La Corte dopo dodici ore di camera di consiglio decide che il processo Fenaroli deve continuare di Guido Guidi

La Corte dopo dodici ore di camera di consiglio decide che il processo Fenaroli deve continuare La Difesa ha perduto la «uà prima grande battaglia La Corte dopo dodici ore di camera di consiglio decide che il processo Fenaroli deve continuare Alcune eccezioni di nullità sono state respinte, per altre ci si é riservato di decidere - La drammatica giornata di attesa, mentre in aula aumenta la tensione - I giudici, ritiratisi alle 10,20 del mattino, hanno emesso l'ordinanza dopo le 10 dì sera - In apertura d'udienza, l'avvocato Giacomo Primo Augenti aveva concluso la sua appassionata arringa per chiedere che il dibattimento fosse sospeso e l'istruttoria rifatta (Nostro servizio particolare) Roma, 14 maggio. La sentenza istruttoria che ha- portato sul banco degli im-' putati Giovanni Fenaroli e Raoul Ghiani è valida sotto il profilo giuridico e il processo continua, senza alcuna interruzione, domani: questo hanno deciso i giudici della Corte d'Assise d'appello dopo avere preso in esame per circa 12 ore le eccezioni sollevate dalla difesa. Alle 10,20 del mattino, la Corte si era riunita in camera di consiglio; dopo le 10 di sera il presidente dott. Nicola D'Amario ha annunciato le decisioni. Mentre Giovanni Fenaroli è rimasto impassibile, Raoul Ghiani non è riuscito a nascondere un moto di stizza quasi avesse covato una segreta speranza su un successo sia pur parziale dell'iniziativa assunta dai difensori. La Corte, però, non ha respinto tutte le questioni prospettate dagli avvocati di Fenaroli, Ghiani ed Inzolia. Per quelle, diciamo cosi, che sono unite al merito della vicenda i giudici si sono riservati di decìdere in un secondo momento dopo avere approfondito le indagini. Per esempio: i difensori hanno sostenuto che talune prove «sono state assunte con un metodo fraudolento ed intimidatorio»; che i biglietti di Giovanni Fenaroli a Ghiani e ad Inzolia, intercettati da Vincenzo Barbaro e consegnati al giudice istruttore, sono stati acquisiti illegalmente alla istruttoria.; che taluni elementi, come il testo delle intercettazioni telefoniche, non sono stati messi a disposizione dei difensori: che il sistema adottato per acquisire al processo i gioielli di Maria Martirano trovati nel laboratorio della Ditta Vembi è In contrasto con le norme della procedura come in contrasto dovrebbero essere ritenuti i riconoscimenti di Raoul Ghiani da parte di Reana Trentini e di Bernardino Ferraresi. Ebbene: per questi argomenti i giudici decideranno .soltanto dopo avere interrogato gli imputati e dopo avere ascoltato le arringhe dei difensori. Sono state invece considerate giudiziariamente valide la perizia tecnica sui micro filma attraverso la quale,; i giudici della Corte d'Assise dissero, a suo tempo, che la mattina successiva al delitto Ghiani non aveva compiuto alcuna riparazione alla mac china nei locali del Banco Po polare di Milano come egli invece aveva sostenuto per dimostrare che non poteva essere stato a Roma; la perizia automobilistica compiuta per stabilire se Ghiani potrebbe essere arrivato alla Malpensa la sera del delitto in tempo per imbarcarsi sull'aereo per Roma; le ^deposizioni di Egidio Sacchi. Si è cosi conclusa questa prl ma parte del processo con una sconfitta della difesa. Man mano che il tempo passava, dopo che la Corte si era riti rata in camera di consiglio, la tensione nell'aula cresceva. All'ora del pranzo molti del pubblico si erano allontanati ma poi erano tornati per ascoltare l'esito della lunghis sima discussione che si 6 svolta tra i giudici. L'arringa che il