Herrera sorride al primo scudetto

Herrera sorride al primo scudetto Negli spogliatoi gioia dei milanesi pacato disappunto dei juventini Herrera sorride al primo scudetto Mazzola racconta il suo goal • Facchetti ha deviato col polso il tiro di Del Sol - Un dispiacere per gli interisti: l'incidente a Zaglio Berrera è un personaggio particolare; cambia càrattere, atteggiamenti, modi di fare, a seconda del momento e dell'ambiente in cui viene a trovarsi. Ieri era attorniato da persone entusiaste, ed era felice lui stesso, al termine della partita; ogni suo gesto, ogni sua parola erano intrisi di questo entusiasmo, che man mano che i minuti passavano aumentava sempre più, senza mai raggiungere il culmine. L'allenatore dell'Inter era appoggiato al muro, quando siamo entrati nello spogliatoio. Appariva ancora un poco frastornato per l'uscita dal campo avvenuta in mezzo a due sièpi di poliziotti preoccupati forse che qualcuno potesse far male al « mago ». Uno dei colleghi tenta di parlare, di porre una domanda, ma Herrera lo prende sul tempo e comincia: « Abbiamo meritato di vincere dimostrando di valere moralmente, tecnicamente, molto, moltissimo; abbiamo giocato in nove uomini, anzi in otto e mezzo, per tutto il secondo tempo e quindi abbiamo meritato... ». « Lo scudetto » suggerisce qualcuno. Don Helenio si trattiene un attimo dal rispondere poi scoppia nella prima di una serie di risate che aumenteranno di frequenza e volume fra breve: « Certo anche lo scudettot Adesso abbiamo vinto; certo che fa piacere vincere lo scudetto, però anche vincere la partita dà soddisfazione. E' un peccato per Zaglio, che forse ha il menisco toccato; Picchi aveva nuovamente la caviglia che gli faceva male, poi c'era il Bugatti con due punti in testa. Fai vedere la testa Ottavio ». Bugatti si avvicina fa vedere il capo e proprio al centro della nuca un piccolo cerchio rosso sangue: « Quattro punti* dice. « Due » ribatte il mago. «Quattro — riprende Bugatti — due in testa e due della vittoria ». «Ha avuto un momento di paura, un momento in cui ha creduto di non riuscire a vincere la garat » chiediamo a Herrera nell'intento di provocare una qualche reazione. Risponde sorridente: « Sì, nel secondo tempo, quando dopo cinque minuti Zaglio ha detto che non ce la faceva più e ho dovuto spostarlo all'ala; sapevo che già c'era il Picchi che zoppicava e Bugatti un po' ammaccato e allora ho raccomandato a Suarez e Corso di giocare in zona, e a tutti gli altri di ritornare sempre. Eravamo in otto e mezzo, come il film del regista, quello bravo, Felllni; sì, come il film! ». E giù una gran risata. Spiega anche la risata: *E' la gioia che sale pian piano/ ». Moratti si limita a dire: «Sono contento per la vittoria, ma non è il caso di fare salti di gioia, tanto il campionato 10 avevamo già vinto*. <Herrera verrà riconfermatot ». 11 presidente tergiversa poi replica: « Vedremo alla fine del campionato, mancano soltanto tre domeniche ». Ed ecco infine i due episodi salienti della gara raccontati dai protagonisti. Mazzola, la rete segnata: «Ho ricevuto la palla da Corso, mi sono spostato sulla destra, ho scartato uno, mi pare Leoncini, ho visto Anzolin che usciva e ho tirato immediatamente di dentro ». Facchetti, l'azione di Del Sol che ha fatto gridare al goal per la Juve: « Del Sol ha tirato violentemente a mezza altezza, io ho deviato con il polso, Bugatti ha ancora toccato con la punta delle dita ed ha mandato sul palo. Poi la palla è rotolata davanti alla porta e nessuno l'ha raccolta per fortuna! ». Fra tanti ragazzi contenti, il solo Zaglio non lo è, anche se per non guastare la gioia di tutti si sforza di sorridere, di non pensare al male. g. vìgl.