Cinema «sexy»

Cinema «sexy» LO SQUALLIDO ABUSO DELL'EROTISMO Cinema «sexy» Quotidianamente diamo uno sguardo alle pagine degli spettacoli, e la consuetudine distoglie da considerazioni che pure di tanto in tanto riaffiorano anche nei più disattenti. Colpisce a esempio la natura -dei titoli di molti, troppi film, che promettono voglie matte ed ore dell'amore, notti calde e calze nere, sexy proibiti e avventure al motel, capitali, grandi città e interi continenti al neon con regine dello strip-tease. Opere che nel paese d'origine si chiamano Uomini e La Maria del porto, vengono ribattezzate // mio corpo ti appartiene e La vergine scaltra. Altre, dignitose e talvolta sul piano dell'arte, hanno uguale destino. I casi clamorosi non mancano : Il rosso e il nero da Stendhal, Les enfants du paradìs di Carnè e La notte dei saltimbanchi di Bergman, diventano nell'edizione italiana L'uomo e il diavolo, Amanti perduti, Una vampata d'amore. Parimenti significativa la pubblicità che accompagna questi ed altri film: i cartelloni murali, i clichés nei quotidiani, i bozzetti nei rotocalchi presentano spesso allusioni e simboli di carattere specificatamente c aggressivamente morboso. Non hanno nulla di diverso dalle copertine di certi « gialli » dove campeggiano donne discinte, seminude o addirittura nude, sulle quali incombe un pugnale, n un revolver, o una frusta. Anche copertine di dischi, e di romanzi di fantascienza, ricorrono a immagini del genere, Basta dare un'occhiata a una qualsiasi edicola di una qua! siasi città dell'Occidente, per accorgersi — osserva Luigi de Marchi — che l'amore è spesso e dovunque presentato in chiave erotica, o sado-masochistica, c in clima delittuoso. Il richiamo sessuale in forme così degradanti è davvero una tematica talmente consueta che ci passa ormai inosservata davanti agli occhi; ma appena se ne tenti una rilevazione stati- - stica, si resta spaventati della sua universalità. 1 Persino alcuni recenti disegni animati danno ai personaggi — gattine, pape re ecc. — lineamenti e movenze afrodisiaci. Il cartellonista cinematogra fico, lo specialista in avvisi pubblicitari e titoli di film, vanno sempre più gareggiando con ; registi deL consumo e del commèrcio, con i persuasóri' occulti 'di cai parìa Vance < -Packard Mentre nella pubblicità si imporrebbe un'attenuazione dei motivi erotici — sottolinea il noto studioso americano — il loro uso come semplice richiamo per l'occhio assume forme sempre più ardite: profumi e biancheria intima vengono presentati in modi addirittura sconvenienti, con tocchi di masochismo, esibizionismo e via dicendo. Un manifesto tra i più diffusi mostra una bella ragazza dalle trecce bionde e vestita soltanto di reggiseno e guaina elastica, trascinata per i capelli da un moderno uomo delle caverne A tali esempi attingono molti persuasori cinematografici, e da slogan quali «Ho sognato che fermavo il traffico con il mio reggiseno Maidenform » 'essi passano ad altri ancora più volgari Ecco come viene presentato un recente film di Pietrangeli : « Chi è a letto con la Parmigiana? il seminarista? il fotografo? il suo natore di clarinetto? il poliziotto siciliano? L'allegra storia di un - amore che finisce sul marciapiede ». A questo punto non vorrem mo che si fraintendesse o fos simo fraintesi. Abbiamo del concetto di « buon costume » e di « pudore » un'idea moderna. Con Guido Calogero affermiamo che certi aspetti dell'amore possono essere messi da parte con un gesto scandalizzato solo da chi abbia scarso senso psicologico a morale, e insufficiente interesse per certe profonde difficoltà della vita dei suoi contemporanei. Non siamo tra coloro che approvano il sequestro di un nudo di Modigliani, dei disegni di Grosz. L'offensiva morbosa e brutale della pubblicità cinematografica pone anzitutto una questione di gusto la necessità di distinguere l'arte, e l'educazione, dalla bottega. Ma non basta registrare, documentare un fenomeno: occorre ricercare anche le ragioni del suo verificarsi e perdurare. E del resto i motivi del buon gusto entrano in piccola parte nel caso in esame, che investe aspetti più profondi, e di maggiori di mensioni. Il problema è complesso, non può esaurirsi in una denuncia, presa a sé stante, dello scandalo, anche se essa è