Nuova assoluzione del mugnaio di Alba accusato d'aver avvelenato mezzo paese

Nuova assoluzione del mugnaio di Alba accusato d'aver avvelenato mezzo paese Nuova assoluzione del mugnaio di Alba accusato d'aver avvelenato mezzo paese Prosciolto per insufficienza di prove dalla Corte d'Assise d'appello di Genova - Secondo l'imputazione avrebbe mischiato del tossico alla farina per danneggiare un fornaio (Dal nostro corrispondente) Genova, 7 maggio. Il mugnaio di Benevello d'Alba — accusato di aver avvelenato mezzo paese mischiando del tossico alla farina — è stato assolto. La Corte d'Assise di Appello di Genova, dove si è svolto il processo per ordine della Cassazione, l'ha prosciolto per insufficienza di prove. L'imputato è il sessantacinquenne Guglielmo Scaglione. Doveva rispondere di 54 reati di lesioni volontarie aggravate (tante erano state le persone intossicate a Benevello) e di avvelenamento di sostanze alimentari. Il fatto accadde il 4 aprile '57. Secondo l'accusa lo Scaglione voleva danneggiare un fornaio suo rivale, Luigi Gandolfo. L'Assise di Cuneo, tuttavia, lo assolse con formula dubitativa; l'Assise di Appello di Torino lo condannò, invece, a 3 anni e 8 mesi. La Suprema Corte, infine, cassò il verdetto e decise un nuovo dibattito. La sede fu fissata a Genova. Il quarto processo si era iniziato il 18 aprile; dopo una lunga pausa è proseguito e s'è concluso oggi. Il procuratore generale dott. Mancini aveva chiesto ai giudici la conclan na del mugnaio a diciannove anni di reclusione, dei quali due condonati. La difesa, sostenuta dagli avvocati Quaglia di Torino e D'Andrea di Genova, aveva invece insistito sull'assoluta mancanza di prove in ordine all'intervento diretto dello Scaglione nell'avvelenamento della farina con I'arseniato di piombo. La presenza del tossico — secondo la difesa — poteva essere interpretata nei modi più diversi, in quanto tale sostanza è normalmente usata dalla comunità agricola di Benevello per i lavori in campagna. Pertanto non si poteva escludere che il veleno si trovasse in un sacco utilizzato prima per il trasporto del disinfestante e poi per quello della farina al forno del Gandolfo. Tanto più che la proporzione del veleno nella farina venne stabilita — dalla perizia condotta sul pane — in termini diversi da quella rivelata dalla stessa perìzia nella farina dello Scaglione. Il perito, 11 dott. Vainer Salati del Centro chimico enologico di Alba, si è presentato stamane davanti alla Corte. La sua deposizione non ha però sostanzialmente risolto il dubbio che assillava i giudici: cioè come il veleno fosse potuto finire nella farina. Sulla scorta di questa deposizione la Corte ha preso la decisione di assolvere il mugnaio di Benevello per insufficienza di prove. I giudici sono rimasti in camera di Consiglio per oltre un'ora e mezzo. n. b. lllllllllllHIIIIII t Hill UHI!! Illllt IHK1KHH111 11 I II 1111 11 i I II 1111111 11 I II 1111 II I il 111 III III III H Guglielmo Soaglione, il mugnaio assolto a Genova (Tel.)

Persone citate: D'andrea, Gandolfo, Guglielmo Scaglione, Guglielmo Soaglione, Luigi Gandolfo, Mancini, Scaglione, Vainer Salati