L'attentato al mafioso di Milano chiude una lunga catena di delitti

L'attentato al mafioso di Milano chiude una lunga catena di delitti Undici assassinii, alcuni tentati omicidi, sparatorie nelle strade L'attentato al mafioso di Milano chiude una lunga catena di delitti Denunciati a Palermo 37 banditi (15 già arrestati) - Divisi in due «gang», si sono combattuti per 4 anni a rivoltellate, raffiche di mitra, esplosioni di dinamite - Si contendevano il predominio nel settore delle aree fabbricabili (Dal nostro corrispondente) Palermo, 30 maggio. In un fascicolo di cent"dieci cartelle dattiloscritte, presentato ieri sera alla procura della Repubblica, la squadra Mobile e il nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri hanno tracciato un quadro esauriente dei crimini commessi nella provincia di Palermo in questi ultimi anni e imputati a due c gang » di mafiosi, in lotta fra loro per il predominio nel settore del contrabbando e delle aree edificabili. Il < dossier > contiene interessanti rivelazioni sui contrasti fra la banda capeggiata dai fratelli Angelo e Salvatore La Barbera, e quella guidata da Luciano Liggio e i fratelli Salvatore, Paolo e Nicola Greco. bdardPdntgndddrcgS«ba n e i ò o i sIl rapporto si conclude con\gla denuncia di 36 persone per\il reato di associazione a de LUnquere e di un'altra per /a-j voreggiamento personale In ; l'esca alla lista dei denunciati I è il palermitano Angelo La I Barbera, che la notte del H maggio è rimasto ferito in unì agguato a Milano, in viale \ Regina Giovanna, tesogli da elementi della banda avversaria, giunti da Palermo con il compito di eliminarlo. La metà dei denunciati vengono inoltre accusati di omicidi, tentati omicidi, sequestri di persona, occultamento di cadavere, attentati dinamitardi e minacce a mano armata. Quindici di essi sono già stati arrestati; ventidue sono irreperibili. Il rapporto degV inquirenti cita alcuni episodi della sanguinosa guerra fra le < gang * dei fratelli La Barbera e di Liggio-Greco e prende le mosse da un misterioso episodio avvenuto a Palermo il 14 settembre 1959 in via Lancia di Brolo. Quella sera tre sconosciuti, da bordo di un'automobile, spararono numerosi colpi di arma da fuoco contro l'ebanista Vincenzo Maniscalco. Egli era intimo amico del noto mafioso Gaspare Ponente, assassinato in via Filippo Corazza. Rimesso in libertà provvisoria (per la sua reticenza era stato incriminato di favoreggiamento) Vincenzo Maniscalco scomparve. Pochi giorni dopo questo attentato, venne ucciso, in via Messina Marine, il commerciante Filippo Drago, gestore di un negozio di profumeria, intimo amico del Maniscalco. In seguito scomparvero mafiosi Natale Carollo e Giuseppe Pisciotta. La loro fine venne messa in relazione con quella del Maniscalco, denunciata cinque mesi prima. Dopo questo episodio, il rapporto degl'inquirenti passa al giorno di Santo Stefano del 1962 quando, in piazza Principe di Camporeale, venne assassinato a colpi di pistola il mafioso Calcedonio Di Pisa. Secondo gl'inquirenti, egli sarsb- be stato soppresso da « ornici » dei fratelli La Barbera, i quali avrebbero subito dopo rincarato la dose, tentando di uccidere anche il compare del Di Pisa, Raffaele Spina. Contro di lui, l'8 gennaio scorso vennero sparate alcune rivoltellate in via Lancia di Brolo. Due giorni dopo, cioè il 10 gennaio, si ebbe l'attentato dinamitardo contro la fabbrica di acque gasate di proprietà di Giusto Picone, zio di Calcedonio Di Pisa. Appena sette giorni dopo, però, la banda di Salvatore Greco, appoggiata da Luciano Liggio, passò al contrattacco. Il 17 gennaio, infatti, scompare Salvatore La Barbera. La sua « Giulietta » venne troi-ata carbonizzata a Santo Stefano Qui- squina, in provincia di Agri\gento Suo fratello Angelo or\ganizzo subito la vcnaetta, La Ltcssa sera una carica di dina. j ; 11111111M111111 ti I ■ 1111 ti 11111111E11111111111 i 11111111 i IM mite fece saltare in aria la ca- sa di Salvatore Greco. Verso la metà di aprile si ebbe il fatto più agghiacciante. In via Empedocle Restivo, da una utilitaria, tre individui della < gang > dei Greco sparavano raffiche di mitra contro la pescheria Impero, dove si trovava Angelo La Barbera con Stefa7io Giaconia e Salvatore Crivello. Questi ultimi due rimasero feriti con il garzone Gioachino Cusenzio. Angelo La Barbera riuscì a scampare all'eccidio. La < gang > capitanata dal La Barbera rispose uccidendo il mafioso Vincenzo D'Accordi. Tre giorni dopo venne soppresso il meccanico Rosolino Gullizzi, crivellato dai colpi di pistola nella sua officina di via Principe Belmonte. Ancora due giorni dopo saltava in aria, nella sua villa di Cinisi (Palermo) per l'esplosione di una carica di tritolo collocata sotto l'auto, il capo mafia Cesare Manzella, legato ai Greco. Con lui moriva anche il suo fattore, Filippo Vitale. L'ultimo anello di questa catena sanguinosa è l'attentato di Milano conclusosi con il ferimento del La Barbera, f. d.

Luoghi citati: Brolo, Milano, Palermo