Rosalina Neri, la cantante troppo bella questa volta ha vinto il pubblico con la voce di Gigi Ghirotti

Rosalina Neri, la cantante troppo bella questa volta ha vinto il pubblico con la voce I*utò finaIfiic»tiic* parlare sorridendo dei fischi di Londra' Rosalina Neri, la cantante troppo bella questa volta ha vinto il pubblico con la voce Finora il biondo splendore del suo corpo le aveva dato più guai che successo: censurata in tv, ricercata come «soubrette», caduta nel suo avventuroso esordio di soprano lirica in Inghilterra... - La lezione le fu utile: in tre anni di sforzi tenaci, ha imparato davvero a cantare; e ora pensa alla Scala (Dal nostro inviato speciale) Milano, 6 aprile. Mercoledì sera a Bergamo, al Teatro Duse, gremito di bei nomi e di splendide pellicce, scrosciarono quattro minuti di applausi a scena aperta. Una formosa Mimi moriva teneramente sul proscenio, spegnendo l'ultimo acuto sotto 'a cascata dei capelli biondi. Quattro. minuti di applausi a Bergamo. Possono sembrare pochi, ma prima di tutto Bergamo , vanta tradizioni musicali d'alta classe, poi quei minuti sono preziosi, perché concludono una parentesi di silenzio durato tre anni. La bionda e formosa Mimi del «Duse» è Rosalina Neri. Di lei si erano perdute le tracce, nelle cronache dello spettacolo,' dal 15 dicembre 1959. Quella sera, Rosalina Neri ha esordito nell'Elisir d'amore all'* Adelphi Theatre » di Londra, ma era stata accolta con fischi sonorissimi, che si ripercossero in tutto il mondo teatrale. Tornasse a casa, la bionda italiana, e non scomodasse più le grandi eroine del melodramma, che già le aveva sfidate abbastanza temerariamente, prestando loro fianchi di soubrette e un seno da concorso di bellezza: Londra le dava congedo burrascosamente, risentita, quasi, per la sfrontatezza di quell'esordio. Rosalina Neri ha impiegato tre anni a rifarsi ili quell'insuccesso: tre anni di sacrifici per quattro minuti di applausi: « Ora sono soddisfatta: pensi che cosa sarebbe di me, se a Bergamo mi fosse andata male; dopotutto, sono riconoscente agl'inglesi per quei fischi! » dice la ragazza. Rosalina Neri ci accoglie nella sua gaia casa di Milano, tutta ornata di pitture mo derne, tra divanetti, sofà, soprammobili, ninnoli portafortuna, il pianoforte con le partiture aperte sul leggio: « E' stata una lezione, dura, ma giusta: avevo fatto un passo troppo avventato — confessa Rosalina. — Quella >ol ta ho pianto per una settimana, sono calata di sei chili, poi ho ripreso la mia valiget ta e sono ritornata in Italia. All'aeroporto di Londra ai giornalisti che mi intervistavano, ho detto: " Ci rivedremo, ragazzi, ritornerò a con- j tare a Londra e allora cono¬ scerete ohi è Rosalina Neri, la vera Rosalina Neri " ». Rosalina Neri, la vera Rosalina Neri, è qui in carne e osSinuosa, spigliata, occhi scuri, testa bionda, una linea sexy che sembra disegnata per le piccanti copertine dei grandi settimanali a colori. La voce? Rosalina, questi tre anni dopo i fischi di Londra, li ha impiegati a « Impostare » la voce con l'aiuto di un maestro russo, Vittorio Schaljapin («e cosi ho imparato anche un po' di russo ») e di un collega di arte, il tenore Gianni Ja]a, che ha condiviso mercoledì scorso il successo della ragazza nella Bohème di Bergamo. Aveva incominciato sei anni fa, in televisione, come la « Marilyn Monroe italiana». Rosalina, fedele agli impegni del contratto, sfogliava il repertorio della musica leggera e ancheggiava. Non si era mai visto, dal castigato video della televisione italiana, irrompere un tumulto di forme così solide e abbondanti. Insomma, era una canzonettista tutta da guardare; finché prevalsero i consigli dei moderatori; si corse ai ripari, fu sciolto' il contratto con Rosalina. Clamoro samente, la ragazza ritornò fra le quinte, sbattendo le porte. Ma ricomparve poco dopo sulla scena, ancheggiante accanto a Renato