Il vigile Cosseta racconta come partì il colpo che uccise il giovane in fuga dall'auto rubata

Il vigile Cosseta racconta come partì il colpo che uccise il giovane in fuga dall'auto rubata Rievocata alle Assiso ai Torino io tragedia ai Sottimo Il vigile Cosseta racconta come partì il colpo che uccise il giovane in fuga dall'auto rubata «Volevo servirmi della rivoltella a scopo intimidatorio, sparando in aria. Correndo tentai di caricare la pistola e ad un tratto, senza che me ne rendessi conto, dall'arma sfuggirono due proiettili »' - Incertézze e contraddizioni nei testi d'accusa Una giovane donna fermata in aula - In mattinata, con procedimento separato, era stato condannato a otto mesi il ladro della « Flaminia » del sindaco - Assolto l'amico dall'accusa di complicità - Per stasera è prevista la requisitoria del P. M. n processo contro il vigile urbano Millo Cosseta, 29 anni, imputato di omicidio preterintenzionale di Pasquale Torres, 27 anni, sorpreso a fuggire dalla « Flaminia > rubata poche ore prima al sindaco di Torino ing. Gian Carlo Ansèlmetti, è cominciato ieri mattina alle 9 davanti alla Corte d'assise. Il presidente dott. Cesare Moscone, che ha diretto in questi ultimi anni numerosi e importanti processi, compreso quello per i fatti di piazza Statuto, è assistito dal giudice a latere dott. Scaffà (cane. dott. Santostefano), mentre la giuria popolare è composta da tre donne e da tre uomini. E' presente anche il membro supplente. Tra i testimoni si nota il sindaco di Torino; il recinto riservato al pubblico è gremito di- folla, che si accalca anche in via Sant'Agostino. Alcuni magistrati e avvocati sono nell'aula. Numerosi gli studenti di legge. Dietro il banco della difesa siede la giovane moglie del Cosseta, che non perderà una sola battuta di tutto il processo. Pochi minuti prima delle 9 vengono-accompagnati in aula Narciso Prin, 20 anni, via Maddalene 34 e Vittorio Berlocchi, 19 anni, residente a Gassino. Sono entrambi accusati di furto dell'auto del sindaco e il Bertocchi è stato catturato proprio accanto alla < Flaminia », a Settimo, in via Defendente Ferrari, quel tragico pomeriggio del 17 febbraio scorso. In apertura di udienza il p. m., dott. Moschetta, chiede che i due processi vengano separati. « Nell'istruttoria i due fatti — il furto dell'auto e l'uccisione del Cosseta — sono stati trattati insieme ma in sede di dibattimento il rappresentante dell'accusa ritiene che si possa giungere, per ragioni di opportunità, alla separazione dei giudizi. Non è infatti accettabile che sullo stesso banco seggano, come imputati, un ufficiale di poliaia giudiziaria e gli individui che egli contribuì a catturare ». L'aw.' Giorgio' Delgrosso e l'aw. Gian Vittorio Gabri, difensori del Cosseta, si associano all'istanza dell'accusa. Il presidente dott. Moscone interpella i difensori del Prin e del Bertocchi, che sono seduti nel recinto, mentre il vigile Cosseta, in questa prima fase, ha preso posto su una panca, alla sinistra della Corte. L'aw. Ettore Obert, che assiste il Prin, espone il buo punto di vista: < Separiamo pure i due processi, ma prima facciamo quello per furto. Il mio difeso, con ogni probabilità, è innocente, ed ha già scontato due mesi di carcero. L'aw. Bianca Guidetti Serra, che difende il Bertocchi, si oppone: « Ogni imputato seduto su quel banco è innocente, almeno fino olii sentenza. Nel caso di separazione dei due giudizi, chiedo per il Bertocchi, che finora risulta incensurato, la libertà provvisoria ». La Corte si ritira e dopo ima breve seduta, accogliendo l'istanza di stralcio del prò cesso di furto da quello d'orni cidio preterintenzionale