Per il campionato degli scacchi i russi «tifano» come al calcio di Enzo Bettiza

Per il campionato degli scacchi i russi «tifano» come al calcio E' SPORT E SCIENZA, NON GIOCO Per il campionato degli scacchi i russi «tifano» come al calcio (Dal nostro corrispondente) Mosca, maggio. La travolgente passione nazionale sovietica per il giuoco degli scicchi la si tocca con mano in questi giorni in cui i due massimi campioni dell'Urss, Botvìnnik e Petrosian, si affrontano in estenuanti partite per il titolo mondiale. Lo sfidante, l'armeno Tigran Petrosian, lotta contro il campione mondiale, il leningradese Mihail Botvinnik, al teatro Estradi di Mosca. È' il più grande evento sportivo dell'anno. Sul match che impegna i due grandi della scacchiera converge da tutti i punti dell'Unione Sovietica la tesa attenzione di milioni di appassionati telespettatori, si può dire almeno l'ottanta per cento della popolazione' maschile dai dieci ai settantanni. L'incontro domina nelle pagine sportive dei giornali, a cominciare dalla Pravda, ed è ossessivamente presente in ogni conversazione con i russi. Un fenomeno simile in nes sun altro Paese del mondo raggiunge dimensioni cosi immense-, esso penetra in tutti gli strati della società, dai ginnasi alle caserme, dalle fabbriche all'ambiente della più esigente élite intellettuale. Qualche giorno prima che iniziasse il torneo, era stato emesso un ordine del gior no del ministero della Difesa, firmato da Malinovski, che rae comandava la diffusione del gioco degli scacchi, come esercizio spirituale, in tutti i distretti militari dell'Urss. Hobby astratto e fine a se stesso, come l'erudito gioco delle perle di vetro di Hermann Hesse, per pòchi capziosi iniziati in Europa occidentale, gli scacchi sono invece una calda passione di massa; in Europa il popolo lo considera un perditempo da pensionati, qui invece è sentito come una fatica d'alto stile che al campione richiede i requisiti di una armonia fisica e mentale da atleta greco. A 40 anni lo scacchista è già « vecchio » (Botvinnik, che ne ha 52, è per i sovietici un'eccezione pressoché mostruosa). I campioni inoltre non fumano, si sottopongono a periodiche visite ' mediche, e prima della grande prova si ritirano in dacia dove alternano lo studio e la meditazione agli esercizi'ginnici. Solo dopo un accuratissimo ,. esame clinico, ;. con... ;, cardiogrammi e prove psicotecniche un consulto di medici ha consentito al « vecchio » Botvinnik di affrontare lo scontro con 3 trentaseienne Petrosian. Ha chiesto e ottenuto la licenza dall'istituto di ricerche elettrotecniche, dove lavora come scienziato di grande valore, si è ritirato in campagna e col suo genio della precisione e della meticolosità ha cominciato ad allenarsi. Ogni partita nuova, a questo livello, richiede uno sforzo maggiore di quello impegnato nella partita precedente la spirale delle possibilità, benché eterna, si restringe comunque rispetto a quel migliaio di partite storiche che la memoria elettronica di un Botvinnik con serva registrate non solo in ogni singola mossa fatta, ma in ogni singola mossa che si sarebbe potuta fare, quale variante, nella stessa situazione. La freschezza fisica, la preparazione erudita la tensione psicologica del campione sono convogliate nella ricerca dell'incognita, della mossa storicamente ignota, inserita all'improvviso, genialmente, come una brillante invenzione di matematica pura, in un contesto di cifre e di equazioni scontate Le prime 15-20 mosse sono perciò rapide: i due campioni le giocano, per cosi dire, a occhi chiusi. Nel teatro,'dove abbiamo assistito ad una delle massacranti ventiquattro partite che per due mesi impegneranno i due giocatori d'acciaio dello scacchismo mondiale, ci siamo accorti subito quando Botvin nik ha incuneato la mossa nuova, creativa, nello schieramento delle posizioni fino a quel mo mento convenzionale. Inutile spiegarla, anche perché questo non è un resoconto per specialisti. E' interessante però descrivere ciò che, da quell'attimo, avvenuto nell'intero teatro. Si capi subito che l'incognita era balzata su una delle 64 caselle della