gli sviluppi passati e presenti dell'umanità, e più particolarmente il diffondersi di condizioni uguali in tutto il mondo, postulano un ordinamento inter- e superstatale, nessuna comunità politica particolare essendo oggi in grado di conservarsi e svilupparsi chiudendosi in se stessa. Il bene comune dell'intera famiglia umana è condizione necessaria del bene comune delle singole nazioni: ma non c'è a. tutt'oggi una organizza zione mondiale, una autorità mondiale adeguata a questo stato di cose. Le Nazioni Unite sono un buon principio, che ha bisogno tuttavia di ampliare i suoi compiti e accrescere efficacia alla sua azione, nel senso di una tutela universale e integrale della persona umana. * * Abbiamo già inteso come l'ordine della società umana, fondamento della pace, richieda per la sua piena attuazione le virtù della verità, della giustizia, dell'amore. Con questo, passiamo dal piano del diritto e della morale comune al piano superiore della vita religiosa, al piano della fede e della carità, virtù cristiane per eccellenza. Realizzare la più larga collaborazione di credènti in Cristo a prò dell'umanità è stato l'ultimo intento della iniziativa conciliare di Papa Giovanni: iniziativa da cui è rimasta assente ogni idea di cambiamenti e commistioni dommatiche. E ancora al di là del mondo cristiano, egli ha fatto appello alle altre comunità religiose, e anzi a tutte le buone volontà umane. Papa Roncalli è morto il giorno dopo Pentecoste; ed è stato osservato che più di uno dei suoi discorsi e dei suoi atti portano la data della Pente ?oste, specialmente in riguardo al Concilio, da lui'chic tq, « novella Pentecoste >. Il racconto negli atti degli apostoli della prima Pentecoste, nascita della società cristiana in un incontro di popoli diversi, doveva esercitare un fascino particolare sul suo spirito, in cui la fede del buon parroco si as sociava all'inno di S. Paolo all'amore « più grande di tutto ». Possa egli essere trapassato nella visione di una nuova discesa dello Spi rito sulla terra, per l'unità morale di tutta l'umanità. Luigi Salvatorelli

Persone citate: Hobbes, Marx, Papa Giovanni, Papa Roncalli