proprio per le ragioni prospettate dal p- m. e dalla difesa, dispone che il Prin e il Bertocchi siano immediatamente processati. Il vigile Millo Cosseta viene ricondotto in carcere; ritornerà in Assise alle 15. L'interrogatorio dì Vittorio Bertocchi è senza sorprese, Del resto egli ha già confessato in istruttoria di aver rubato l'auto del sindaco da solo. Imputato — I/auto era ferma in via B. Massimo, La porta non era chiusa e c'erano persino le chiavi nel cruscotto. Uho presa per fare un giro. Presidente — E non si è accerto che quell'auto aveva una bandierina gialla e blu, con il toro rampante f Imputato — Non ho fatto caso alla bandierina. Ai miei amici, il Torres, il Prin e un altro che non so come si chiama, dissi soltanto che avevo un'auto. Loro non sapevano che l'avevo rubata. Lo seppero quando i vigili cominciarono a inseguirci. Presidente — Chi guidava Vauto durante la fuga verso Settimo? Imputato — Ero io. In istruttoria aveva detto che alla guida c'era il Prin, ma in udienza cambia versione. Il Prin, da parte sua, afferma che non sapeva nulla del furto. « Sono salito sulla "Flaminia" soltanto per fare un giretto. Fu proprio il Torres che propose di andare Settimo perché doveva recarsi a far visita ad una ragazza* Presidente (rivolto al Prin) — Ha altri processi in corsot Imputato — Si, mi pare. Due o tre, tutti per furti d'auto, Il sindaco Ansèlmetti conferma dì aver appreso dal prò prio autista che l'auto era scomparsa. E l'autista, Giuseppe Tadiello, ammette che la porta era effettivamente aper¬ ta: € Avevo lasciato anche le\ chiavi perché mi ero allontanato soltanto per poefii attimi » Il dott Moschella chiede un anno di reclusione per il Bertocchi e l'assoluzione con formula dubitativa, dall'accusa dì favoreggiamento, per il Prin. La Corte condanna il Bertocchi a 8 mesi di reclusione e 30 mila lire di multa e assolve invece il Prin con formula piena, per non aver commesso il fatto. * * SI riprende nel pomeriggio alle ore 15,10. Sul banco degli imputati c'è soltanto il vigile Millo Cosseta, che appare teso e agitato. Presidente — Stia calmo e ci narri cosa è accaduto quel pomeriggio. Cosseta — Ricordo di aver preso servizio a mezzogiorno, insieme al collega Sergio Riva. Abpiamo saputo in quel momento che l'auto del sindaco era stata rubata e rileuamwo dalla lavagna esposta al comando i numeri di targa. La stessa cosa avviene per tutte le auto rubate. Non abbiamo avuto nessuna particolare sollecitazione per rintracciare la macchina del sindaco. Pochi minuti prima delle 8, mentre pattugliavamo la zona di barriera di Milano, ed io ero al volante dell'autoradio, scorgemmo improvvisamente la « Flaminia », con quattro giovani a bordo. Io tentai di bloc care la strada alla macchina, ma il guidatore, senza nem meno accennare a fermarsi, si diresse contro di noi. Sterzai per evitare un urto frontale, ma la < Flaminia" », nella sua manovra, urtò ugualmente di striscio l'autoradio. Poi imboccò, velocissima, corso Giulio Cesare. Noi la seguimmo, a sirena spiegata. Contemporaneamente avvisammo il comando di quanto stava accadendo. Poco prima dell'abitato di Settimo, su una breve salita che termina in curva perdemmo di vista i fuggitivi Io rallentai l'andatura e, ad un tratto, lanciando lo sguardo in una via laterale, scorsi la < Flaminia» ferma. Accostai in modo da bloccare il-vtcolo e in quell'istante vidi quattro giovani che stavano allontanandosi dall'auto. Due scappavano da una parte e due dall'altra. Inseguii quelli che si dirigevano verso i campi, oltre le case. Nella corsa tentai più volte, senza riuscirvi, di caricare la pistola e in questi tentativi persi