II futuro sviluppo economico italiano minaccialo da scarsità di manodopera? di Arturo Barone

II futuro sviluppo economico italiano minaccialo da scarsità di manodopera? Preoccupante relazióne al convegno dell'Accademia dei lincei | II futuro sviluppo economico italiano minaccialo da scarsità di manodopera? Sono previsti 180 mila nuovi posti di lavoro all'anno • L'incremento naturale della popolazione potrà coprirne solo 65 mila - Le riserve di disoccupati si vanno esaurendo, anche per i non qualificati - Proposte per facilitare il rimpatrio degli emigrati, l'occupazione femminile ed il passaggio da un settore di attività all'altro (Nostro servizio particolare) Roma, 20 maggio. Al problema della futura disponibilità di manodopera nel nostro Paese è dedicato uh apposito convegno dell'Accademia del Lincei, 1 cui lavori sono stati inaugurati stamane alla presenza del ministro del Tesoro Tremellonl e di numerosi studiosi di economia e di statistica. La prolusione al convegno, che si concluderà mercoledì, è stata svolta dal prof. Livio Livi in una lucida quanto preoccupata relazione. Sulla scorta dei dati più recenti sull'andamento dell'occupazione e dell'emigrazione verso l'estero e tenendo conto della tendenza all'elevazione dell'età scolastica, il prof. Livi ritiene di dover richiamare l'attenzione delle autorità responsabili e dell'opinione pubblica sulla seguente inquietante prospettiva: nel giro di qualche anno, all'incirca- intorno al 1969, la scarsità di manodopera potrà costituire una pericolosa <strozzatura» nello sviluppò dell'economia Italiana. DI fronte ad un fabbisogno aggiuntivo di circa 180 mila unità all'anno — secondò 1 calcoli accolti dal programma di sviluppo in corso di redazione — l'incremento naturale della popolazione non ne assicurerebbe (dal 1963 al 1969) più di 65 mila. Per la differenza, si dovrà continuare ad attingere alle riserve di disoccupati e di sottoccupati; ma queste riserve, già notevolmente assottigliatesi negli ultimi anni di intenso sviluppo, non potranno durare ancora per molto. Alla preoccupazione largamente diffusa di una « stretta» dovuta alla insufficiente qualificazione della manodopera, si .dovrebbe, dunque accompagnare, secondo 11 Livi, la preoccupazione di una carenza assoluta, a carattere . quantitativo. • Se. il timore fosse giustificato, risulterebbero campate in aria le previsioni quasi unanimi che contemplano per il decennio 1963-73 un tasso di sviluppo annuo del reddito nazionale del 5 per cento. Basta questo accenno per intendere le. possibili gravi > o»ns$gfuenze .delcswiflca^. di . ijìia simile ipotesi, Giovi?: tuttavia osservare che altri studiosi che parleranno nei prossimi giorni non sembrano condividere il « pessimismo statistico » del prof. Livi. Coerentemente con la sua ipotesi, il relatore ha comunque ammonito a provvedere per tempo a fronteggiare la prevista scarsità di manodopera ricorrendo soprattutto alle seguenti misure di politica del lavoro: 1) favorire al massimo la mobilità intersettoriale (che oggi si aggira sulle 200 mila unità annue), ossia il passaggio da settori poco remunerati a settori meglio remunerati con un adeguato sviluppo dell'istruzione professionale; 2) facilitare il rimpatrio degli emigrati, specie di quelli già professionalmente preparati; 3) utilizzare maggiormente la manodopera femminile. Su quest'ultimo punto la prof. Nora Federici ha presentato al convegno una memoria statistica apposita, di carattere estremamente problematico. Eeqalfqsd(nspdbu1IlllllllllllllllllllIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllll E' infatti impresa disperata, e scientificamente impossibile quella di avanzare previsioni attendibili circa l'entità dell'aumento della manodopera femminile nei prossimi dieciquindici anni. Essa si limita pertanto a suggerire una serie di provvedimenti di carattere sociale (istituzione capillare di asilinido, . scuole > materne, doposcuola, lavanderie sociali, imprese collettive per le pulizie domestiche, ecc.) che potrebbero rappresentare"— oltre che un sollievo per le donne oggi 1111 r 111 il 1111111111m11 ■ 11111111111m1111111 ri 1111J11111m troppo sacrificate dal doppio lavoro — anche uno stimolo per le casalinghe coniugate a svolgere un'attività extra-domestica e per le giovani lavoratrici che si sposano, a non abbandonare tale attività al momento del- matrimonio. Arturo Barone

Persone citate: Livi, Livio Livi, Nora Federici

Luoghi citati: Roma