Senso di angoscia a Sotto il Monte dove Papa Roncalli visse la sua infanzia

Senso di angoscia a Sotto il Monte dove Papa Roncalli visse la sua infanzia Senso di angoscia a Sotto il Monte dove Papa Roncalli visse la sua infanzia I tre fratelli hanno lasciato nel pomeriggio la vecchia casa e sono partiti alla volta di Roma - La gente si è riunita nella grande chiesa per pregare • Intanto si scatenava il temporale e l'atmosfera si faceva più triste come incombesse una tremenda sciagura su ciascuno degli abitanti (Dal nostro inviato speciale) Sotto il Monte, 31 màggio. A Sotto il Monte, paese natale di Giovanni XXIII, l'ombra della notizia dolorosa è calata verso le 14 di oggi quando i pochi abitanti fermi davanti alla chiesetta di Santa Maria proprio al centro del paese hanno visto arrivare in automobile monsignor Andrea Spada, direttore dell'Eco di Bergamo, ex cappellano dei sommergibilisti, intimo del [Pontefice. Ma attraversato il paese l'auto si è fermata davanti alla Colombera, la grande cascina bergamasca dove abitano due dei fratelli Roncalli con un ntimerosissimo stuolo di nipoti. Zaverio, (ottant'anni), e Alfredo (settantaquattro) Roncalli avevano appena finito il frugale pasto. Nel vedere entrare il monsignore tutti hanno immediatamente compreso la gravità della situazione. Vecchi e giovani si sono stretti attorno al sacerdote che li ha brevemente messi al corrente: dovevano partire subito in aereo per Roma. Le ragazze presenti hanno rapidamente preparato le modeste valigie e i due vecchi ai quali si erano aggiunti il terzo fratello, Giuseppe, che abita in una cascina poco distante, e tre nipoti, hanno lasciato in automobile Sotto il Monte, diretti verso l'aeroporto milanese di Linate. In pochi minuti la notizia della partenza si è diffusa da un capo all'altro del paese. Sotto il Monte ha 1890 abitanti, ma durante il giorno la sua popolazione si riduce iella metà perché tutti gli uomini validi lavorano nelle fabbriche di Bergamo, di Cernusco, di Sesto San Giovanni. Le donne che stavano accudendo alle faccende domestiche, i vecchi che giocavano a carte al bar Dell'Angelo, i bambini che schiamazzavano nei cortili si sono fatti sulle soglie, hanno formato dei capannelli scam biandosi sottovoce poche parole. Molti interpretavano quella improvvisa partenza come l'inequivocabile sintomo di una catastrofe, altri invece, aggrappandosi alle notizie del mattino che parlavano di un relativo miglioramento, non rinunciavano ad un ultimo filo di speranza. Copie spiegazzate degli ultimi giornali con grandi titoli ottimisti passavano di mano in mano, ma quelle parole, ormai superate dagli eventi, non avevano più il potere di infondere fiducia. Molti si rivolgevano al parroco don Pietro Bosio, al sindaco Carlo Carissimi, al maresciallo dei carabinieri per avere notizie ma nessuno era in grado di rispondere con precisione, di dissipare l'angosciosa incertezza. Quasi a sottolineare questo stato d'animo poco dopo le 15 dalle eoZiine che sovrastano il paese « settentrione et sono affacciate le nubi di un gros^ so ■ temporale. In- breve il ci» 10 si è oscurato e livide saette hanno cominciato a solcare l'orizzonte. Il nubifragio però si è scatenato più ad oriente, verso Bergamo, e su Sotto 11 Monte è cominciata a cadere una pioggia sottile, novembrina. Sotto quell'acqua monotona ed uguale gruppi di donne di ogni età si sono dirette verso la grande chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista che, dalle prime pendici delle colline, domina tutto il paese e la pianura lombarda fino a Dalmine. E' un: chiesa monumentale, costruita all'inizio del secolo, rinnovata nel 1.923 e abbellita in questi ultimi anni per volontà del Pontefice. Und grande iscrizione latina, alta sul portale, ricorda appunto che Giovanni XXIII < nato in