Sono giunte al traguardo di Torino cinquantanove gloriose auto da museo

Sono giunte al traguardo di Torino cinquantanove gloriose auto da museo APPLAUDITE SULLE STRADE DA ALI DI FOLLA COME I CICLISTI Sono giunte al traguardo di Torino cinquantanove gloriose auto da museo Alla media di 20 chilometri all'ora hanno impiegato sei giorni per arrivare da Parigi - Erano partite in 67: solo otto ritiri durante il percorso In una nuvola di fumo hanno superato i dislivelli dell'ultima, più faticosa tappa - La classifica per categorie, tenuto conto del tipo e dell'età La gara delle vecchie automobili si è conclusa ieri a Torino.. Alla seconda Coppa internazionale del Musei dell'automobile si erano iscritte 67 vetture di cui 62 erano partite da Parigi il 27 aprile. Poche le defezioni lungo la corsa. Dopo cinque tappe passando per Blois, Nevers, Lons-leSaunier, Ginevra, 59 macchine erano arrivate giovedì sera a Bardonecchia, e tutte e 59 sono giunte ieri a Torino, accolte con calorosi applausi dalla folla che si accalcava al Va tentino, davanti al Museo del l'automobile. L'ultima tappa presentava una certa difficoltà sulle pendenze che da Bardonecchia, 1300 metri di altitudine, scendono ai 500 metri di Susa: motori e freni venivano sottoposti a brusche sollecitazioni. Inoltre al 14° chilometro una contropendenza lunga un paio di chilometri impenna la strada su una ripida salita con curve e controcurve strettissime per superare la frana di Exllles. Qui le vecchie macchine hanno dovuto dar fondo a tutte le loro risorse: alcune hanno aggredito l'ostacolo e lo hanno superato con baldanza, altre a stento, parecchie sono salite avvolte fra nembi di fumo sprigionato dal tubo di scappamento. Nel punti più difficili schiere di spettatori applaudivano e incitavano i concorrenti. Da Bardonecchia a La Giacconera, 57 chilometri, la velocità era stata stabilita per tutti in 20 chilometri l'ora e i controlli segreti hanno distribuito molte penalità a chi era in vantaggio o in ritardo. Soltanto un paio di concorrenti ha osservato la media con lo scarto minimo di un secondo; al terzo posto In questa classifica parziale trovla mo l'equipaggio italiano della cZedel», Giacosa-Limone, con solo tre secondi di penalizzazione. Dopo la sosta e il pranzo a La Giacconera, è stato dato 11 via per Torino, e gli ultimi 43 chilometri sono stati percorsi dai concorrenti alla velocità media che ciascuno, all'inizio della gara, aveva scelto, se¬ condo le caratteristiche della macchina: venti o trenta chilometri l'ora. Le macchine pilota (che nessuno doveva sorpassare pena la squalifica) erano in testa alle due colonne, i concorrenti seguivano distaccati di trenta secondi l'uno dall'altro. Man mano che le automobili i si avvicinavano a Torino, si infittivano i gruppi di spettatori ai lati della strada. Gli anziani rivedevano le macchine che quaranta o cinquantanni fa avevano percorso baldanzose le strade solitarie e polverose; i giovani ammiravano pezzi da museo animati da motori anco- ra arzilli. I colori vivaci delle carrozzerie metalliche e del legni levigati, le sagome strane, dalle berline napoleoniche alle portantine montate su ruote alte e sottili, e l'abbigliamento dei concorrenti, sul modello delle antiche bonarie caricature degli automobilisti del primo '900, facevano spettacolo. Il pubblico si divertiva, applaudiva e lungo la strada era un caloroso scambio di saluti e di incitamenti. La pittoresca colonna è entrata in Torino passando per Avigliana, Orbassano e Beinasco. Da via Settembrini ha imboccato corso Unione Sovietica, è svoltata in corso Traiano e per corso Maroncelll ha raggiunto corso Unità d'Italia e il palazzo del Museo dell'automobile, dove era stabilito il traguardo d'arrivo. La folla quasi sommergeva il tavolo del cronometristi, e a stento le macchine potevano imboccare l'ingresso del palazzo, dove li attendevano, nel cortile, il dottor Rodolfo Biscaretti di Ruffla presidente del Museo, che ha organizzato il settore italiano della gara, col direttore dottor Giancarlo Amari e altri collaboratori, alcuni dirigenti della Fiat e della Lancia e un gruppo numeroso di tecnici e dì appassionati di auto, nuove e vecchie. I concorrenti, finita la fati' caccia, raggiungevano in pulì man gli alberghi a cui erano assegnati. Oggi, sabato, visite ranno la Fiat Mirafìorl, lo sta bilimento Lancia di Chivasso e la Pininfarina dì Grugliasco. Nel pomeriggio sosterranno ancora una prova complementare di regolarità nei viali del Valentino, ma la classifica definitiva della gara è già stata compilata ieri sera. Le macchine concorrenti era- no state ripartite in gruppi e classi, stabilite da norme in- tiiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiitiiiiniiiiiin ternazlonall a seconda della anzianità e della potenza dei motori, ed è da notare che non tutte le categorie erano rappresentate. Ecco i primi classificati: Gruppo A, classe B: 1. auto Arnedée-Bollée (equipaggio Bollée e Lellevre); 2. Renault (coniugi Desbordés). Classe C: i. auto Clement (coniugi Legon); 2. Peugeot (Sehielly-Ryffel). Gruppo V, classe E: 1. Zebre (de Kilmalne-Lecolntre); 2. Slzaire - Naudin (Totl-Rousset). Classe F: 1. Renault (PoirrlerLouvet); 2. Renault (Quaglino-Fulcheri, che ottengono la migliore classifica per i rappresentanti italiani). Classe G (la più numerosa): 1. Renault (coniugi du Paquier); 2. Leon Bollée (coniugi Malartre); 3. Spa (de Latour-de Lassée). Al posto si è classificata la Fiat dei signori Rosina; al 13° la Fiat di Righi e Mo; al 22° la Fiat dei signori Pettenella, al 24» l'Itala di Corte e Bellini. Seguono ancora, con affermazioni onorevoli la Delage dei signori Cecconl e, attardata, la Zedel della signora Giacosa e Limone. «j. J, Arrivano a Torino le vecchia auto partite da Parigi: eooo in prossimità del traguardo una vettura « Sizaire-Naudin » la cui data di fabbricazione risale al 1907