Ho lanciato un giovane scrittore che otto editori avevano respinto

Ho lanciato un giovane scrittore che otto editori avevano respinto CONFESSIONI DI PROFESSIONISTE "ARRIVATE,, Ho lanciato un giovane scrittore che otto editori avevano respinto Ebbe enorme successo - Le esperienze di Odetie Arnaud, «agente letterario» Montesquieu, un giorno, inventò questo dialogo: « Sono vent'anni che faccio il traduttore». — «Ma come, signor mio, da vent'anni avete smesso di pensare? ». Faccio Vagente letteraria dalla fine della guerra e, tante volte, nell'esercizio della mia -professione, ho potuto constatare come quel dialogo renda bene l'idea che, mi paesi latini, molti letterati si fanno del nostro lavoro. Alcuni ci considerano postini addetti al recapito di manoscritti o di libri. Altri si servono di noi anche per prenotare camere in albergo, fissare segretarie temporanee, acquistare fiori per qualche anniversario, scovare osterie dove si mangi bene e si spenda poco. Siamo assai lontani da quello che mi facevano sperare gli editori americani e certi scrittori francesi, incitandomi a fondare un'agenzia. « Dickens — dicevano — ha creato questa professione nel 18If2 quando, per difendersi dagli editori americani che pubblicavano i suoi libri senza corrispondergli diritti d'autore, nominò un suo rappresentante negli Stati Uniti. Che. cosa può essere più lusinghiero di un lavoro ispirato da lui? ». Ho ceduto a quel miraggio e, sebbene mi sia trovata tra l'incudine e il martello più spesso di quanto avrei desiderato, ho scoperto che il mio mestiere offre un'interessantissima possibilità di vivere nella Via Lattea degli scrittori a chi di per sé non sia una stetta. Il momento più stimolante di questa professione è la telefonata dell'autore noto o ignoto, il quale — ancorato alla propria scrivania — chiede di essere rappresentato perché siano difesi nel miglior modo possibile i suoi interessi, economici e morali, presso gli editori di tutto il mondo, presso la stampa, il teatro, la radio, il cinematografo, la televisione e, « tutti i sistemi di riproduzione meccanica presenti e- futuri.»f. come si Site. Iti ': ijatt : mómeii to Vagente ha l'impressione di essere diventato qualcuno. Potrà parlare in nome dell'ingegno, fare come se quell'ingegno tanto ammirato fosse suo e, pari a un diplomatico, negoziarne con le potenze ufficiali gli interessi vitali. Se non ha una speciale procura, non firmerà contratti ma sarà incaricato di farne rispettare le clausole. Privilegio, dovete ammetterlo, che inorgoglisce. Conoscerà, insomma, il godimento capillare del successo, di uno scrittore, senza le lunghe, durissime, spesso torturanti tribolazioni dei creatori. Il momento più penoso della professione è la lettera d'addio di un autore al cui fianco si è percorso, per molti anni, il cammino lento e talora lentissimo che conduce dall'oscurità in cui è avvolto un ingegno incompreso o non ancora rivelato, al-, la pedana del successo. Le fermate brusche sono poche, anzi pochissime — scatto verso l'indipendenza, ebbrezza dell'applauso, e bisogno psichico di cambiamento — ma bastano a farci apprezzare in pieno il valore dell'intimità intellettuale, stretta e leale, che si stabilisce tra il creatore e la persona che presenterà la creazione al mondo. Noi viviamo di quelTintimità e la nostra, migliore ricompensa è sentirci dire dall'autore che ci consegna un manoscritto, a volte incompiuto: « Siete il mio banco di prova »; oppure: « Siete una finestra aperta sull'estero, oltre il mio orizzonte ». Gli esempi più confortanti di quest'intesa si riscontrano negli Stati Uniti, paradiso degli agenti letterari. Harold - Ober, che ebbe l'onore di rappresentare Scott Fitzgerdld, può giustamente dire che la sollecitudine, i consigli, gli ingenti anticipi in danaro con cui sollevò la vita spesso dolorosa di quel romanziere hanno arricchito di un grande ingegno la letteratura mondiale; l'editore ed agente Maxwell Perkins, può dire altrettanto sulle particolari cure prodigate a Thomas Woolfe. Egli discuteva con lui ogni suo progetto letterario, ne seguiva la realizzazione, faceva copiare a macchina i suoi manoscritti e, soprattutto, gli assicurò la vita materiale nei primi penosi anni. Questa specie di catalisi nata dall'influsso esercitato da un autore sulla mentalità del suo rappresentante, ha un'utilità psicologica- Quando le loro sostanze non si combinano, o si combinano male, i risultati sono mediocri o nulli. Mi ricordo di aver rifiutato un romanzo giallo che non avevo « sentito » perché capivo male l'autore. Ebbene, quel romanzo fu preso dal primo editore cui fu offerto personalmente dall'autore. Vinse, quell'anno, i maggiori premi letterari detta sua categoria e diventò un « best-seller ». (E' vero, però, che l'autore non scrisse mai altro). In compenso, per aver «creduto » in un autore italiano, che mi cólpi pel suo garbo e per la sua fantasia, ebbi la gioia d'imporlo a un editore francese, più coraggioso di otto suoi cotteghi che in precedenza l'avevano rifiutato, e di partecipare così a uno dei più grossi successi librari mondiali del nostro tempo. « Un'agenzia letteraria è come una scuderia da corsa », mi ha detto recentemente un mio collega britannico. « Noi tentiamo d'individuare il buon corridore tra i puledri che si offrono alla nostra attenzione. Impegniamo a fondo entusiasmo, intelligenza, tempo per ■ allenarlo. Ma spetta atta fortuna condurlo al traguardo ». Od et te Arnaud

Persone citate: Dickens, Maxwell Perkins, Scott Fitzgerdld, Thomas Woolfe

Luoghi citati: Stati Uniti