«Volevo soltanto dargli una lezione perché aveva abbandonato mia sorella»

«Volevo soltanto dargli una lezione perché aveva abbandonato mia sorella» L'assurdo delitto ira siciliani al centro di Asti «Volevo soltanto dargli una lezione perché aveva abbandonato mia sorella» L'assassino sostiene che non intendeva uccidere il compaesano - Per poter rompere il fidanzamento la vittima aveva rivolto alla ragazza accuse ingiuste - L'inseguimento per le vie della città e la sanguinosa aggressione (Dal nostro inviato speciale) Asti, 4 giugno. «Non volevo ucciderlo. Volevo soltanto dargli una lezione perché aveva abbandonato e offeso mia sorella e picchiato mia zia >. Questo è il movente col quale Salvatore Vitello spiega l'uccisione di Filippo Guccione. Un movente, come si vedrà, assolutamente sproporzionato al grave delitto. I protagonisti del dramma sono: Filippo Guccione, di 25 anni, da Corleone (Palermo), la vittima; e Salvatore Vitello, di 22 anni, da Monte doro (Caltanissetta), l'omicida. Il Guccione abitava con i genitori, un fratello e una sorella, a Castelnuovo Monferrato, dove lavorava presso una fornace; il Vitello risiedeva con la numerosa famiglia ad Asti, in via Bonzanigo 3, e a sua volta lavorava in una fornace astigiana. Per qualche tempo erano stati compagni di lavoro. Sei mesi fa si prospettò un evento che avrebbe trasformato l'amicizia in parentela: Filippo Guccione conobbe Mariauna sorella diciassettenne di Salvatore Vitello, se ne innamorò e la chiese in moglie. La richiesta ebbe lieta accoglienza sia da Maria che dalla famiglia. Ebbe inizio il fidanzamento. Ma dopo alcuni mesi l'ardore di Filippo sembrò spegnersi lentamente, il fidanzato cominciò a diradare le visite, e Maria si sentì raccontare pretesti che non la convincevano. Era accaduto che il giovinotto aveva conosciuto a Quarto una ragazza che gli piaceva più di Maria. Naturalmente per i parentdi Maria la rottura esigeva una i spiegazione, indagando, suo fratello Salvatore apprese della relazione sentimentale con la ragazza di Quarto. E ieri pomeriggio andò a Castelnuovo a cercare Filippo Guccione alla fornace. Al termine del lavoro i due si allontanarono discutendo animatamente, e infine ebbero un violento litigio. Per troncare la discussione e liberarsi definitivamente dell'impegno, Filippo aveva avuto un'idea infelice: «Dì tua sorella non voglio più saperne — disse — perché ho saputo che se la spassa in giro con i giovanotti ». Era una calunnia; Salvatore fu sul punto di prenderlo alla gola, ma si dominò. «Stasera vieni a casa e glielo devi dire in faccia > ribatté. '•An^4nP^cVJ6n'V\« p¥e sento a casa dei Vitello, e da quel momento ebbero inizio due ore tempestosissime. La famiglia al completo inveiva contro di lui, insulti venivano scambiati da una parte e dall'altra. Alle 23 Filippo Guc cione • fece per andarsene, ma una zia di Maria, la clnquan tatrenne Angela Nullo in Scozzar!, fece per trattenerlo Egli le diede una spinta, la donna cadde e batté la testa rimanendo svenuta Filippo approfittò di quel momento di confusione per svignarsela. Ma Salvatore si lanciò all'inseguimento. Da via Bonzanigo i due, staccati di qualche decina di metri, raggiunsero piazza Statuto, poi piazza San Secondo e corso Alfieri. Dal portone numero 291 uscivano in quel momento il ferroviere Federico Cugnasco, di 54 anni, accompagnato dall'amico Giuseppe Giangrasso, una guardia di polizia in servizio a Roma e qui per una licenza. Il Vitello credette che il Cugnasco volesse fermarlo, e per liberarsene gli diede un cólpo con il coltello che durante la corsa aveva impugnato, ferendolo alla mano Intanto il Guccione era tornato, sempre correndo, in piazza San Secondo. Il Vitello riprese l'inseguimento, a sua volta inseguito dall'agente Giangrasso. Dinanzi al municipio Filippo fu raggiunto da Salvatore, il quale gli vibrò una tremenda coltellata all'inguine. L'altro fuggì, ma. fatti pochi metri cadde dinanzi all'edicola di giornali. Ancora il Vitello lo raggiunse, e un'altra coltellata lo colpi alle spalle. Subito dopo arrivò l'agente Giangrasso, che gli si buttò addosso e lo disarmò, senza che l'altro opponesse la minima resistenza. Mentre arrivavano altri agenti che lo conducevano in questura, un'autoambulanza della Croce Verde trasportava il Guccione all'ospedale. Vi e o e o i i e giunse cadavere. g, f wmm Filippo Guccione, il giovane agricoltore ucciso a coltellate ad Asti; a destra, l'omicida Salvatore Vitello