Taccone 1° nel Giro di Toscana

Taccone 1° nel Giro di Toscana JOAVANTI AJD AlfOUXl E A MASSI0NAN Taccone 1° nel Giro di Toscana Magnifica corsa del torinese Zilioli protagonista della fuga principale e ripreso a 50 chilometri dall'arrivo - Taccone, Adorni e Massignan scattano nell'ultimo tratto e giungono assieme allo stadio di Firenze dove nella volata l'abruzzese precede i compagni DAL NOSTRO INVIATO Firenze, lunedi mattina. Sul traguardo di Firenze, "Taccone ha vinto, il secondo posto è toccato ad Adorni, 11 terzo a Massignan. Una corsa beUa, dal primo all'ultimo chilometro. Si era appena abbassata la bandierina del via che si gettava all'avventura Balletti, al quale si univano Guerrieri, Mele, Vitali, Trapè, Mealli, Giorza, Falaschi e Carlesi. L'andatura oscillava sui 45 di media, la pattuglia al comando insisteva nel tentativo,, ina la presenza di Carlesi suonava come un imperioso campanello di allarme per il gruppo impegnato in un furibondo inseguimento. Trenta chilometri di lotta appassionante e caotica, le macchine, le molte, ,le troppe macchine della carovana, nemmeno riuscivano a districarsi dai corridori, tanto era frenetica la < bagarre ». n plotone finiva di vincere la partita, ma, poco dopo Pistola, verso cioè il trentaduesimo chilometro, partiva di Slancio Zilioli. Zilioli è un giovane, mancherà forse di esperienza, 11 suo stile piacevolissimo è però sorretto e alimentato dal calore di una classe sicura. Il bian- conerò rimase solo per qualche minuto, poi lo acciuffò Mlnieri e, sui due, fecero presto a piombare Massignan, Zanoni, Paniceli!, Trapè, Enzo Moser, Vendemmiati, Manca, Meco e Fezzardi. Gli undici trovarono l'accordo senza discutere, ciascuno aveva interesse a tirare gagliardamente il suo turno. E, per le strade di pianura, illuminate da un tiepido sole di primavera, il loro vantaggio prese a crescere plano piano, chilometro per chilometro. Il gruppo non si era addormentato, ma la pattuglia di testa letteralmente volava, il tachimetro della nostra macchina oscillava sempre sui 46-47 di media e, quando Zilioli, con apparente facilità, passava a condurre, il tachimetro sembrava impazzire, sfiorava a tratti quota SO. Enzo Moser — il fratello minore di Aldo — fu costretto ad arrendersi, il ritmo era troppo sostenuto per lui. Ma i dieci avevano l'energia per pigiare sui pedali con immutato slancio e, alle loro spalle, 11 varco cresceva, al km. 62 era di 2 minuti esatti, al km. 93 era di 2' e 45", al km. 117 era di 3' e 8". Zilioli, senza ombra di dubbio, era il più bravo, però lavoravano tutti con la buona voglia del momenti di vena e c'era da seguire con piacevole sorpresa' 11 rendimento dei giovani, dal generoso Meco al ligure Panicel11, dal sardo Manca al neoprofessionista Vendemmiati. Ragazzi, erano; qualcuno già ben conosciuto, qualche altro1 assolutamente nuovo sulle ribalte della popolarità. Filavano come il vento, il plotone faceva fatica, qualcuno dei < grandi > meditava già il ritiro, pensando all'abbandono come ad una pràtica soluzione per evitare la sconfitta. Taccone, per esempio, voleva salire sulla macchina della casa, fu il suo direttore sportivo — il vecchio e previdente Sivocci — che gli ordinò di continuare: « Adesso vengono le salite, tu, tira avanti, non si sa mai ». E vennero le salite. La prima, attraverso l'incantevole panorama della Toscana, portava a San Giminiano e j la