questo amenissimo colle e mai dimentico dei suoi, ne volle il rifacimento e l'abbellimento». All'interno, ricci com'è «mon differirebbe da tre' analoghe chiese di campagna se i ricchi pavimenti di marmo, le acquasantiere di alabastro, un grande organo nuovo fiammante non testimoniassero recenti particolarissime cure. Ai piedi degli scalini che portano all'aitar maggiore, retto da un massiccio candeliere, da molti giorni — e più precisamente dall'inizio della malattia del Pontefice — arde un grosso cero istoriato fatto accendere con intenzione votiva dal vescovo di Bergamo. A gruppetti, riparandosi con ombrelli tradizionali o con i grandi paracqua verdi dei contadini, le donne del .paese si .sono radunate nella navata tenendo per mano i bambini che trascinavano i piedi fradici di pioggia e si guardavano attorno meravigliati per quella insolita cerimonia pomeridiana. Tra quella folla femminile spiccava qualche vecchio contadino, robusto e atticciato, M *>ive^m^kéwsallì. Il parroco in cotta.bianca, flanr alleggiato da due chierichetti, ha dato inizio alla recita del Rosario cui è seguita quella delle litanie. Quando, dopo la benedizione, le preghiere ufficiali hanno avuto termine, la piccola folla non si è allontanata, è rimasta genuflessa e, spontaneamente, ha intonato altri inni sacri. Alcuni non erano troppo consoni alla gravità del momento, avevano anzi un significato quasi lieto ("Anch'io festevole corro ai tuoi pie, oh Santa Vergine prega per me"); ma, nella loro ingenuità, esprimevano il desiderio di prolungare in qualche modo la preghiera, di rimanere comunque in contatto con Giovanni XXIII, con Angelo Roncalli, sia nel caso che fosse ancor vivo, come tutti si auguravano, sia in quello che fosse già spirato, come molti temevano. Le ipotesi ottimiste e quelle pessimiste continuavano ad intrecciarsi. Il giornale-ra¬ dio 'delle 17, con iVsuoifallètì'i'no gravissimo ma noni catastrofico, ha suscitato qualche speranza; ma l'arrivo in paese delle auto della radiotelevisione italiana e della "radiotelevisione americana, di alcune camionette di agenti di Pubblica Sicurezza hanno spento molte speranze e hanno indotto molti a pensare al peggio. All'uscita della chiesa un gruppo di persone si è stretto attorno al sindaco che girava nervosamente il bottone di una radiolina a transistor, ma quasi ad irridere tanta angosciosa attesa, tutte le stazioni in quel momento trasmettevano motivi musicali. Verso le 18,30 sono cominciate ad arrivare le corriere azzurre cariche degli operai che rientravano dal lavoro. Scendendo, gli uomini hanno immediatamente avvertito l'atmosfera che gravava sul paese. A differenza degli altri giorni, i giovani non si sono separati con saluti chiassosi e manate sulle spalle; hanno interpellato sotto¬ voce le loro donne che li attendevano in •piazza, sono1'entrati in silenzio nei due caffè del paese, affollati da giornalisti e da tecnici della televisione intenti al loro lavoro E' la seconda volta che i due locali pubblici di Sotto il Monte si trasformano in quartieri generali della stampa e della tv: la prima fu il tè ottobre 1958, quando Angelo Roncalli venne eletto capo della Chiesa cattolica. Allora tutte le collino attorno al paese erano costellate di grandi falò accesi in segno di gioia. Questa sera invece sono buie e silenziose contro il cielo che, dopo il tem porale, è tornato sereno. Gaetano Tumiati L'arolvescovo di Milano cardinale Montini ieri alla partenza per Roma In aereo, Giovanni Rota, il oontadino ohe fu compagno di scuola di Giovanni xxill, fotogradi. Linate. Con lui viaggiavano anohe i fratelli e la sorella del Papa (Telefoto) fato mentre prega nella chiesetta di Sotto il Monte, il paese natale del Papa (Tel.)

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Roma, Sesto San Giovanni