Sorprendente vittoria di Altig nella Genova-Nizza

Sorprendente vittoria di Altig nella Genova-Nizza Sorprendente vittoria di Altig nella Genova-Nizza Il tedesco batte in volata Ponlidor dopo 170 km. di foga - Ad Arenzano l'episodio decisivo della corsa - Deludente la prova degli italiani DAL NOSTRO INVIATO Nizza Marittima, lunedi matt La < rivelazione > dell'ultimo Giro di Francia (maglia gialla per - due' settimane e quattro vittorie di tappa), l'atletico te desco Rudi Altig ex campione mondiale d'inseguimento su pista che nel novembre scorso teatralmente ritornò sulla scena aiutando Anquetil, a furia di spinte sulla schiena e sotto la sella a vincere il Trofeo; Baracchi & Bergamo, si è im-| posto ieri, tra. la sorpresa ge nerale, nella Genova-Nizza* che su un percorso di quasi duecento chilometri sommava non poche salite — l'ultima delle| quali, assai lunga e faticosa, a breve distanza dal traguardo. Secondo, a due lunghezze, il francese Poulidor. Poi, a meno di un minuto dai primi due arrivati, il francese Darri gade sfrecciava in volata davanti al gruppo che contava una ventina di uomini — fra i quali un solo italiano, Accordi L'essere giunti così nettamente preceduti, dai nominati, e senza che durante la gara siano stati attardati da incidenti od altre cause estranee, signi fica, per gli italiani in corsa, che la loro sconfitta non ha attenuanti, che preparati piuttosto sommariamente, e non « radati > — com'era la maggioranza dei loro avversari dalle corse introduttive della stagione, non era il caso di aspettarsi da essi cose straordinarie. Soltanto in qualche moment to si sono visti Zilloli, Balmamion, Accordi, Barale nelle prime posizioni del gruppo, oltre a Defilippis, autore, con pochi altri, d'uno scherzoso attacco appena ricevuto il « via > da Voltri. Per concludere: gli italiani in complesso hanno compiuto null'altro di più e di meglio d'un lungo, rapido galoppo d'allenamento. A questo punto, e poiché i francesi hanno occupato tutti i primi.dieci posti subito dietro 11 vincitore, si dovrebbe dire che la Genova-Nizza ha confermato la generale opinione che, a farla da padroni, siano stati appunto i corridori di qui — grazie all'intensa preparazione compiuta da gennaio in avanti. La giustificazione però vale soltanto in parte — che Altig, con la sual l sorprendente vittoria, fornisce la prima smentita. L'ho interrogato subito dopo l'arrivo. Gli chiesi dove e quanto sì fosse allenato per aver resistito cosi brillantemente alla testa di una pattuglia in fuga per oltre 170 chilometri. La risposta è stata più sorprendente di quanto potessi aspettarmi. Altig ha dichiarato: < Su strada io "ho fatto soltanto cento chilometri d'allenamento. E' stato due settimane fa, ad Essen, in Renanìa, prima di partecipare a quella Sei.giorni. La mìa preparazione è cominciata in gennaio, ma soltanto correndo sulle piste tedesche e belghe. Là sera dei 28 febbraio la Sei giorni di lEssei. è finita; all'indomani, 1° marzo, in coppia con il mio abituale coéquipier Junkermann, ho partecipato ad una americana di cento chilometri al velodromo di Colonia; la notte stessa sono partito per Strasburgo, e di' là per Marsiglia e Nizza mi sono portato a Genova >. La fisionomia della corsa è stata molto chiara, semplice e lineare come trama e come svolgimento. C'era stato, appena al via da Voltri, un attacco brusco, fulmineo, duna pattuglia: tutti italiani, in numero di cinque: tre della Carpano (Bariviera, Barale e Defilippis, questi in maglia tricolore), uno della San Pellegrinò (Zamperioli), uno della Ibac (Fontona). Ma l'episodio ebbe brevissima durata: pochi chilometri, e già il gruppone dei 115 partenti si riportava addosso ai fuggitivi. Subito, uscendo da Arenzano, l'episodio decisivo della giornata sì delinea, e prende forma. Il passaggio a livello chiuso creava un ingorgo di macchine, di corridori, di biciclette. I più svelti a superare lebgdcvdmseLHtiG11mmnatcocococ ngnstntranvctf6 le sbarre se la davano a gambe su per la Colletta; ed il gioco era fatto. Ad Albisola, dopo venticinque chilometri di corsa,' undici corridori- fórmavano l'avanguardia, precedendo - il grosso di cinquecento metri c . sa. I fuggitivi erano: sei francesi (Cazala, Anastasi, Le Here, Ledondal, Bouvet ed Hamelin), due italiani (Centina e Marcaletti), lo svizzero Graf, Io spagnolo Campino e 11 tedesco Altig. Da quel momento e per oltre tre ore e mezzo di corsa, fino a quando non si giunse a Montecarlo per attaccare l'ultima, e più faticosa salita della giornata, la corsa non cambiò volto. Qui, al 118° chilometro di corsa, e dopo che i tre- famosi c capi > Mele, - Cervo e Berta non avevano provocato nessun guaio né all'avanguàrdia né nel plotone, il ritardo di questo (che ad Alassio aveva nientemeno che toccato i quattro minuti e mezzo) era sceso a due minuti .e rotti. Furono i sei chilometri della dtTqDsstpPnqvtldAs salita detta dei c Muli » che dal centro di Montecarlo portano al breve altopiano della Turbie a decidere la sorte della pattuglia in fuga da quattro ore. Proprio mentre per opera del sorprendente Darrigade i fuggitivi si ridu cevano, prima ad otto, poi a sei, poi a quattro, ed infine soltanto a lui, il gioviale « Dede>, ed al tedesco dalla grinta dura e accigliata, dal gruppo scattavano Bahamontes e Poulidor , guadagnando terreno davanti a tutti. Tre chilometri di fatica; poi,- lo spagnolo cedeva, rimaneva con qualcuno dei fuggitivi che avevano perduto terreno; e soltanto Poulidor riusciva a continuare da solo, prima raggiungendo e superando Darrigade che ,a sua volta, non ce l'aveva fatta a rimanere col tedesco, e poi, a due chilometri dalla vetta, ad accodarsi ad Altig. Il tedesco lo batterà soltanto in volata. Un minuto dopo arrivava il gruppo, comprendente un solo italiano. Accordi. Gli altri come appare dall'ordine d'arrivo. Degli italiani che non hanno terminato la corsa. Cogliat: ha dovuto farsi medicare a! l'ospedale civile di Ventimiglia per una caduta fatta, con Ba rale e Zilloli, nella discesa dai la Mortola verso la frontiera Nulla di grave, però. Vittorio Varale ORDINE D'ARRIVO: 1. Rudi Altig, 196 chilometri in ore 4 49'36": 2. Poulidor; 3. Darrigade a l'i 4. Velly; 5. Graczyk; 11. a pari merito Bachelot, Bahamontes, Manzano; Mayzenque, Accordi e Dotti; 17. Moore; 18. Daems, 19. Stablinski a l'20"; 21. Balmamion; 22. Conterno, 24. Minetto, 26 Zilioli; 27. Venturelli; 38. Pannicelli a 3'15"; 34. Fontana ; | t Rudy Altig