La dc prenderà la sua decisione dopo le riunioni degli altri partiti di Vittorio Gorresio

La dc prenderà la sua decisione dopo le riunioni degli altri partiti Il governo cHg si arra «a metà maggio La dc prenderà la sua decisione dopo le riunioni degli altri partiti Le scelte definitive saranno note in settimana - L'on Saragat insiste sulla necessità di uri monocolore democristiano sostenuto dai gruppi di centro-sinistra - Su quest'argomento avrebbe scritto una lettera a Moro e stamane dovrebbe incontrarsi con Nenni -1 socialisti vorrebbero lasciare in carica il governo Fanfani Il sottosegretario Delle Fave dichiara che presidenti delle due Camere rimarrebbero Merzàgora e Leone (Dal nostro corrispondente) ,mRoma, 6 maggio, Ogni sviluppo della situazione sembra subordinato alle decisioni che prènderanno i socialisti. La direzione del.loro partito è convocata per il pomeriggio di domani e proseguirà i suoi lavori anche nella giornata di mercoledì, dovendo definire due essenziali questioni: la data del prossimo congresso nazionale (in luglio o in ottobre) e l'atteggiamento da tenere nei riguardi delle due possibili forme di governo che oggi si prospettano (conferma dell'attuale formazione di centro-sinistra o costituzione di un monocolore d'affari). Da queste scelte sarà, largamente determinato l'atteggiamento della, stessa de. Von. Moro ha difatti bisogno di conoscere la durata dell'attesa delle decisioni socialiste in ordine ad unp. eventuale partecipazione del psi ad un, governo di centro-sinistra: nel caso di un'attesa di breve durata (congresso in luglio) l'opportunità di dar vita ad un governo diverso dall'attuale ri sulterebbe scemata, mentre un'attesa più lunga potrebbe forse consigliare di prendere in esame l'utilità di una vera e propria fase di transizione. In secondo luogo, tuttavia, l'atteggiamento dei socialisti nei riguardi di un monocolore appare ugualmente determinante, poiché senza l'appoggio o l'asten.-ione del psi, un monocolore democristiano difficilmente potrebbe reggersi in Parlamento. ' Questo'-è il'm'otivo essenziale, che ha fino ad'oggi trattenuto Moro dal convocare la direzione della Jlc per un .esa Il I II 11111M M11H II 11 II IMIM MI III 111M111M11M U m t me della situazione politica n m l n a r i i 1 e i n n e e oesi ; no ? io emntndi di trali di li. ehlaala otla sa (la riunione delia scorsa settimana fu esclusivamente dedicata, come si sa, ai problemi delle elezioni regionali in Sicilia). Pertanto, mentre gli altri partiti hanno già provveduto a convocare i propri organi direttivi (il psdi ed il msi per domani pomeriggio, il pri mercoledì, a pei giovedì) Moro ha preferito rinviare per potersi presentare alla direzione con un migliote grado di conoscenza della situazione politica generale. E' un'esigenza legittima, che tuttavia determina qualche malumore fra i dorotei ed i centristi della de, poiché sembra diretta a favorire il mantenimento dello status quo anche sul piano governativo. Se si ritarda la riunione della direzione, ovviamente ritarda anche la possibilità di una convocazione del consiglio nazionale del partito, il solo organo competente per deliberare un'eventuale nuova formula governativa, cioè il passaggio dalla coalizione di centro-sinistra a un ministero monocolore di transizione. Si avrebbe un cambiamento politico che solo il Consiglio nazionale 6 statutariamente autorizzato a sanzionare. Il tempo, d'altra parte, comincia a stringere. Una decisione di questo genere comporta inevitabilmente lunghe ed accese discussioni in seno al Consiglio nazionale, mentre la data per le dimissioni del governo e guindi per l'apertura di una crisi è già fissata irrevocabilmente al 16 maggio, e quindi è prossima. Sa prima di quella data non sarà intervenuta la decisione di mutare politica, la de non potrà che confermare la sua indicazione a favore del mantenimento della formula attuale, e le dimissioni del governo Fanfani avrebbero quindi, praticamente, carattere formale e non sostanziale. Di ciò si dolgono gli avversari di Fanfani che temono che il ritardo frapposto da Moro tolga loro l'occasione più propizia per far cadere l'attuale presidente del Consiglio, come e negli obiettivi di molti che pur si dicono fautori della prosecuzione, sotto altra guida, della politica di centro-sinistra. Un ulteriore elemento che sembra contribuire alla conservazione dello status quo, oltre alla mancata convocazione della direzione e del Consiglio nazionale della de, è la mancata apertura di ogni dibattito o trattativa fra i diversi partiti circa il problema dell'elezione dei presidenti delle due nuove Camere. Secondo una dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, on. Umberto Delle Fave, <l'orientamento generale è per -mantenere sta a Palazzo Madama che a Montecitorio gli attuali presidenti», onorevole Giovanni Leone e senatore Cesare Merzàgora. E' un sintomo, anche questo, di una prudenza ispirata al desiderio del quieta non movere, poiché è evidente die ogni minimo spostamento che si dovesse oggi intraprendere a livello delle investiture alle più alte cartelle dello Stato comporterebbe sul piano politico e parlamentare reazioni a catena di cui è difficile prefigurare la