"Io e la donna,,: un discepolo di Tati

"Io e la donna,,: un discepolo di Tati ss u r, o SCHERMO "Io e la donna,,: un discepolo di Tati Altre prime: « FBI Cape, Canaveral », « Gli italiani e le donne », « Scanzonatissimo » (Romano) — « Sì rade volte se ne coglie» — di film autenticamente comici — che si comprende come la critica francese, già cosi generosa per natura, abbia esaltato come un capolavoro questo Io e la donna (Premio Delluc 1963), ed etichettatone d'urgenza l'autore e-interprete Pierre Etaix come « il nuovo Tati ». Ma si tratta, in verità, di un promettentisslmo discepolo, che per il momento, lascia sul piedestallo ' quel parsimonioso maestro: Tuttavia il riferimento è calzante: l'Etaix è stato a lungo disegnatore e segretario di Tati, e avendolo aiutato nella realizzazione di «Mon onde» si è fatto l'occhio e la mano del meccanico di alta precisione, si che anche 11 suo-film è di geniale pazienza, e risulta costruito, vite per vite, come un orologio. Si aggiungano lezioni più remote: Chaplin prima di tutti, dal quale nessun attore comico può prescindere, Max Linder e più espressamente Buster Keaton, con cui l'attore Etaix ha nella figa retta squadrata, nella maschera, lignea e quasi sempre atona, una notevole somiglianza, Ma queste e altre ascendenze attestano più che altro la buona preparazione dell'autore, 11 suo gusto dei classici; non tolgono freschezza a un prodotto che quando non ne avesse altri ha pur sempre il merito di farci risentire 11 timbro, oggi quasi dimenticato, della comicità cinematografica, che non è quella delle vicende complicate o dei dialoghi equivoci o dei ravvolgimenti satirici (secondo fraintende, purtroppo, il nostro cinema comico), ma quella delle cose, anche minime, che si vedono sulla scena del mondo, e che non si possono altrimenti vedere. Perciò è altamente da lodare la grulleria, da filmetto muto, che il regista ha messo come fondo nel suo film: l'interieur appena abbozzato di due genitori borghesi cordialmente nemici-e di un figliuolo quanto mai « cretinetti » che fra le sue scartoffle di, studente vagheggia la compagna ideale, andandone poi alla ricerca per lo strade" di Parigi con uno spirito d'imitazione che è già garanzia d'insuccesso, illudendosi di trovarla prima' in una molesta ubriacona e poi in una diva stagionata, e. finalmente lasciandosi scappare l'unica occasione buona, una graziosa straniera che lavorava in casa «alla pari» come dama di compagnia della madre. Su questo inagrissimo traliccio si scrivono invenzioncelle e tro vatine, alcune di buonissima lega e altre viceversa diluite e stanche ó di un troppo scoperto reflatro di music hall; ma tutte spoglie di parole e godibili per vista. Manca per ora all'Etaix una vena inventiva corrispondente al rigore con cui egli giustamente concepisce il film comico. Per la via in cui si è messo, tutto gli deve riuscire corposo e infallibile; e questo ancora non avviene, qua e là il filo del film si spezza e visibilmente ripiglia. Ma certamente egli ha vocazione; e basterebbero quei suoi « genitori », appena suggeriti ma intensissimi, ad attestare il suo tocco di regista intelligente. * * (Astor) — Alti tecnici atomici, in volo per Cape Canaveral, si trovano nel bagaglio una valigia contenente una bomba a orologeria. L'P.B.I. si assume le indagini circa il tentato atto di sabotaggio, e dopo un'immensa setacciata, che è occasione a mostrarci quella perfetta organizzazione, arriva al colpevole. La materia di F.BJ. Capè Canaveral («FBI Code 98»), diretto da Leslie H. Martlnson e interpretato da Jack Kelly, Bay Danton, Andrew Duggan e altri attori di secondo piano, non è certo originale; ma ove si eccettui 11 finale fumettistico, nel suo genere il film non potrebbe essere fatto con un più sicuro senso dello spettacolo. 1, p. (Cristallo) — Sotto un tlto 10 di comodo che si richiama alla moda dei film-inchiesta, Gli italiani e le donne allinea cinque farsette tirate via alla buona dal regista Marino Girolami. Il figlio di questo, Enio Girolami, apre la serie con l'episodio di tre « pappagalli romani » beffati nella caccia alle belle straniere. Seguono Walter Chiari, che si traveste anche da prete, Gino. Eramieri, amante focoso ma sfortunato, Raimondo Vianello, spogliato dal rapinatori mentre tradisce la moglie (Sandra Mondaini), concludono Fabrizi e Alberto Lupo che duettano con Ave Ninchi e Lia Zoppel- 11 sul vetusto tema delle corna. Abbondano le parolacce e le situazioni grassocce, scarseggiano il buon gusto e la comicità. Ma qualche volta si ride. * * (Doria) — Scanzonatissimo è una rivistina satirica di Dino Verde che ha ottenuto un bel successo sui palcoscenici romani, tanto da indurre 1 suoi autori a portarla sullo schermo. Lo stesso Verde si è fatto regista, ma senza faticare molto poiché si è limitato a fotografare (e nemmeno bene) i numeri del suo spettacolo. Il risultato è di una sconsolante piattezza. vice

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