Ha offeso il pudore il film "L'avventura"?

Ha offeso il pudore il film "L'avventura"? Qgiyì il regista davanti ai giudici Ha offeso il pudore il film "L'avventura"? I giudizi della critica sull'opera di Antonioni e le scene incriminate - Complessi quesiti in merito ai limiti dell'arte Roma, lunedì mattina. Dopo. < Viridi ana>, dopo « La ricotta >,. dopo ; « L'ape Regina >, ora è la volta de «L'avventura». E copi stamane sul banco, degli imputati saranno Michelangelo Antonioni —. il regista.del film presentato con. successo a Cannes nel maggio del '60 — e 11 distributore,' Amato Pennasilico, assistiti dagli avvocati Carlo D'Agostino, Valerio Mazzola e Giorgio Escobedo.. L'accusa per Michelangelo Antonioni è grave: oltraggio al pudore ' per aver « allo scopo di 'farne commercio, esponendolo pubblicamente, creato, secondo - là sua ispirazióne di regista, il film " L'avventura " nel quale alcune scene si presentano come oscene, per l'offesa rilevante del comune sentimento del pudore».. Il quesito che i giudici della IV Sezione del Tribunale dovranno affrontare e risolvere . è complesso. La vicenda del film è imperniata sulla gita in yacht, di alcuni, giovani appartenenti ad un mondo che sembra occupato solo a divertirsi. Tra i gitanti due amiche: una, Anna, è con l'amante, un uomo ancora abbastanza giovane con il quale, però, non sembra andare d'accordo. Improvvisamente la ragazza (ovvero: Lea Massari) scompare: morta in . mare, rapita, fuggita, non si sa. L'amico Sandro (ovvero Gabriele Ferzetti) e ; tutti gli altri si danno a cercarla affannosamente, ma non riescono a saperne più nulla. Durante questa ricerca però Claudia (ovvero Monica Vitti) amica della ragazza scomparsa e Sandro non riescono a resistere alla passione che sembra travolgerli. Questo, però, non impedisce a lui, che pure ama' lei, di lasciarsi andare anche ad una squallida avventura in un albergo di Taormina con una prostituta; Claudia se ne accorge, ma anziché fuggire rimane; la sua battaglia interiore tra gelosia e amore viene vinta dalla pietà.?-;; «Il Risultato 8 un'opera desolata — scriveva la critica dopo la presentazione del film al Festival di Cannes del 1960 —r. che in più punti vi agghiaccia e in altri vi commuove >. Nell'ottobre del 1960, mentre il film veniva proiettato a Milano, il procuratore • della Repubblica dott. Spagnolo iniziò un procedimento penale contro il regista: pro¬ cedimento che viene celebrato a Roma in quanto secondo la nuova legge sulla censura cinematografica è competente il Tribunale della città dove la pellicola venne proiettata per la prima volta, il film tornò in circolazione dopo il taglio della •scèna incriminata per complessivi 14 minuti. Quali sdno, secondo l'accusa, queste scene incriminate? Si inizia proprio dalla prima inquadratura, quando Anna incontra Sandro e si concede a.lui. Poi le sequenze successive': dell'mcontro di Sandro e Claudia, lungo la scarpata ferroviaria, dove i due si abbandonano ad insistènti «amplessi»; nell'incóntro .di. Sandro con la' prostituta, nell'albergo San Domenico di' Taormina, dove si abbracciano «calorosamente» su di un divano liei bar 'dell'albergo;' ed infine della vicenda di Giulia e del suo improvviso amore con il giovane pittore La battaglia in. Tribunale si presenta senza dubbio vivacissima. Come si difenderà Michelangelo. Antonioni che è il quarto regista — dopo Pier Paolo Pasolini, Marco Ferreri e Alessandro Blasettl à finire sul banco degli imputati? ■ «, «Non si può. più credere ai sentimenti; gli uomini meritano la nostra pietà, ma anche la nostra fiducia; tutto crolla intorno a noi; per questo è tornato di moda l'erotismo: perché aiuta a non pensare» — questo il con» cetto espresso a suo tempo da Antonioni come una didascalia al suo lavoro che seguiva di due anni «Il grido » e « Le amiche » e che ha poi preceduto gli altri due discussi film « La notte » e « L'eclisse ». «'Nella "Dolce vita" — spiegò il regista ai critici convenuti a Cannes e questo suo pensiero ripeterà ai giudici del Tribunale — c'è un mondo intero che crolla, una società in stato di accusa; ne «L'avventura» anziché la società e il mondo esterno, sono gli uomini ed il mondo interiore dei loro affetti che franano senza remissione; una sola cosa li salva, il sapersi condannati e il riuscire perciò a provare l'uno per l'altro una pietà che, almeno, li aiuterà a continuare a vivere». In sostanza Michelangelo Antonioni si difenderà sostenendo di non aver commesso alcuna oscenità o comunque di aver diritto alla discriminazione prevista dalla legge per cui non si considera oscena l'opera d'arte. e- s>

Luoghi citati: Cannes, Milano, Roma, Taormina