La contessa di Sanremo fu strozzata per alcune lettere compromettenti ? di Antonio Antonucci

La contessa di Sanremo fu strozzata per alcune lettere compromettenti ? La contessa di Sanremo fu strozzata per alcune lettere compromettenti ? Testimonianza di un'amica della nobildonna russa - Ascoltati in Assise i periti medico-legali - Il processo rinviato al 18 aprile (Dal nostro, inviato speciale) Sanremo, 12 aprile. La terza udienza del processo per l'uccisione della contessa russa Aida Gontar vedova Bragadin è stata dedicata soprattutto ai quattro periti medico-legali. Il primo è il professor Giacomo Roverio, che esegui la necroscopia e, successivamente, l'autopsia della vittima. ' '., Presidente — Nella sua relazione del 30 dicembre si dice che la morte della Bragadin doveva risalire « a cinque o sei giorni ». Questa frase va intesa in un senso elastico o rigido? Perito — In senso approssimativo. Le decomposizioni del cadaveri variano, come sviluppo, da soggetto a soggetto e per diversità di ambiente. In ogni caso-si trattava della prima settimana non compiuta. Presidente — La mano che esercitò la mortale pressione sul collo fu una sola? Perito ,— Si. Probabilmente la sinistra, ma non è da escludere del tutto che sia stata la destra. Presidente — L'azione di costrizione fu violenta? Perito — Non violentissima, per quanto di notevole intensità. Avv. Bobba (della difesa) — Era indispensabile un gigante? (L'imputato, Antonio Toesca, è abbastanza corpulento). Perito — No. Bastava una persona normale. P. M. — Anche qualcuno che non fosse mancino? Perito — Anche. La morte avvenne per stroz¬ a e a e n i l e n e e e a , — . a e z¬ zamento e fu indubbiamente istantanea. Resta da esaminare la dinamica del delitto in relazione alla confessione dell'imputato, successivamente ritrattata. Da questa confessione risulta che 11 Toesca si sarebbe disteso sul corpo della vittima, premendo con la mano destra sulla sua spalla sinistra per immobilizzarla e stringendole la gola con la sinistra affinché non gridasse. In siffatta situazione lo strozzamento è possibile? Perito — E' più difficile, ma non. si può escludere. Influisce anche la forza muscolare del soggetto attivo. Il perito dott. Antonio Siccardi, che coadiuvò il prof. Roverio nell'autopsia, afferma che l'omicida usò « probabilmente » la mano sinistra. Il prof. Giuseppe La Quadra, che stilò un referto sulle fotografie della morta, è «un po' certo» che la mano fatale fu la sinistra, e il prof. Nando Ziveri, sempre su perizia fotografica, asserisce che la-morte fu provocata « certamente » dalla mano sinistra. Eccoci alla perizia psichiatrica effettuata dal dott. Antonio Zonta, del manicomio criminale di Reggio Emilia. Come già sappiamo, essa definisce l'imputato Antonio Toesca come un « frenastenico minore torpido». Il presidente domanda qualche «chiarificazione su questa formula». Essa definisce un aspetto particolare della frenastenia ufficialmente catalogato, oppure no? Il perito risponde negativamente. La frenastenia indica e n e to a fa è a e el coe » a, oo' u o oe » ano a. ieie asol? aa i va o. uo er lo n lif. ta fisoIl te to he so oo, a. un « debole di mente », volgarmente détto stupido. L'aggettivo «minore» è soltanto una aggiunta per distinguere questa stupidità dalla Idiozia totale. Il «torpido» riguarda, poi, la natura del soggetto prima del fatto e dopo. Un soggetto, cioè, tutt'altro che Incline alla violenza. Presidente — Un uomo non incline alla violenza può commettere lo stesso atti violenti? Teste — Sì, in seguito a una improvvisa provocazione. Presidente — Uno stupido può ricordare nei minuti particolari 1 momenti successivi di un'azione, come risulterebbe di fatto dalla confessione del Toesca? La risposta è affermativa. Lo stupido può essere poi indotto a confessare per fenomeni di suggestione in un certo clima di emotività, donde il Toesca che afferma «mi hanno molto influenzato ». Quanto alla ritrattazione, essa può essere suggerita da una manovra difensiva o dal sopraggiungere di una capacità critica. Nel primo caso lo stupido non si preoccupa della eventuale illogicità della sua ritrattazione. Nel secondo caso nulla esclude che si possa trattare della versione esatta dei fatti. La difesa — avvocati Bobba e DIan — fa istanza per appurare se In carcere 11 Toesca visse segregato tra la confessione e la ritrattazione. Il Toesca ha seguito finora il suo processo con aria assente. Si direbbe che le parole si polverizzino prima di arrivare al suo cervello; se qualcuna, per caso, lo raggiunge ancora intatta, non ne afferra l'importanza e nemmeno il significato preciso. Come riassunto delle prime tre giornate possiamo citare alla lettera la espressione del presidente: «Siamo alla ricerca della verità e finora non abbiamo trovato che del possibilismo». Nel campo del «possibilismo» è tutt'altro che da sottovalutare la testimonianza di Ada Vellani, una signora ultrases santenne, la quale ha detto qualche cosa di più che non in Istruttoria. Amica della contessa Bragadin fin dal 1955, riceveva le sue confidenze, anche le più gelose. Tra le altre, quella re lativa ad un siciliano sulla quarantina, alto, bruno, eie gante, impiegato ministeriale a Roma, che veniva spesso a trovarla e le dava da cinque a ottomila lire per visita più la cena. Egli avrebbe anche voluto sposarla. Le loro relazioni erano da lui ricordate con lunghe lettere alla contessa. Lei le conservava, « anche per eventualmente ricattarlo ». Negli ultimi tempi l'impiegato le chiese in restituzione, ed anche con una particolare minacciosa insistenza; lei non volle,'mai riconsegnarle. Queste lettere non sono state rinvenute nell'abitazione della Bragadin e nemmeno nella sua cassetta di sicurezza in banca. Esistevano davvero? In tal caso, ci si potrebbe trovare di fronte ad una pista del tutto nuova. Il processo è stato rinviato a giovedì 18 aprile. Antonio Antonucci iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiD

Luoghi citati: Reggio Emilia, Roma, Sanremo