Si è importata molta carne ma i prezzi non sono scesi

Si è importata molta carne ma i prezzi non sono scesi inchiesta ai mercato di Chivasso, il più grande del Piemonte Si è importata molta carne ma i prezzi non sono scesi L'affluenza di bestiame dall'estero ha frenato i prezzi all'ingrosso ma non quelli al minuto - Gli allevatori allarmati per gli aumenti delle spese -1 consumi in continuo aumento (Dal nostro inviato speciale) Chivasso, 3 aprile. Ogni settimana nel foro boario di Chivasso giungono in media 2500 capi di bestiame. L'anno scorso furono contrattati 130 mila capi per un valore complessivo di 16 miliardi di lire. In questo mercato, che è il più importante del Piemonte, si possono riscontrare i segni della crisi che travaglia il rifornimento delle carni da macello. «Nel primo trimestre di quest'anno — ci dice il veterinario consorziale dott. Francesco Maletto, che dal suo ufficio sorveglia il piazzale gremito dì bovini — l'affluenza del bestiame è diminuita dei 20 per cento in confronto allo stesso periodo del 1962 ». La diminuzione è dovuta alla siccità dell'anno scorso, alla insufficiente produzione foraggiere e alla conseguente vendita forzata di un gran numero di capi che potevano ancora produrre latte e vitelli. Nell'autunno scorso, in tre o quattro mesi, più di mille vacche produttive vennero vendute a Chivasso, le stalle si sono impoverite e ci vorrà qualche anno per rimediare ai danno. Diminuita l'offerta, dovevano aumentare i prezzi, ma è intervenuta, più massiccia del solito, l'importazione dì bestiame dall'estero e l'equilibrio è stato più o meno ristabilito. Ecco i prezzi medi del bestiame, al chilogrammo, nel confronto fra il primo trimestre del 1962 e del 1963: 1962 1963 Tori 240-440 300-430 Vitelloni 260-340 270-840 Vacche 110-290 150-310 Sanati 480-730 450-780 Le variazioni sono modeste e la situazione può sembrare stabilizzata, ma in realtà na sconde i segni della crisi. Dobbiamo importare ogni anno un forte contingente di carni e quest'anno l'importazione è aumentata, con un sensibile aggravio della bilan c'a commerciale che si ripercuote sull'economia di tutto il Paese. L'importazione ha frenato i prezzi sul mercato all'ingrosso, ma non è statfc altrettanto efficace sui prezzi al minuto e ha creato danno se confusioni — di cui fa le spese il consumatore — fra bistecche nostrane, più pregiate, e bistecche d'importazione A Torino, nel marzo dello scorso anno la coscia di prima qualità costava 1688 lire al chilo; oggi oscilla intorno alle 1869. Infine si aggrava il disagio degli agricoltori, i quali han no allevato il bestiame a costi crescenti per le alte quo fazioni dei mangimi, e lo vendono press'a poco ai prezzi dell'anno scorso. Tutto è rincarato anche per gli alleva tori, ma non il reddito della stalla. Gli sforzi fatti per rallentare l'esodo dalle campagne e per infondere fiducia ne gli agricoltori subiscono un nuovo tracollo, e la crisi appare tanto più grave in quari to si accentua in un periodo che dovrebbe essere favorevole agli allevatori. I consumi sono in continuo aumento per l'incremento del la popolazione e il benessere più diffuso nei centri indù striali. Le vendite di bovini nel mercato di Chivasso sono raddoppiate in dieci anni: 65 mila capi nel 1952; 103 mila nel '55; 130 mila nel '62. II mercato si tiene il marte dì per il bestiame grosso e pie colo portato prevalentemente da commercianti che lo acqu s ino alia stalla (i nostri agricoltori nor. riescono, nemme no in questo settore, a costituire cooperative di vendita); e il mercoledì per i sanati venduti direttamente dagli allevatori. Il bestiame del martedì proviene per il 38 per cento dalla provincia di Torino (Canavese, Monferrato, Vercellese), per il 35 per cento da altre Provincie piemontesi e per il 27 per cento da altre regioni, mentre i sanati del mercoledì sono forniti per il 79 per cento dalla provincia di Torino e per il 21 per cento da altre zone del Piemonte. I compratori giungono anche da centri lontani. Il 60 per cento del bestiame è destinato a Torino e al Piemonte, mentre il .40 per cento finisce nei macelli della Lombardia, dell'Emilia e di altre regioni. L'incremento di vendite registrato negli ultimi anni a Chivasso non è dovuto — come si vorrebbe — a un forte aumento di produzione, ma allo spontaneo accentramento dei venditori in un mercato più frequentato dove le contrattazioni sono facili e spicce, e al declino dei mercati minori. II dott. Maletto, che da dieci anni dirige il servizio veterinario r;d ha ima lunga esperienza di allevamenti e di mercati, accenna infatti a un progetto comunale che darebbe un altro vigoroso impulso al mercato chivassese: si vorrebbe costruire un nuovo foro boario in un'area decentrata, con il macello, le celle frigorifere e le stalle per il ricovero temporaneo del bestiame. Ettore Doglio Tvndcnbtccntcudodcrlsrbgpqatmllthpt7vvtrtgpr1ntpsgpppècatcmpdilo

Persone citate: Ettore Doglio, Francesco Maletto, Maletto