per strada due o tre pallottole. Ad un tratto senza che me ne rendessi conto, dall'arma ' partirono due colpi: vidi cadere il giovane che mi stava più vicino, ad una trentina di metri, ma non so come sia accaduto. Presidente — Dove teneva la pistola? Cosseta — L'avevo sul cruscotto. Anzi debbo precisare che, quando sono sceso dall'auto, al primo momento, non l'avevo nemmeno presa. Feci qualche passo indietro, appena mi resi conto della situazione, spensi la sirena, afferrai l'arma liberandola dal suo cinturino e cominciai a correre in direzione di uno dei fuggiaschi, che era ormai in fondo alla via Ferrari. Presidente — Perché è tornato indietro a prendere l'arma t Cosseta — Volevo servirmene a scopo intimidatorio, sparando in aria. Presidente — Come teneva la pistola mentre correva t Lo sa che vi sono dei testi che affermano che lei correva con U braccio tesot ' Cosseta — Vorrei proprio vedere qualcuno a correre con il braccio teso. E poi, copie ho già detto, durante la corsa stavo cercando di armare la pistola. Presidente — Anche il suo collega Riva ha sparato? Cosseta — Mentre era ancora sull'auto il mio collega, nel caricare la sua pistola, si lasciò sfuggire un colpo che forò il parabrezza dell'autoradio. Sul momento, tuttavia, io non mi resi ben conto se fosse stato il Riva a sparare. Eravamo entrambi molto agitati. Presidente — Durante l'inseguimento, lei è scivolato o è caduto t Cosseta — Sono scivolato, ma non sono caduto. Del resto correvo su un prato fradicio, coperto di fango e di neve, gJOLBita corsa, .cam&.quella del Torres, era incerta e malsicura. Viene ascoltato il padre di Pasquale Torres, Oreste, di 55 anni. Egli conferma che il figlio usci di casa, quel mattino, alle 11,30 e quindi non potè partecipare al furto della «Flaminia». Dichiara dì aver ottenuto il risarcimento totale dei danni: 5 milioni di lire. Sulla sedia dei testimoni siede ora Sergio Riva. Egli ripete, fedelmente, la versione del Cosseta, precisando anche che il collega «aveva l'abitudine di tenere l'arma sul crur scotto». Il vigile Battaglia, uno dei primi accorsi, raccolse le prime dichiarazioni del Cosseta: « Mi disse che' gli erano sfuggiti due colpi mentre tentava di caricare la pistola ». Il vìgile Secondo Gianotto, avvalorando le dichiarazioni dell'imputato, rinvenne una pallottola inesplosa. Presidente — Lei ha provato ad entrare nel prato dove il Torres fu colpito? Com'era il terreno? Gianotto — C'era una spanna di neve e si camminava malissimo. Comincia la sfilata degli abitanti in via Defendente Ferrari, a Settimo. Pietro Nardo ed i fratelli Giuseppe e Guido Gambon erano fermi a pochi passi dalla < Flaminia ». Hanno visto la fuga dei quattro e l'inizio dell'inseguimento, ma non sanno nulla della parte centrale del tragico fatto. Hanno udito alcuni colpi di pisto¬ la; non sanno precisare quanti. Il presidente, su richiesta dell'aw. Delgrosso, chiede a Giuseppe Gambon — Perché non siete intervenuti per fermare i fuggitivi? Gambon — Uno di loro, quello che poi rimase ucciso, aveva una mano sotto il cappotto e ci slamo impressionati. L'aw. Delgrosso sottolinea — E Cosseta, con encomiabile onestà, non. ha mai nemmeno tentato la tesi della legittima difesa. Maria Gervasoni era sul balcone di casa sua, al terzo piano. Udì la sirena, vide le due auto arrivare e segui una parte della fuga e dell'inseguimento. La donna precisa una circostanza importante: — Ho udito tre o quattro colpi di pistola; il primo esplose quando ero ancora sul balcone che dà verso la< strada'e non su quello verso i campi. Angela Zanetti abita al 34 di via Ferrari, la casa più vicina ai prati. La teste, una