situazione rimase, dal più al meno,, invariata. Quindi la gara scese a Pogglbonsi, si inerpicò per Colle Val d'Elsa, precipitò su Monteriggionl, tornò a spremere sudore verso Castellina in Chianti. Una strada dura e aspra, di tanto in tanto la pendenza si accentuava in ripide impennate, quindi si addolciva in lievi falsoplani, andava a sbalzi in un continuo ed estenuante su e giù. Meco si trovava nel. suo elemento preferito, sotto la sua azione, vìa via perdettero contatto prima Trapè e Zanchi, poi Vendemmiati, poi Minleri. Fatica, fatica, fatica. E il caldo sferrava le martellate del suo peso improvviso. Centonovantadueslmo chilometro, una rampa secca e dritta. Zilioli si diede uno sguardo intorno, vide i volti dei suol compagni di avventura. Era, quello, Il mo¬ mento buono? Forse si, forse no. Ma il torinese troncò gli indugi, si rizzò dritto sul pedali. Ale, che forse valeva la pena. A Castellina, ci fermammo ad aspettare i corridori. Ecco Zilioli, sorridente a strizzarci l'occhio in un fanciullesco gesto di soddisfazione. Ed ecco, a mezzo minuto, Massignan, Manca, Panicela, Fezzardi e Meco. Massignan guida l'inseguimento, con la bava alla bocca, Meco è un po' in crisi, ma resiste. Il gruppo arriva staccato di 3 minuti e mezzo. Diciotto chilometri dura l'episodio. La battaglia va male per Zilioli, che si rialza e 1 cinque lo acciuffano. Sono in sei, adesso, sono in sei e avvertono la stanchezza. II plotone reagisce. A 2' e 25" Nenclni è lanciato alla riscossa insieme con Chiappano, Conterno, Aldo Moser e Mele. SI buttano alla càccia Adorni, a1 confermare la buona forma deUa «Sanremo», e Taccone che ora non ma¬ stica più propositi di abbandono. I due fanno in fretta a portarsi sugli uomini che conducono la corsa, non appena 11 raggiungono, operano uno scatto, ma la risposta è pronta. Adorni e Taccone si calmano. Ritentano subito, Meco con un disperato sforzo tiene le loro ruote. E la folla cresce, cresce da fare paura. In una località che si chiama La Strada, lo «stop». Migliala e migliaia di spettatori, macchine ferme ai bor- di, un ingorgo tremendo. Sarà -costretto a fermarsi, il Giro di Toscana? Non si passa e trascorrono l minuti, lenti ma Inesorabili. Per fortuna, un palo di agenti della Polizia stradale operano il miracolo, le vetture che ingombrano si spostano nei prati, si apre un varco. Piccolo, ma è sufficiente, i corridori si infilano nella strettola senza fermarsi nemmeno un attimo, e ne escono fuori con' un sospiro di sollievo dell'Intera carovana. Controlliamo le posizioni, ci sono delle novità, Massignan, Manca, Fezzardi, Panicelll e Zanchi sono, di nuovo con Adorni, Taccone e Meco. Il percorso sale e scende. Cedono, di schianto, Manca e Panlcelli, si arrendono Fezzardi e Zilioli, crolla anche Meco. Firenze è a quindici chilometri, il gioco' è riuscito, la partita è aperta fra Adorni, Massignan e Taccone. Il trio irrompe sulla pista piatta dello Stadio Comunale con Adorni al comando, seguito da Taccone e da Massignan. La volata non è pane per 1 denti di Imerlo, che si lascia subito staccare, Adorni e Taccone fanno un giro completo sempre nel medesimo ordine. All'ultima curva 11 ragazzo di Parma è ancora in testa, ma Taccone lo attacca deciso, passando al largo. Adorni vorrebbe allargare, accenna' appena alla scorrettezza ma non la compie. Taccone lo supera, Taccone ha vinto. Gigi Boccacini Taccone sul traguardo