Il convegno sulla Federconsorzi di Arturo Barone
Il convegno sulla Federconsorzi Ièri a Roma ultima giornata dei lavori Il convegno sulla Federconsorzi Le relazioni di Ernesto Rossi e di Piccardi che ha proposto la messa in liquidazione della Federconsorzi e dei consorzi agrari trasferendo allo Stato parte dei compiti di questi enti - Aspra replica polemica de II'on. Bonomi Roma, lunedi mattina. Fra sabato e domestica si c tenuto in un teatro romano, per iniziativa del « Movimento Gaetano Salveminiy, un convegno sul tema « Federconsorzi, problema dell'ora ». Nello spirito dei suoi promotori, il convegno non aveva alcun diretto rap>porto con la battaglia elettorale in corso, riallacciandosi, invece, alle recenti indagini sulla gestione degli ammassi del grano svolte dal prof. Rossi Doria per conto della commissione parlamentare d'inchiesta sui limiti della concorrenza. All'attualità del tema contribuiva anche il fatto che l'agricoltura italiana, già in crisi per effetto dei mutamenti verificatisi nella nostra economia in questi anni di tumultuoso sviluppo, si frova, di fronte a precise e pesanti scadenze in sede comunitaria. Ora e opinione degli organizzatori del convegno che la Federconsorzi, per la sua struttura burocratica rigidamente accentrata e per le sue dimensioni gigantesche, mal si presti a quella « svolta in politica agraria » ritenuta indispensabile per fronteggiare le nuove esigenze degli « anni sessanta ». Ernesto Rossi, rifacendo la storia della Federconsorzi, ha identificato in tre settori le basi della sua eccezionale espansione: 1) gestioni speciali per conto dello Stato: S) attività creditizia nei confronti dei consorzi agrari provinciali; S) esercizio di numerose attività industriali e commerciali (assicurazioni; vendita di macchine, concimi, sementi, antiparassitari; produzione di burro e formaggi, di vino e di olio, di succhi di frutta, ecc.; pubblicazione di gior- nali e di libri per gli agricoltori). Egli ha insistito soprattutto sul costo delle gestioni speciali e sui continuo dilatarsi degli impegni della Banca d'Italia per il finanziamento dell' ammasso del grano. (Si tratta, per la sola campagna in corso, di un aumento di 160-170 miliardi). Per porre rimedio a questa situazione, resa più complessa dai legami esistenti fra la Federconsorzi e la Confederazione dei coltivatori diretti, e fra questa e il partito di maggioranza relativa, l'ultimo relatore, avv. Leopoldo Piccardi, ha ieri formalmente proposto lo scioglimento e la messa in liquidazione della Federconsorzi e dei consorzi che ne dipendono e il ridimensionamento delle sue attività. Lo Stato dovrebbe esercitare in proprio le gestioni sinora devolute a questi organismi; le altre attività e i beni patrimoniali relativi andrebbero assegnati alle regioni e agli enti di sviluppo, se e quando saranno istituiti, in attesa di poterli conferire a quelle « autentiche organizzazioni cooperative », di cui ha auspicato la diffusione e lo sviluppo secondo la lettera e 10 spirito dell'art. 45 della Costituzione. Chiamato direttamente in causa dai relatori del convegno, il presidente della Coltivatori diretti, on. Paolo Bonomi, ha ieri risposto in tono aspramente polemico. Parlando a Roma, egli ha fra l'altro affermato: « Consorzi e Federconsorzi hanno dirigenti democraticamente eletti che non permetteranno agli estranei di andare a comandare in casa d'altri. Una legge preparata dal ministro comunista Sullo fa ritornare i consorzi agrari in cooperative, private dove vige il principio non solo del voto prò capite, ma anche della rappresentanza della minoranza nei consigli di amministrazione e negli esecutivi. Credo che nessuna cooperativa comunista abbia contemplato questa rappresentanza nei suoi statuti*. Dopo avere ricordato le sconfitte subite dai comunisti nelle cinque elezioni sinora tenute per la scelta degli amministratori dei con"■■orzi, BoTiomi ha così concluso: « All'accusa dei comunisti, e non solo dei comunisti, contro consorzi e Federconsorzi che svolgono molte attività, noi rispondiamo che 11 nostro prog'rantfttoìff'quéJ-* lo di potenziare sempre più questi organismi, perché sempre più e sempre meglio possano lavorare per la tutela dei prodotti. La polemica degli scandali accusa i consorzi di avere troppi magazzini granari: noi ci domandiamo, invece, come avremmo potuto applicare le norme della difesa del grano, secondo le direttive della Comunità europea, se non ci fossero stati la Federconsorzi e -i consorzi agrari con le loro attrezzature. Desiderio e interesse dei produttori agricoli è dì potere disporre anche per altri settori produttivi — latte, carne, frutta — di strumenti sicuri. Diversamente ci troveremmo nell'impossibilità, per mancanza di strumenti adeguati, di realizzare la politica comunitaria ». Con tutta probabilità altre dichiarazioni in proposito l'on. Bonomi farà stasera, nel corso di una conferenzastampa indetta per illustrare temi ed obiettivi del Congresso annuale della Coltivatori diretti che si terrà nella capitale fra mercoledì e venerdì. Arturo Barone
Persone citate: Bonomi, Ernesto Rossi, Leopoldo Piccardi, Paolo Bonomi, Piccardi, Rossi Doria
Luoghi citati: Roma
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