scacchiera dall'atteggiamento di Petrosian. Un teorico, alla vigilia del torneo aveva definito il duello tra maestro leningradese e l'armeno con un paradosso: « Una forza irresistibile si prepara al cozzo con un oggetto immobile ». Alla mossa rivoluzionaria dell'avversario, si è visto però Petrosian, « oggetto immobile >, scomporsi nella sua imperturbabilità e chinarsi di colpo, come affascinato da qualcosa d'ipnotico, sulla scacchiera. ' Il gran pubblico, in platea, tratteneva il fiato mentre sulle due grandi scacchiere, poste verticalmente ai lati del palcoscenico inondato di luce sul quale si affrontavano i due campioni, gli inservienti spostavano con una stecca il pezzo e riproducevano la mossa di Botvin¬ ncatufeterqvgQluamsgcunPscdDvimmsfnplmsactisvBlMsvedccssdtmcmccvp e i o a d a nik; molti puntavano il cannocchiale sulla faccia dei giocatori, a frugarvi le minime incrinature dei nervi; altri sfogliavano febbrilmente grossi volumi, contenenti tutte' le partite memorabili giocate negli-ultimi cinquantanni, nella speranza di trovare un precedente, una spiegazione, al colpo di Botvinnik. Questi, intanto, vedendo che avversario si preparava ad una lunghissima riflessione,, si era alzato ad applicare diligentemente la tecnica distensiva consigliatagli dai medici: distogliere gli occhi ogni tanto dalla scacchiera, compiere a passi regolari una passeggiata per il palcoscenico, respirare ritmicamente. Passò un'ora intera prima che Petrosian rispondesse alla mossa. Andammo a vedere cosa accadeva in altri settori del teatro durante l'interminabile attesa. Dappertutto, enormi scacchiere verticali riproducenti il gioco, e intorno una folla in parte animata, parte concentrata nella meditazione, parte immersa in sottili disquisizioni tecniche, una folla che provava ogni emozione fuorché la noia. Soldati, impiegati, poliziotti, operai, intellettuali, ragazzi e anche bambini. Nella sala stampa alcuni famosi campioni improvvisavano su scacchiere tascabili, davanti ai giornalisti russi, cechi, polacchi, iugoslavi, eccitati per le continue telefonate alle redazioni sulle fasi dell'incontro, partite variabili sul tema impostato da Botvinnik e Petrosian. Spiccava la faccia un po' diabolica, dal.'e'sotico profilo, puskiniano, di Mihail Tal, che nel '60 sconvolse la strategia di ferro di Botvinnik con il suo gioco ironico, estroso, dirompente, sprezzante della prudenza e degli schemi classici. Questo lettone venticinquenne, che gioca con la sinistra perché è nato con tre sole mostruose dita sulla mano destra, è stato di volta in volta definito dagli avversari < de monio », c mago », « tigre », < rapinatore ». Stordisce l'avversario con mosse assurde, avventurosamente gli butta in pasto ai primi colpi la regina, e dicono perfino che cerchi di ipnotizzare l'avversario con i suoi due occhi di pece, spalancati e sarcastici, «Quando Misha ti guarda in un certo modo — disse di lui Petrosian;—Tsorgià'perdutb ». Dp$ po l'umiliazione inflitta a Botvinnik, a Riga vennero a salutarlo alla stazione le massime autorità repubblicane e lo portare no in trionfo cesareo per la città Soltanto in questa cornice di esaltazione popolare, di divismo, di ammirazione magica per il grande scacchista si spiega qui un fenomeno che in Italia, per esempio, non potrebbe mai verificarsi: si spiega l'assenzi di noia e di fastidio che consente a questa folla di aspettare col fiato sospeso una mossa anche per ufiBtrsgtrutlqnrel un'ora e più. Chi vincerà, alla fine dei due mesi, il sistematico Botvinnik, ferreo stratega del'attacco, oppure l'impassibile Petrosian, stratega altrettanto ferreo della difesa? La soluzione di stallo è la più probabile: vengono dalla stessa scuola scientifica, hanno la stessa bravura, a stessa resistenza nervosa. Il loro scontro dà l'impressione di una tensione incorporea, immateriale, tra due giganti immobili, non accade quasi nulla, in questa paralisi di forze uguali e neutralizzantisi: eppure, per i russi, è un mondo che si apre ed essi vi sprofondano con voluttà. Enzo Bettiza

Luoghi citati: Botvìnnik, Europa, Italia, Mosca, Riga, Unione Sovietica, Urss