Rascel in Tobia, candida spia. Diventata soubrette, Rosalina portò un anno avanti e indietro per la ribalta il suo busto intrepido, e poi si dispose alla grande avventura. Decisa a diventare artista lirica, con la valigetta di fibra, in vagone di seconda classe, partì per Londra. Non conosceva una parola della lingua, non aveva che qualche indirizzo in borsetta: * Mi presero alla televisione inglese: anche li. per cantare canzonette, per mostrarmi in pubblico, nel ruolo della " Marilyn Monroe italiana ". Che dovevo faret Se cantavo, non mi capivano; almeno vedessero! Al mio paese si dice: " Chi non mostra, non vende! ". Io ringrazio mia madre che mi ha fatto come mi ha fatto! ». Londra, insomma, ammira una splendida Rosalina, dal fisico fuor d'ordinario, gli abiti attillati, le scollature generose, ma la ragazza, tenacemente, in segreto, insegue il suo sogno, che è di dar vita alle Mi¬ mi, alle Santuzze, alle Norme del teatro lirico e un bel giorno, accogliendo al volo una scrittura d'emergenza, riesce ad affacciarsi alla ribalta dell'* Adelphi » con il risultato che sappiamo. Rientra scornata a Milano, cominciano gli anni oscuri di Rosalina: con quella sua baldanzosa bellezza dopo quell'insuccesso, che le rimane se non sperare in una scrittura per qualche nightclub o, di nuovo, per qualche spettacolo di rivista?Ma Rosalina è una ragazza che, sotto l'aspetto scanzonato, nasconde una volontà ribelle e tenace. Ha il diploma di maestra, suo padre e sua madre, ad Arcisate, in provincia di Varese, la aspettano a braccia aperte: perché, dopotutto, non piantar via il teatro e mettersi dietro una cattedra ad insegnare le aste? Ma Rosalina è decisa a cantare, vuol rompere con il canto la prigionia del suo corpo formoso; riesce, infine, a farsi ascoltare. L'anno scorso, ottiene una parte di Mimi sotto falso nome, il nome di sua madre, Angela Baldi, in una stagione lirica a Gand. « Sa, il mio nome era famoso per i fischi di Londra: anche in Belgio, non mi arrischiavo di metter Rosalina Neri in cartello ne ». Anche in Belgio, però, Ange la Baldi è subito smascherata chi non riconosce Rosalina, nei panni della Mimi di Gand? Ep pure, invece dei fischi, questa volta le toccano applausi. Le resta da conquistare il pubbli co della, lirica in Italia: «Io penso — dice Rosalina — che gli amanti della lirica voglio no non solo ascoltare, ma anche vedere: lei, che dicet ». Si direbbe che abbia ragione prò prio Rosalina: il pubblico dei loggioni, l bei palchi lustri di eleganze e odorosi di fiori, le platee gremite di buongustai della musica, in fondo sono disposti ad apprezzare, oltre alla bella voce, anche la bella persona. E Rosalina, adesso, si propone di prestare la sua linea sexy a tutte le eroine della lirica. Ma, questa volta, con una voce finalmente nella sua pienezza. Dovunque è andata in questi anni, Rosalina ha lasciato amici, ed ora gli amici le colmano la casa di fiori e di telegrammi. In maggior parte, i telegrammi sono in lingua ingle¬ se. Dicono: « Brava! » alla bionda procace che era andata a Londra per farsi sentire e le toccò invece dì farsi vedere e di farsi fischiare. Dicono ancora quei telegrammi : « Arrivederci, Rosalina, all'appuntamento della rivincita! ». Però, adesso, Rosalina s'è fatta difficile. Dopo Bergamo, ha in vista il « Regio » di Parma e forse la « Scala », il « Carignano »... « Devo ancora perfezionarmi, ho ventotto anni (ma questo non lo scriva, mi raccomando) e questa è l'età in cui matura la voce di una cantante. Se mi spaventa il terribile loggione di Parmat Ami, mi attrae: è un teatro di buongustai, che amano la musica e il bel canto come li amo io; credo che ci capiremo benissimo! ». Gigi Ghirotti Rosalina Neri nella sua oasa di Milano dopo II trionfo nella a Bohème » (F.to Moisio)

Persone citate: Ange, Angela Baldi, Baldi, Brava, Duse, Marilyn Monroe, Moisio, Renato Rascel, Tobia