comprensibile e giustificata. Oltre a risolvere ben poco, denunce del genere possono talvolta nascon dere un atteggiamento morbosi verso la sessualità, celare coscientemente o meno, deviazioni e perturbazioni nevrotiche. Ac cade infatti che certe immagini risultino tutt'altro che sgradite ad alcuni moralizzatori-, esse anzi sono, come direbbe De Alar chi, la realizzazione allucinati ria di un desiderio freudiana mente represso. Fellini ha of¬ fpddpvnvctqscsvtDpvigsdptmopnmq ferto, in tale senso, due saggi probanti con Le tentazioni del dottor Antonio — rimando indiretto a Flaubert — e con la prima parte di Otto e mezzo. Tutti noi viviamo un dramma he investe le nostre origini, scriveva Alvaro: la nostra.educazione, la nostra cultura; e non è vero che non ce ne rendiamo conto e che non misuriamo l'entità del dramma. « Ma che cosa bhiamo fatto noi per difendere questa civiltà? E che cos'è questa civiltà? Forse bisognerebbe cominciare col rispondere a questa seconda domanda ». C'è davvero il rischio, sciogliendo negativamente la riserva di Gillo Dorfles, che la nostra, anziché passare ai posteri come una civiltà dell'immagine, sia destinata passare come immagine d'una inciviltà. Almeno per quanto riguarda il tema del nostro discorso, esiste una palese deviazione dell'immagine dai propri compiti. Deviazione motivata e mo tivabile. Scrittori e saggisti tra più attenti sottolineano che Ro ma ha una forte vita femminile, i giornali coi nudi più che in ogni altro paese; che avendo precluse molte forme d'azione, non potendo manifestare pienamente la sua personalità, l'uomo 'oggi agisce attraverso il sesso l'idea del sesso. Di che natura è tale intensiva ita femminile c quale valore a questa si attribuisce? Cosa signi ficano questi nudi nei giornali nel cinema? La donna ridotta cosa, quando non addirittura merce, per la condizione infc norc cui è costretta ancora da molti; « inferiorità » palese, anche se la donna lavora, guida la macchina, copre incarichi negli uffici pubblici e privati, o è addirittura capitano d'industria. Si è osservato che migliaia di ragazze hanno l'obbligo di essere belle : vogliono trovare lavoro considerazione ». I nudi cosi volgarmente offerti, prima anco ra di essere una questione di gii sto, sono la riconferma di un problema irrisolto: la dignità della donna dinanzi all'uomo, la uguaglianza umana e giuridica effettiva tra i due sessi. Gli uffici stampa — e non soltanto quelli cinematografici — fanno affidamento sulla maschilità e la femminilità intesi in senso retri vo, sulla cattiva educazione che confonde, tra l'altro, la spregiudicatezza con l'emancipazione, e la maschilità'stéssa con la'virilità; In. genere, ,la civiltà dell'immagine abbassa il posto della donna come degna di rispetto, non ne difende l'integrità. I persuasori occulti, i fabbricanti di titoli di film (che spesso, poi mantengono assai meno di quanto promettano) sanno d'altra parte che « l'amante latino », cosi famoso per la sua maschilità, fan tastica sull'erotica, rogna la dolce vita, l'« harem » di Otto e mezzo; che per lui l'erotica si risolve spesso in gran' parte senza oggetto preciso: in un oggetto ideale, quello cioè che gli offrono le afflches, i titoli, le immagini di molti film. Cosi come con la bottiglia di Coca-Cola noi beviamo — osserva Erich -Fromm — il quadro del vigoroso ragazzo e della bella ragazza che la bevono nei manifesti murali. « Il piacere moderno dato dallo spettacolo, dalla idealizzazione dell'erotica. Cercarlo, rasentarlo, fuggirne. Molta gente che cammina a lungo p^r la città è posseduta — scriveva Alvaro. — da questo sentimento ». I persuasori occulti offrono una estrema povertà di soluzioni. Queste soluzioni, tanto più pericolose quanto più lusinghevolmente promesse — con titoli, manifesti, bozzetti, slogan — sono un fenomeno che rientra nel contesto del problema vero, e che solo nel suo ambito può essere eliminato alle radici. Alludiamo a una riforma dell'etica e della educazione sessuale, che parta dalla denuncia delle colpe più palesi: l'umiliazione cui ancora è sottoposta la donna, la sopraffazione dinanzi a superstizioni medievali cui risalgono quegli opprimenti e nevrotici complessi sui quali speculano tanti prodtit tori e registi e uffici stampa. . Guido Aristarco