portata. Anche Saragat è propenso al mantenimento dello status quo a Montecitorio ed a Palazzo Madama (si smentisce che egli abbia caldeggiato l'elezione dell'on. Paolo Rossi alla presidenza della Camera) e se ciò non sminuisce la sua convinzione che un governo monocolore sarebbe preferibile all'attuale di centro sinistra, indica almeno che egli non cerca di raggiungere il suo scopo per vie traverse, quali sarebbero quelle che facessero aprire una crisi governativa per ragioni indirette. Difatti Saragat considera, al pari di Moro, che è innanzitutto necessario conoscere l'atteggia mento dei socialisti^ ed egli appunto si propone di incontrarsi nella giornata di domani con Nenni, che rientrerà a Roma da Formia. Egli dovrebbe quindi essere il primo a consultarsi con il segretario del psi (la voce di un colloquio che sarebbe avvenuto ieri tra Nenni e Moro a Formia o a Turrita Tiberina dove il segretario della de era andato a trascorrere il week end, è stata oggi smentita) per avere con lui un franco scambio di vedute circa il mo do migliore di rilanciare il cenidi pesizsiastarenibiavsimsiSarezimgupanoqusisedlabmpdcausicol'simpradsitutrrdtacvptdqvdpvnnleptl'gccfptFcsscpigptdpCc6mzs a n e n a o e o a e e i i e o a e a i a i e centro sinistra dopo le elezioni. E' ormai ben noto il punto di vista di Saragat, che propende per un governo di transizione, monocolore, che non sia presieduto da Fanfani. A giudizio di Saragat, sono stati commessi errori nella direzione politica del centro sinistra, evidentemente imputabili a Fanfani. Si sarebbero avute manifestazioni di «massimalismo verbale tedi € estrosità dilettantistiche », colpe che Saragat sembra voler attribuire ai programmi di pianificazione di La Malfa, e il miglior modo per ovviare alle conseguenze appare a Saragat il passaggio ad un governo monocolore. Esponendo a Nenni queste considerazioni, Saragat si riserva inoltre di fargli osservare che è nell'interesse del psi tenere il congresso nella condizione di massima libertà, cioè senza troppi legami, in una situazione politica più serena, sdrammatizzata dai residui di tensione delia campagna elettorale. Se Nenni dovesse temere un'involuzione centrista della situazione governativa come conseguenza del passaggio dall'attuale coalizione di centro sinistra ad un monocolore democristiano. Saragat sarebbe pronto ad offrirgli chiare garanzie, nella propria qualità di esponente del partito che si considera il perno insostituibile di ogni politica di centro sinistra. Comunque, Saragat ritiene che Nenni non dovrebbe avere interesse a mutare l'astensione dei gruppi so ciaZisti in opposizione al governo monocolore per non compromettere la ripresa del cen: tra sinistra dopo il congresso del psi. Con questo spirito e con questi intendimenti Saragat vorrebbe proporre domani alla direzione del suo partito di pronunciarsi a favore del governo monocolore di transizione, non presieduto da Fanfani, e ciò allo scopo di bruciare le tappe, premendo sugli altri partiti perché facciano altrettanto. Del resto, per non dare l'impressione di voler mettere gli alleati davanti ad un fatto compiuto, Saragat ha avuto cura in questi giorni di informare preventivamente delle proprie intenzioni tutti gli interessati. Ha già parlato a Fanfani durante la colazione cui lo aveva invitato sabato scorso il presidente del Consiglio; si sarebbe incontrato con Von. Reale, segretario del pri, e a Moro, infine, avrebbe inviato una lettera esponendogli con precisione il proprio punto di vista. In ogni modo, ceddmmpsltrrsss■ainiiiiiiiiiiiiiiiiiiiaiiiaiitiittiiiiitiiif il e ii »i come ha affermato nel suo editoriale per La Giustizia di domenica, « quando si tratterà di decidere noi lasceremo, come è giusto, al partito di maggioranza relativa l'ultima parola ».. Come si è detto, la de si riserva di dire questa sua parola dopo aver conosciuto l'atteggiamento socialista. La direzione democristiana si riunirebbe quindi venerdì per una sessione ohe avrebbe tuttavia solo carattere interlocutorio, secondo quanto prevede Z'Adn «pMbstnsimbdlsgrCllIlltlllllII.IIIIItlllllIlllftlllllllllllllllllllllIIII1]ll «in quanto la segreteria del partito, e in particolare Von. Moro vorrà' investire dei problemi politici attuali il massimo organo centrale del partito e cioè il Consiglio Nazionale. Quest'ultimo potrebbe essere convocato all'incirca per il tt o 18 maggio ». Se l'informazione è esatta, se ne avrebbe la conferma nel desiderio di Moro di non cambiare politica; da altre fonti, del resto, si afferma c,he il Consiglio Nazionale sarebbe addirittura rinviato a dopo le ele¬ zvqlefilaSrtsfblmlllltllllll llllllllEflIIItlllllllllllllllllllJllllllllllll zioni siciliane del 9 giugno. L'ultima parola della de dovrebbe quindi tardare, comunque, anche perché si attendono le riunioni di corrente che definiscano le varie posizioni sulla nuova situazione politica. Si annuncia prossima una riunione della corrente dorotea, a data ancora non conosciuta, mentre i centristi che fanno capo all'on. Sceiba avrebbero già fissato la propria per la giornata di sabato o domenica. Vittorio Gorresio lllIlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMIIIIIlB

Luoghi citati: Formia, Roma, Sicilia