ragazza assai giovane, è molto incerta e sembra assai impressionata. Anche lei modifica le dichiarazioni rese in istruttoria. Presidente — Lei ha udito il primo colpo mentre il Torres o à o scavalcava la rete di divisione tra le due case per raggiungere i campi? Zanetti — Non ricordo bene. Al giudice istruttore aveva risposto sì senza alcuna esitazione. Presidente. — Come teneva il braccio destro il vigile du rante la fuga? Zanetti — Vn po' piegato, con la canna puntata verso l'alto. AI dott. Moschella .aveva in vece detto «certamente non in alto e non in basso». Il dott Moscone le chiede ancora: < Da che cosa ha capito che il vigile avrebbe sparato appena sceso dall'auto ? ». La ragazza risponde: < Ho sentito il colpo ed ho visto il fumo ». Il presidente, di fronte alle palesi contraddizioni, e soprattutto perché, ad un certo punto, la Zanetti afferma che « il vigile si è chinato » al momento dei due ultimi spari (circostanza mai riferita in precedenza), ordina che la giovane sia fermata: « Rifletta bene a quello che fa. Si ricordi che i testi falsi possono essere arrestati e processati immediatamente ». Anche Udo Conz, che abita nella stessa casa della Zanet-| ti, corre ripetutamente il ri--a » n schio di farsi arrestare. Egli ha sempre affermato che il vigile « sparò lievemente in alto » e invece in udienza dice addirittura che sparò in aria. Questo almeno è il significato del gesto dimostrativo compiuto dal Conz con la pistola in pugno. Presidente — Si accorge che quello che dice adesso è diverso da quanto ha dichiarato prima? Conz — Per me, su per giù, è sempre lo stesso. Il teste arriva a dire di aver visto il Cosseta sfilare la pistola «dalla tasca posteriore dei pantaloni», mentre è un fatto incontestato che l'aveva già in mano. «Questi testimoni — commenta l'aw. Gabri — non hanno visto nulla». Viene richiamata Angela Zanetti. E' pallidissima. Ma l'ammonizione del presidente non le ha fatto mutare opinione. Non ha visto alcuna manovra che potesse sembrare, da parte del Cosseta, al tentativo di caricare la pistola durante la corsa; tuttavia essa conferma che il braccio lo teneva «leggermente verso l'alto». Antonio Zanni dice: < Io la pistola non l'ho neanche vista. E così non posso descrivere come il vigile tenesse il braccio. Ho notato che il Cosseta correva in maniera poco stabile: ad un certo punto si piegò un poco avanti e in quel momento partirono i due colpi». L'ultimo teste della giornata, Cardoni, era addirittura in pigiama, sul divano della sala. Ha udì to tre o quattro colpi, ma non ha visto assolutamente nulla Alla fine dell'udienza gli avvocati Delgrosso e Gabri presentano un'istanza per un sopralluogo sulla scena del tragico episodio. « E' di estrema importanza, — sostengono i difensori — accertare parecchie distanze, indicate solo appros simativamente, e rendersi conto di cosa potevano in realtà vedere i testimoni d'accusa, soprattutto nei particolari». La Corte dispone che il sopralluogo avvenga-stamane alle 9 con l'intervento dei testi Riva, Gianotto, Zanetti, Conz, Zanni e Gervasotti. I giudici si trasferiranno nella tarda mattinata a Torino per proseguire il dibattimento. Vi sono ancora testimoni da ascoltare, tra 1 quali il vice comandante dei vigili dott. Galletta e l'ispettore delle autoradio Sussetto Nel pomeriggio il p. m. pronuncerà la sua requisitoria. Gino Apostolo 1M111!MIM;11MIM111M111111111M11111rM11 f■ 11M1111111iI I giovani Vittorio Bertocchi, a sinistra, condannato ad otto meii, • Narciso Prin assolto con formula piena Il ' Il vigile uraano Millo Cossela e la moglie ieri nell'aula del Tribunale torinese

Luoghi citati: Milano, Torino