Alla cassa di Risparmio di Torino ogni dipendente amministra 300 milioni

Alla cassa di Risparmio di Torino ogni dipendente amministra 300 milioni La "produttività" di un Istituto dì Credito Alla cassa di Risparmio di Torino ogni dipendente amministra 300 milioni I depositi sono saliti da poco più di 3 miliardi nel 1944 ad oltre 310 Se la fiducia nasce dall'e- I sperienza, è certo che i to- j rinesi da 135 anni a questa parte e — per venire a tempi più recenti — in questo ; dopoguerra, devono essere rimasti assai soddisfatti dall'esperienza fatta con la Cassa di Risparmio di Torino che oggi per volume di de- j positi amministrati è la seconda Cassa di Risparmio d'Italia e, relativamente alla popolazione che serve, è di gran lunga la prima del nostro Paese. Trilussa e le statistiche Le statistiche son quel che sono, ed è appena il caso di citare i famosi versi di Trilussa che' « seconno le statistiche d'adesso I risulta che te tocca-un pollo all'anno: / e, '** non entra ne le spese tue, I t'entra ne ld statistica 10 stesso I perché c'è un antro che ne magna due ». Però è innegabile che le statistiche servono a dare un quadro d'insieme sufficientemente rappresentativo di una situazione e permettono di porre utilmente a confronto alcuni aspetti della realtà. (Anche per i polli di Trilussa; se il mìo vicino mangia due polli ed io nessuno, si potrà sempre dire che in quella casa si mangiano due polli all'anno...). Ora, al 31 dicembre 1962, la Cassa di Risparmio di Torino aveva 310 miliardi 775 milioni e rotti di depositi, con un aumento di oltre il 21 per cento rispetto ai 256 miliardi circa della fine del 1961. Queste cifre sono già significative di per sé, ma acquistano maggior valore se le accostiamo statisticamente ai due milioni di abitanti circa della provincia di Torino, principale campo d'azione dell'Istituto di Crt-ito che stiamo esaminando. Non si dimentichi, a questo proposito, che in Piemonte esistono altre dieci casse di Risparmio, quelle di Alessandria, Asti, Bra, Biella, Cuneo, Fossano, Saluzzo, Savigliano, Tortona, Vercelli, tutte con un loro giro di clientela ed una buona tradizione 11 segreto del successo La Cassa di Risparmio di Torino vanta un altro primato che costituisce un po' il segreto del suo successo: il rapporto tra le attività amministrate ed il personale dipendente e che corrisponde a quella che in un'azienda industriale si chiamerebbe produttività. Al 31 dicembre 1962, dividendo il volume delle attività amministrate per il numero dei dipendenti, si aveva che ogni dipendente della Cassa di Risparmio dì Torino amministrava ben 304 milioni di lire. In un elenco che risale al 31 dicembre 1961 (ultimo anno di cui si posseggano dati nazionali completi), troviamo solo una Cassa di Risparmio, quella di Savigliano, cho supera questo rapporto. Sono poi sette, oltre quella di Torino, le Casse di Risparmio che hanno oltre 200 milioni amministrati per ogni dipendente In forza all'Istituto. Poi ne troviamo 51 tra i 200 ed i 10C milioni; le rimanenti venti Casse hanno un rapporto di meno di 100 milioni per ogni dipendente. Sono confronti che non devono sembrare antipatici, ma d'organizzazione, necessari a dimostrare la serietà, la capacità, la produttività nell'azione di un Istituto che, non avendo scopi di lucro né dividendi da distribuire, potrebbe pur permettersi di rallentare la tensione del suo lavoro quotidiano senza il timore di doverne rispondere domani ai giustamente esigenti azionisti e padroni. Un altro primato Ma, a proposito del personale, è giusto segnalare un altre primato della Cassa di Risparmio di Torino. Dal punto di vista finanziario, è un primato che non ha 10 stesso rfiTévo dei precedenti, ma forse è quello che sta più a cuore ai dirigenti dell'Istituto, al presidente prof. Paolo Riealdone, al direttore generale dott Angelo Colombo e, ovviamente, ai dipendenti. E' la prima Cassa di Risparmio d'Italia che. per la