Arrivano pellegrini a Sotto il Monte nella chiesetta cara a Giovanni XXIII

Arrivano pellegrini a Sotto il Monte nella chiesetta cara a Giovanni XXIII Arrivano pellegrini a Sotto il Monte nella chiesetta cara a Giovanni XXIII Nel paese, in ogni casa e persino nei campi, si tengono le radio sempre accese per avere notizie (Dal nostro inviato speciale) Sullo il Monte, 1 giugno. A Sotto il Monte oggi gli apparecchi radio sono rimasti accesi tutto il giorno, ininterrottamente. La vita del paese ha seguito il suo ritmo normale: alle 5 e mezzo del mattino il parroco ha cele- brato la prima Messa, poco li ti nel o el e- dopo le sei il Bar Sport ha alzato le saracinesche (l'altro bar del paese, di proprietà di un nipote di Giovanni XXIII e che con una commovente contaminazione di sacro e profano porta appunto il nome del Pontefice, Angelo, ò chiuso fin da ieri mattina); alle o! sei e mezzo, cariche di ope rai, sono partile le corriere dirette verso i centri industriali della pianura. Anche i nipoti del Papa hanno continuato regolarmente il loro lavoro ili contadini e nel grande cortile della cascina Colombera è rimasto soltanto il nugolo dei pronipoti che giocano fra galline e pulcini, vegliati dal busto di gesso del grande congiunto situato in fondo al porticato d'ingresso. Una giornata come tutte le altre. L'unica nota diversa, l'unico sintomo dell'ansia di Sotto il Monte per le gravissime condizioni del Pontefice era offerto appunto dalle radio accese. Tanto dalle vecchie cascine quanto dalle nuovissime villette che costellano il paese i programmi si diffondevano a tutto volume ininterrottamente per le vie semideserte; e quando le musiche o le rubriche di varietà lasciavano il posto alla voce grave dello speaker, le donne interrompevano le loro faccende, i vecchi si alzavano dalle sedie per seguire attentamente gli ultimi comunicati. Nessun ottimismo, naturai mente; nessuna speranza. E tuttavia tutti volevano seguire minuto per minuto ogni vicenda per essere vicino al Papa, al compaesano, all'uomo Angelo Roncalli in questi estremi dolorosi momenti. Al cimi si facevano il segno della croce, religiosamente; altri con spirito diverso, ma con non minor umanità, commentavano quasi compiaciuti la resi stenza montanara e bergamasca di Giovanni XXIII nella sua disperata ma serena lotta contro la morte. Nel pomeriggio invece il paese si è animato per l'arri vo di alcuni gruppi di visitatori. Ai pellegrinaggi di fine settimana Sotto il Monte è abituato ormai da cinque anni: ma questa volta, alle solite comitive di soolari o di pie dcvptbcasllgmM a n n a a l e è : e e donne guidate da zelanti sacerdoti, si sono aggiunte diverse automobili private. Coppie di coniugi di ogni età, intere famigliole, sentendo il bisogno di manifestare in qualche modo il loro attaccamento al Pontefice e la loro commossa partecipazione alla sua malattia, hanno approfittato dell'inizio del week-end per raggiungere il paese. Lasciate le macchine nella piazzetta, entravano brevemente nella chiesa di Santa Maria, si soffermavano davanti ai due negozietti di mercerie che espongono piatti istoriati con la figura di Giovanni XXIII, confluivano infine verso la casa natale del Pontefice, salivano la povera scala di legno, raggiungevano il grande loggiato — tipico delle cascine bergamasche — e, attraverso i vetri delle due piccole finestre, rimiravano in religioso raccoglimento la stanza natale del Papa: una cameretta modestissima, dal soffitto di legno e dal pavimento di mattoni nudi e incrinati, nobilitata però dalla dignità del gran letto matrimoniale di legno scuro e dei solidi, lineari mobili contadini. Qualcuno si è spinto fino al piccolo santuario della Madonna di Caneve nascosto fra le pieghe verdi della collina, un chilometro sopra il paese. E' la chiesetta settecentesca particolarmente cara al cuor'; di Giovanni XXIII che l'ha ricordata anche in questi estremi momenti, citandola nel telegramma inviato ieri al sindaco di Sotto il Monte per ringraziarlo dei voti e per ribadire il suo attaccamento alla sua gente e alle colline che lo videro nascere. Sull'imbrunire i pullmon e le auto dei pellegrini se ne sono andati e la calma e tornata sul paese. Una calma in¬ sivsbmnncpc solita per il sabato sera. Sotto il Monte ha rinunciato una volta tanto alle furibonde discussioni sportive, alle rombanti corse dei giovanetti in motocicletta; ma non alle riunioni serali, non alla partita a carte, non al bicchiere di vino., La gente ha continuato * riunirsi, a parlare, a discutere, come sempre. Appena un po' più sottovoce, però, con l orecchio teso alle parole delle radio, tutte accese in attesa dei comunicati vaticani. Gaetano Tumiati cpalSsedcspdrslvdrvpumtmcpAecc La finestra dell'appartamento papale ieri è rimasta aperta qualche minuto (Telef.)

Persone citate: Angelo Roncalli, Colombera, Gaetano Tumiati, Giovanni Xxiii