Fuori pericolo la quindicenne che s'è avvelenala per amore

Fuori pericolo la quindicenne che s'è avvelenala per amore Fuori pericolo la quindicenne che s'è avvelenala per amore Nell'ultimo colloquio col fidanzato gli aveva detto: "Se mi lasci mi uccido" (Dal nostro inviato speciale) Novara, 30 marzo. f.) All'ospedale di Novara Maria Pinna migliora, può esser considerata fuori pericolo Oggi si è ridestata dal suo pericoloso torpore, ha aperto gli occhi. «Ho tanto mal di capo» ha mormorato. E si è riassopì ta mentre il padre le assestava e coperte. Ieri Maria voleva morire perché il fidanzato, al quale aveva creduto, l'aveva respinta; ma oggi è- indubbiamente contenta d'essere in vfta. Maria Pinna è una graziosa e simpatica brunetta, occhi vi vaci, naso arguto. Compirà sedici anni nel prossimo maggio. Un anno fa da Gonnosfanadiga, in provincia di Cagliari venne a Cerano per badare a due suoi fratelli maggiori che vi si erano stabiliti qualche tempo prima. Nell'agosto scorso ai due glo vanottl se ne aggiunse un terzo, pure di Gonnosfanadlga Antonio Concas di 23 anni, al quale fu ceduta una camera nello stesso alloggio. E' lui la causa del tentato suicidio di Maria Pinna. Per alcuni mesi la vita tra i Pinna e 11 pensionante Concas trascorse serena e senza tur bamenti. Ma nel dicembre, poco prima di Natale, egli fu còlto da un attacco d'appendicite. Dovette subito essere ricoverato all'ospedale di Novara e operato. Tornò a casa ai primi di gennaio per un periodo di convalescenza. Durante quei giorni fra i due ragazzi accadde qualcosa, che a suo tempo dovrà esser chiarito. Quello stesso mese una lettera parti da Cerano per Gonnosfanadlga. Era diretta ai ge nitori di Maria, e in essa la ragazza e Antonio Concas chiedevano il permesso di fidanzarsi. Invece di rispondere con una lettera, Raimondo Pinna il padre, fece di meglio: prese piroscafo e treno e arrivò a Ce rano. Studiò il giovanotto, si convinse che era un bravo ragazzo, e diede il consenso. Ma fra i due ragazzi le cose non andarono lisce come si poteva pensare. Liti, discussioni, dispetti, a poco a poco incrinarono il loro amore. Una ventina di giorni fa Antonio una sera annunziò a Maria che non aveva più nessuna intenzione di sposarla. « Se mi lasci mi uccido » lei gli disse. Egli non le diede retta, e per confermare la sua decisione lasciò la casa e andò ad abitare altrove. Maria allora si rivolse al padre. « Antonio mi ha sedotta, — gli disse. — Un giorno che eravamo soli in casa mi ha aggredita, e ha abusato di me ». Raimondo non volle sentire altro. Corse dai carabinieri di Trecate, e presentò contro Antonio Concas una denunzia per violenza. I carabinieri mandarono a chiamare 11 giovanotto e Io interrogarono. « Nessuna violenza — egli spiegò. — Lei è stata consenziente ». E aggiunse sul conto di lei alcune considerazioni gravamento oltraggiose, . , „.,. ; Quando Maria ne fu informata andò a trovarlo, e fra i due vi fu un colloquio tempestoso. Altri ve ne furono nei giorni successivi. Antonio fu irremovibile, Ieri pomeriggio, disperata, Maria mentre era sola ingerì un tubetto di barbiturici. Poi usci di casa. Alcuni vicini la videro camminare barcollando come un'ubriaca. Fu soccorsa, accompagnata in un bar. . La ragazza svenne; a braccia la trasportarono nella vicina casa d'una conoscente. La quindicenne Maria Pinna in ospedale a Novara

Luoghi citati: Cagliari, Cerano, Gonnosfanadiga, Novara, Trecate