sua solidità, abbia ottenuto di provvedere alla previdenza del personale con un fondo proprio autonomo, riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica de! 2 settembre 1960. Questa solidità può essere espressa con una sola cifra: 11 fondo di quiescenza del personale (che nel 1945, primo anno della presidenza Rlcaldone, era di appena 42 milioni e ancora nel 1949 non raggiungeva 1 600 milioni) al 31 dicembre scorso ammontava a 6 miliardi 370 milioni. Sull'argomento del personale, aggiungeremo solo che i dipendenti della Cassa di Risparmio dì Torino hanno un trattamento economico di previdenza e di assistenza superiore a quello contrattuale, tale da farli partecipare direttamente al buon andamento dell'istituto e da premiarne degnamente la fedeltà alla Cassa, lo zelo nel lavoro e la cortesia premurosa nei rapporti con i clienti. Un pilastro della fiducia Ma torniamo alla fiducia dei risparmiatori in genere, e di quelli torinesi in particolare, per la Cassa di Risparmio di Torino, fiducia che poggia sopra un altro pilastro non ancora ricordato in questa breve esposizione: le riserve ufficiali dell'Istituto ammontavano al 31 dicembre 1962 a 24 miliardi 510 milioni, pari ad 'oltre 1*8 per cento del capitale amministrato. E', anche questo, un primato che si può definire nazionale, benché, alla fine del 1961 questa percentuale fosse superata da due Casse di Risparmio, però di - importanza assai minore: quella di Cento con un rapporto di 8,92 e quella di Udine con 8,37. Ma tra le < grandi » troviamo la Cassa di Risparmio di Padova-Rovigo con 6,06; quella di Genova con 3,87; quella di Bologna con 3,50: la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde con 3,44; quella di Roma con 1,95, mentre, alla stessa data, la percentuale della Cassa di Risparmio di Torino era dell'8,04. Lo sviluppo dal 1945 ad oggi Per riassumere l'attività e lo sviluppo della Cassa di Rispàrmio di. Torino i suoi amministratori non pubblicano grossi e costosi volumi, riccamente illustrati su carta patinata, ma sì servono di un foglietto ciclostilato che può stare nel taschino, Questo è forse il confronto più significativo che in questo campo si possa fare peri che dimostra come, nel ge[ nerale sviluppo del sistema j bancario nazionale, per l'aui mento generale della produ! zione, del reddito e dei risparmi, la Cassa di Rispar1 mio di Torino non solo man! tiene salda la propria vita1 lità, ma si trova in testa «nel ! gruppo dei migliori >, con | risultati progressivamente f sempre più lusinghieri. | Rispondere alla fiducia I Come risponde la Cassa di i Risparmio di Torino alla fiducia dei risparmiatori e come svolge la sua funzione economica e sociale in città, nella provincia, in tutto il Piemonte e fuori dei confini regionali? Finanziando ai più miti tassi d'interesse, i minimi consentiti dagli accordi interbancari, le iniziative più produttive, le più utili alla economia cittadina e nazionale, le piccole, medie e grandi aziende e distribuendo In ' beneficenza gli utili di ogni : esercizio, salve le cautele di i legge e di una sana amminii strazione per potenziare sem| pre più l'Istituto. La Cassa di Risparmio di Torino assiste nel modo più ampio il credito a breve termine, con particolare riguardo alle operazioni agevolate di credito all'artigianato, ai finanziamenti agli istituti speciali per il credito agrario ed al credito alla media e piccola industria. Tutte le richieste di mutuo di Enti Morali, In specie Comuni e province, vengono regolarmente accolte, cosi come la Cassa dà continua assistenza alle grandi iniziative di costruzioni autostradali e di trafori, già programmate ed alla vigilia di entrare nella fase risolutiva di inizio del lavori. In tale epoca — come ha assicurato 11 presidente Riealdone nella sua ultima relazione di bilancio — ben ripiegato, accanto alla custodia degli occhiali ed alla stilografica. Nel 1945, quando il prof. Paolo Rioaldone