Lento progresso della psichiatria dal tempo delle streghe ad oggi

Lento progresso della psichiatria dal tempo delle streghe ad oggi Trecento anni di studi sui corvetto umano Lento progresso della psichiatria dal tempo delle streghe ad oggi Un medico olandese raccomandò, nel Cinquecento, la rasatura dei capelli per «fare evaporare i fumi che feriscono la memoria» - Il ciarlatano che inventò un olio per «rafforzare il tessuto cerebrale» - Un anticipatore dell'elettroshock - Soltanto alla fine del secolo scorso cominciò per la psicologia e la psicoterapia la vera età moderna La situazione attuale della psichiatria e della psicologia medica è indubbiamente assai diversa da quella della medicina generale. L'esistenza di numerosi indirizzi e scuole; le divergenze e diatribe terminologiche; la soggettività e relatività dei sistemi descrittivi; l'arbitrarietà nelle classificazioni; lo stadio iniziale a cui bì trova ancora la psicoterapia...: tutto questo fa si che non si possa parlare di una « materia > psichiatrica negli stessi termini unitari in cui si parla di altre diacipline mediche. La psichiatria e la psicologia medica risentono fra l'altro tuttora delle interferenze filo sofiche, religiose, sociali e persino politiche a cui sono state soggètte nei secoli pas sati. Nessun male fisico, nes sun problema relativo al corpo umano ha provocato le passioni, le controversie, le illusioni, le aberrazioni e i vaniloqui che hanno suscitato e tuttora in parte suscitano i disturbi mentali La documentazione più preziosa a suffragio di que ste osservazioni è stata rac colta con grande sagacia e infinita pazienza da due psi chiatti inglesi, Richard Hunter e Ida Macalpine: i quali hanno messo insieme, < pubblicato in bellissima ve ste, centinaia di scritti sui problemi psichiatrici, apparsi tra il 1535 e il 1860. La straordinaria antologia di oltre mille pagine s'intitola Thr.ee Hundred Years of Psychiatry («Trecento an ni di psichiatria ») ed è usci ta da poche settimane a cu ra della Oxford University Press. Gli autori di cui si ripor tano gli scritti e i pareri non sono, s'intende, soltan to dei medici: vi troviamo filosofi, scrittori, teologi uomini di Stato, dottrinari più o meno fanatici, e persino ciarlatani. Vi figurano un Papa, un sovrano, l'Arcivescovo di Canterbury, il sommo Cartesio, il romanziere Defoe, il nostro grande Morgagni, Beniamino Franklin — per dire dei primi che capitano sott'occhio scorrendo l'indice... Nel Cinquecento, si pose fra l'altro la questione se taluni disturbi del pensiero e della condotta fossero do vuti a cause naturali o so prannaturali : in altre parole, se certi individui fossero ammalati o indemoniati, e se le streghe fossero vera mente streghe, oppure — oggi si direbbe — soggetti isterici e deliranti. L'anto logia di Hunter e Macalpine riporta il coraggioso intervento di Reginald Scot, che come giudice di pace in un distretto rurale aveva dovuto giudicare molti casi di presunta influenza diabolica « Non stregoneria, ma melanconia » — proclama Scot, intendendo con « melanco hia » l'assieme dei turba menti psichici di « molte povere vecchie donne ». Si era nel 1584. Tredici anni dopo, il futuro re Giacomo I d'Inghilterra pubblicava la sua Demonologia, in cui si scagliava contro le « danna bili opinioni » di Scot, e so steneva che non poche fra quelle « povere vecchie » erano streghe sul serio. Sa lito al trono, promulgò nel 1604 un nuovo « Atto sulle streghe », assai più severo di quello elisabettiano del 1563, e che diede origine a una nuova serie di accuse e di processi. All'atto pratico, tuttavia, Giacomo mostrò di saper distingueree nel 1605 comunicò al suo segretario di Stato, il conte di Salisbury, i risultati di una sua personale indagine relativa a una donna, Anne Gunter, che era caduta in sospetto di stregoneria: la donna — dichiarò il re — era stata gravemente, ammalata, e molte sue stranezze erano state provocate dalla malattia; adesso era guarita, stava per sposarsi