Due cameriere diciassettenni scomparse forse sono fuggite con un saltimbanco

Due cameriere diciassettenni scomparse forse sono fuggite con un saltimbanco Da un mese due famiglie valdostane in ansia Due cameriere diciassettenni scomparse forse sono fuggite con un saltimbanco Lavoravano in un ristorante di Ivrea - Una di esse era corteggiata da un giocoliere di piazza che gira per il Piemonte (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 8 maggio. (f.) Due famiglie valdostane sono in ansia da un mese per la scomparsa di due loro figliole: Raimonda Gabino e Genoveffa Vuillermoz, entrambe di diciassette anni. La Gabino abita e- risiede a Mongiove, la Vuillermoz è di Champoroher ma da qualche mese la famiglia si è trasferita come affittuaria in una cascina della frazione San Germano di Borgofranco. Le due ragazze lavoravano entrambe come cameriere al ristorante dell'albergo Oriente, a Ivrea; lasciato il lavoro la sera di sabato 6 aprile, al mattino del lunedi non si ripresentarono, e da allora le loro famiglie non hanno più saputo nulla. La sera del 6 aprile, cessato il lavoro, la Gabino si recò in famiglia, a Mongiove, e trascorse in casa la giornata della domenica; la mattina dopo in corriera tornò a Ivrea per riprendere il lavoro al ristorante. Si presume che si sia incontrata con la collega e amica Genoveffa Vuillermoz, la quale aveva già deciso la fuga, inducendola a seguirla. Ai primi di marzo i coniugi Scav&rdc, proprietari del¬ l'albergo -i ristorante Oriente, avevano assunto Genoveffa Vuillermoz aggiungendola alla Gabino e a un'altra cameriera. La Vuillermoz è un temperamento fantasioso, irrequieto, che ha dato molti dispiaceri ai genitori. Tutti, a quanto pare, motivati dalle sue fughe da casa. Dieci giorni dopo aver preso servizio all'Oriente, Genoveffa si eclissò. Non vedendola arrivare al mattino, il signor Scavarda avverti il padre. Egli aveva dei sospetti, e furono essi a guidare le sue ricerche. Da tempo la ragazza amoreggiava con un giocoliere di piazza, un giovanotto chiamato Pivel. Per giorni e giorni il signor Vuillermoz girò i paesi attorno a Ivrea, e finalmente incontrò a Vtverone il giocoliere. Gl'impose di rivelargli il rifugio della figlia, e Pivel lo condusse da una famiglia di Viverone presso la quale Genoveffa- aveva trovato lavoro come domestica. Il padre la riportò a casa. La ragazza promise di ravvedersi, ma è evidente che la sua promessa serviva a mascherare le sue vere intenzioni. «Visto che la mia presenza in casa non è più gradita — ha scritto Genoveffa ai geni- tori in una lettera spedita da Ivrea l'8 aprile — ho deciso di andarmene via per sempre. Non ne posso più di questa vita. Vado in Svizzera a lavorare. Quando mi sarò sistemata vi manderò l'indirizzo, e appena potrò vi farò avere tanti soldi. Non fatemi cercare, se no giuro su Dio che mi ucciderò >. E' soprattutto una lettera sconclusionata, ma che tiene in angoscia i genitori, e altrettanto quelli della Gabino. Dove sono andate a finire le due scervellate? Una voce afferma che esse girino per le fiere e i mercati insieme con Pivel, che intrattiene la folla con i suoi giochi. Raimonda Gallino, di Mongiove (a sin.) e Genoveffa Vuillermoz, di Qhamporcher, le due diciassettenni scomparse da Ivrea. Non hanno più dato notizie da un mese

Persone citate: Gallino, Scavarda, Vuillermoz