si assunse 11 pesante onere di Presidente, il bilancio della Cassa di Risparmio presentava le difficoltà comuni a quel tempo per tutti gli enti economici: il fondo di quiescenza del personale non era più sufficiente allo scopo e nulla si potè erogare di beneficenza. Nel 1950 il bilancio si chiudeva già con un utile di 135 milioni; le riserve ammontavano a 440 milioni; il fondo per il personale superava il miliardo e si poterono dare oltre 36 milioni in beneficenza. Dopo altri cinque anni, nel 1955, l'utile netto di esercizio fu di 507 milioni, le riserve ammontavano a 5 miliardi 659 milioni, il fondo per il personale a 2 miliardi 600 milioni e alla beneficenza andarono 200 milioni. Eccoci agli «anni sessan ta>. L'esercizio 1960 supera per la prima volta il millar do di utile netto (per l'esat tezza, 1 miliardo 81 milioni); le riserve salgono a ben 17 miliardi e mezzo; il fondo per 11 personale si avvicina ai 5 miliardi ed alla beneficenza vanno 700 milioni, più un'erogazione straordinaria di 820 milioni a favore di iniziative varie per la degna celebrazione del centenario dell'Unità d'Italia. Il 1961 si chiude con un bilancio ancor più florido e l'anno scorso, infine, al 31 dicembre 1962, la Cassa di Risparmio di Torino chiude il bilancio con 1 miliardo 290 milioni di utile netto, con riserve pari a 24 miliardi 510 milioni, un fondo di quiescenza del personale di 6 miliardi 370 milioni e può erogare In beneficenza 800 milioni. Ecco in breve lo sviluppo : negli « anni sessanta » della : Cassa di Risparmio di Torino .sul piano nazionale. "•Nel 19<KM"«uol< depositi' coi > statuivano fi 59.58 per cento di tutti i depositi delle Casse di Risparmio del Piemonte, 1*8,49 per cento delle Casse di Risparmio italiane ed il 2,07 per cento di tutto il sistema bancario nazionale. Ecco, in un breve specchietto, l'aumento di queste percentuali dal 1960 al 1962: «dovranno essere pronti i necessari mezzi, per i quali abbiamo assicurato in una con le nostre Consorelle interessate, adeguati cospicui finanziamenti ». Oltre a quest'opera quotidiana di finanziamenti, di credito concesso ai minimi tassi d'interesse, di beneficenza oculata (che in questi ultimi anni si è rivolta soprattutto ad opere di pubblica utilità, ad istituti ospedalieri, ad enti culturali e di istruzione di ogni grado), la Cassa di Risparmio di Torino noti esita ad Intervenire, anche in forma massiccia, là dove è necessario per riportare tranquillità e fiducia nelle famiglie. Basti citare un episodio di cui si occupa^ ronp largamente anche i giornali ed il cui ricordo è ben vivo ancora in tutto il Piemonte. Nel 1961, oltre ad erogare 800 milioni in beneficenza, la Cassa di Risparmio di Torino Intervenne in modo risolutivo per salvare i piccoli e medi risparmiatori travolti dall'insolvenza della Banca Sutto Se Gaino di Acqui, stanziando 800 milioni a fondo perduto, senza alcuna contropartita, per assicurare, a liquidazione chiusa,, un riparto Integrativo a favore dei depositanti della Sutto Se Gaino, con preferenza per i piccoli e medi depositi. Fu un intervento forse unico nella storia del nostro sistema bancario, che dimostrò non solo senso di umanità per la sorte di tanti umili lavoratori, il frutto del cui sudore si era da un giorno all'altro inaridito, ma anche saggia lungimiranza. Il credito, il risparmio, poggiano sulla fiducia reciproca: ridare fiducia ai depositanti della Sutto & Gaino significava togliere quella sia pur piccola macchia che domani poteva portare l'ombra di un dubbio tra i risparmiatori Italiani sul sistema bancario nazionale. Vittorio Anselmi Percentuale depositi Cassa di Risparmio di Torino: Rispetto a quelli I960 1961 1962 delle Casse di Risp. del Piemonte 59,58 60,40 60,70 delle Casse di Risp. italiane 8,49 8,71 8,91 del Sistema bancario nazionale 2,07 2,15 2,19

Persone citate: Angelo Colombo, Gaino, Paolo Riealdone, Paolo Rioaldone, Sutto, Vittorio Anselmi Percentuale