prof. Augenti aveva svolto prima che l'udienza pubblica fosse sospesa aveva infatti destato molta impressione. Tra gli avvocati della difesa, non pochi lasciavano trapelare le speranze che la richiesta di annullamento dell'istruttoria fosse accolta. Ieri, dopo l'intervento del procuratore generale dott. De Matteo, aveva nuovamente pieso la parola il prof. Augenti. Ma non aveva concluso: si era riservato di aggiungere qualche altro argomento alle sue dichiarazioni questa mattina. Ed oggi, Infatti, ha ag giunto poche parole soltanto come era nel programma « Vi ho parlato — ha detto il prof. Augenti — del sistema non ortodosso con cui sono stati trovati 1 gioielli trafugati nell'appartamento del delitto. Vi ho dimostrato cioè che esiste un episodio il quale da solo è sufficiente per rendere nulla tutta l'istruttoria. Vi ho dimostrato che quando furono trovati i gioielli di Maria Martirano non furono avvertiti difensori- di Ghiani che pur erano interessati a questo ritrovamento; inoltre 11 magi strato che si interessò a questo episodio, e cioè 11 giudice istruttore dottor Modigliani del Tribunale di Roma, non era competente per territorio a compiere l'indagine. « Infine, voi giudici non po tete accettare i risultati della perizia automobilistica che ven . ne compiuta senza alcuna ga ranzia per la difesa e p°r l'imputato. Non potete limitarvi a dire che in questa istruttoria si sono avute delle nullità sanate e sanabili. Infatti In questo caso si sono avute delle nullità assolute, delle nullità che si verificano quando si è usato un mezzo per ottenere un fine diverso da quello che èttcEst sarebbe dovuto ottenere. Si è già detto che la Corte emetterà un'ordinanza nella quale si spiegherà che noi abbiamo torto. Ma io'credo ancora nella giustizia e nella vostra indipendenza ». ' «Non è con i mezzi illeciti che si può costruire la verità. Ed In questo processo tutto è stato fraudolento sin dal primo momento. A voi giudici popolari soprattutto io mi rivolgo, perché, a voi, soprattutto, spetta la decisione. Siete voi che dovrete pronunciare una parola solenne di libertà e di verità perché tutti sappiano che la procedura, comunque, deve essere rispettata perché è l'unica salvaguardia per tutti. Quando il diritto processuale langue, la libertà del popolo muore ». Erano le 10,20 di stamane quando il prof. Giacomo Primo Augenti, difensore di Giovanni Fenaroli, ha concluso, con questa frase, il suo intervento, l'ultimo di una discussione prolungatasi per quattro udienze. Un attimo dòpo i sei giudici laici e 1 due giudici togati si sono riuniti in camera di consiglio per decidere. E per rendersi conto di quanto importante fosse la decisione è sufficiente un dettaglio: la dichiarazione di nullità della sentenza istruttoria o di qualche altro atto compiuto dal giudice istruttore avreb be comportato automaticamente la scarcerazione immediata di Giovanni Fenaroli e Raoul Ghiani. Ed è cominciata così un'attesa che doveva prolungarsi per dodici ore, quante, cioè, erano state necessarie ai giudici della Corte d'Assise, due anni or sono, per risolvere una questione identica. Inizialmente Fenaroli e Ghiani sono rimasti nei sotterranei del Palazzo dì Giustìzia, poi sono stati trasfe¬ smiiiMiiiimiiiiiiiiiimniimiiiiimmiiimniii riti a Regina Coeli per 11 pranzo, ma alle due del pomeriggio ' erano nuovamente in due stanzette separate attigue all'aula della Corte d'Assise. E 11 sono rimasti sino a quando i giudici non hanno terminato la loro lunga riunione ih camera di consiglio. Guido Guidi L'avv. Augenti, difensore di Fenaroli, dopo la sua appassionata arringa (Telef.)

Luoghi citati: Inzolia, Martirano, Milano, Roma