e tutto era in regola... Pro babilmente, questa è l'unica « perizia psichiatrica » effettuata e riferita da un so vrano regnante, da che mondo è mondo! Chi volesse raccogliere le stramberie e le aberrazioni contenute nell'antologia metterebbe insieme una raccolta a parte, non si sa se più ridicola o più lamentevole, tLord Cancelliere Sir Thomas More disserta gravementenel Cinquecento, sui pregdella cura « con battiture e correzioni », per i poveri de menti del Bethlem Hospital. Il medico olandese Levinus Lemnius, nel 1561, raccomanda la rasatura dei capelli, perché mediante tale pratica « i grossi vapori che feriscono la memoria hanno più possibilità e libertà di fumigar fuori e di evaporare». Nel secolo successivo Nicholas Culpeper, medico e astrologo, insegna come si possano distinguere i mali fisici da quelli mentali studiando la disposizione degli astri nell'oroscopo del soggetto da esaminare. Secondo William Drage (1665), un caso di personalità dissociata si spiega con la presenza, nello stesso indivìduo, di due diavoli diversi. Vengono prescritti i rimedi più vari: «pillole cefaliche», « spirito vertiginoso », « idigesti vo ipocondriaco », « elisir paralitico ». Peter Shaw raccomanda il succo d'uva (1724), Bayne Kinneir la canfora ( come « antimaniacale », 1727). Il colmo è raggiunto da un ciarlatano, Thomas Fallowes, che ai pri mi del Settecento esalta, e fa pagare a caro prezzo, il suo « incomparabile oleum cephalicum » — un intruglio con cui spalmava il capo dei pazienti, e che produceva « piccole pustole, aprendo le parti in cui si condensano i neri vapori, rafforzando 11 tessuto cerebrale, e dando libertà al sangue e agli spiriti rinchiusi ». Le moderne cure di shock trovano una cervellotica anticipazione ad opera del pur gddcdvrledmpsqnndtbvntddmtomatatudsdaskgmlpcfpp„ad■ IIIMIIIllllllMIIIIItlllllllllllllllinilllllllllItlIflIlll grande Van Helmont, medico e filosofo olandese, fondatore della scuola iatrochimica. Questi consigliava di acquietare «le troppo violente ed esorbitanti operazioni della vitalità animale » (causa, a suo avviso, della follia), sospendendo il malato per i piedi a una puleggia, e calandolo a testa in giù in un bacino d'acqua, sino a temporaneo annegamento. Van Helmont non si nascondeva i pericoli di una simile cura, ammettendo che qualcuno, per debolezza o per paura, qualche volta moriva: per cui era necessario effettuare il trattamento... « col permesso del magistrato » ! Costituiscono una specie di contraltare a simili enormità vari preziosi contributi, di persone famose od oscure che hanno effettivamente anticipato di molti anni — talvolta di secoli — talune vedute o scoperte anche recentissime. Un certo George Trosse offre con umiltà, nel 1656, un'esatta descrizione di come si era sentito diventar pazzo — dei suoi terrori, delle sue allucinazioni e, infine, della sua guarigione. Robert Hooke, nel 1680, disserta con grande acutezza sul problema della memoria, e indica le eventuali proprietà terapeutiche di un agente allucinogeno, il bangue. L'in fluenza della musica sui processi psichici, e la sua tpmpltJqgdaCngpossibile 'utilizzazione nelle „~ • • L.„_j.-n „f„ affezioni mentali, sono stu- diate in un trattato del dot- lllitllIllllilllllllllllllIlllllllllllllllllllllllllIIICIIIII tor Richard Brocklesby, ap parso nel 1749. La necessità di avvicinare i malati mentali con tatto e comprensione, integrando psicologia e medicina, è sostenu ta dal medico e filosofo John Gregory (1765). E' quasi superfluo ricordare gli altri più famosi pionieri del Settecento, da Hartley a Reid, da Morgagni a Crichton. Ed è ovvio che nell'ultima parte della raccolta sia rappresentato ciò che di meglio ha dato la psichiatria dell'Ottocento, sino alle soglie dei grandi rinnovamenti operati sia in Inghilterra, sia nell'Europa continentale. Hunter e Macalpine si sono fermati al 1860: Freud aveva, allora, quattro anni. Emilio Servadio

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