L'amante del medico è ricomparsa a Bologna e ha ripreso tranquilla il lavoro in fabbrica di Gigi Ghirotti

L'amante del medico è ricomparsa a Bologna e ha ripreso tranquilla il lavoro in fabbrica A quindici giorni dalla tragica fine cfl Ombretta HIigrisoli L'amante del medico è ricomparsa a Bologna e ha ripreso tranquilla il lavoro in fabbrica I titolari dell'azienda, che l'avevano sottratta alla curiosità della gente, le hanno offerto un mazzo di fiori - Appariva commossa ma non ha voluto dir nulla • Il dottor Carlo è sempre nella cella d'isolamento - E' calmo, ha fatto la Comunione e passa il tempo a leggere libri religiosi - Soltanto il processo, forse, aprirà uno spiraglio su questa enigmatica figura e sul suo segreto i lidi ia su ai c a cs e ri nn t s a e o mte (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 30 marzo. Iris Azzali è ritornata quest'oggi al lavoro, nell'ufficio presso la piccola fabbrica di mobili di via Guelfa. I titolari dell'azienda, i coniugi Guggia, che in questi giorni l'hanno sottratta alla curiosità del pubbHco offrendole asilo e protezione, le hanno donato un mazzo di fiori, per testimoniarle come inalterati siano rimasti i loro sentimenti di fiducia e d'affetto. Iris appariva commossa e sorrideva. Quanto alle avventure di questi giorni e ai particolari della sua vicenda, vissuta sul filo della tragedia, poco ha voluto dire. A quindici giorni dall'arresto di Carlo Nigrisoli, quali passi in-avanti ha compiuto i'tnchiesta per la morte di 'sua moglie, Ombretta Galeffit Un passo sicuramente è stato com piuto con la scoperta di Iris Azzali, la ragazza che avrebbe innamorato di sé il giovane medico al punto di rendergli insopportabile l'idea di continuare a vivere senza di lei. Si è trovato un movente plausibile al delitto, ma più si analizza questo personaggio, più ci si addentra nei retroscena del dramma, più ci si accorge che anche questo elemento nuovo è fragile ed equivoco. L'uxoricidio al curaro è il primo nella storia criminale, egualmente se si trattasse dt suicidio. C'è un velario che ancora non s'è alzato sulla scena dell'ultima notte trascorsa da Ombretta Galeffì e bisognerà aspettare il processo per sapere la verità, che ora sfugge Sono le dieci di sera, la sera del llf marzo, e il dott. Carlo Nigrisoli, finito il giro delle visite ai degenti, entra nell'appartamento personale, s'infila, in pigiama, sotto le coltri del letto matrimoniale, a luce spenta, per non destare i dormienti. Tutta la famiglia è immersa nel sonno a quell'ora. A un metro di distanza dal letto matrimoniale c'è la culla dove riposa la più piccina della famiglia, Anna Nigrisoli, che ha appena due anni; nella stanza vicina che ha sempre aperta la porta sul corridoio, dormono i due figli, Raffaella, di 8 anni, e Guido, di 11. Questa è la scena entro cui si leva d'improvviso il rantolo disperato di Ombretta. Spiega Carlo Nigrisoli ohe sua moglie si svegliò sentendosi male e invocando soccorso. Il medico racconta che le praticò una iniezione per sostenerle il cuore, ma la donna si torce e rantola nel suo letto e il marito la prende fra le braccia e la trasporta, lungo un corridoio, nell'attigua stanza n. X0 della cd«ciclvzicsandcè7fislPcg«lvlniiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii o a , a clinica. Da questa stanza il dottor Carlo chiama aiuto: « Presto, presto, una fiala di canfosparteina.' ». Accorre un inserviente e vede il medico che sta praticando alla moglie la respirazione artificiale, La donna è riversa sul letto, violacea, già esanime, le lenzuola attorcigliate e sconvolte intomo a lei: < Presto, presto con la canfosparteina, che cosa aspettate ? » urla il medico agli accorsi.-Nella concitazione si leva il grido del padre di Carlo: « Delinquente, che cosa le hai fatto f Questo non è infarto! L'hai ammazzata... ». 71 vecchio urla e si lancia sul figlio con pugni e schiaffi. Secondo le apparenze, questo basterebbe a concludere ohe Carlo Nigrisoli ha ucciso sua moglie. Eppure non è sicuro se, davanti alle spoglie della sventurata nuora, il prof. Pietro chiedesse al figlio una confessione: « L'hai ammazzata ? » oppure esprimesse un giudizio da medico esperto: « L'hai ammazzata! ». Su quali elementi fondava le sue invettive, la sua diagnosi t II colorito della morta, la progressione dell'agonia. Non c'era certo da pensare a un infarto. Veleno f Ma chi ha parlato per primo di curaro ? Non i periti i quali, anzi, si muovono tra mille difficoltà, perché il curaro è arma che colpisce senza lasciare traccia. Non i medici della clinica, i quali si limitarono a rifiutare l'avallo ad un attestato non conforme alla verità apparsa ai loro sguardi. E' stato il padre dell'accusato a parlare per primo di curaro? Forse l'indicazione gli venne dal figlio, nello smarrimento dei primi istanti, E qui s'innestano gli altri interrogativi della tragedia: se un farmaco a base d'un veleno tanto pericoloso sia stato adoperalo, almeno inizialmente, per medicamento e chi abbia potuto consigliare questa cura, del resto assai strana, per una donna che, lo sappiamo dal fratello medico, non era proprio malaticcia. E chi 10 iniettò, infine, sul corpo della sventurata f II marito o lei stessa? In entrambe le ipotesi, ci si sente librati in una sfera di allucinazione morbosa. La prima fase dell'inchiesta sul veneficio di Bologna ci fa constatare che Carlo Nigrisoli e Ombretta Galeffi erano, in realtà, persone diverse da come apparivano all'esterno, agli occhi dei loro stessi familiari. 11 loro matrimonio era tranquillo soltanto in superficie, in realtà distrutto nelle sue fondamenta affettive. Tornano ad affacciarsi ipotesi secondarie avvelenamento si, ma casua le, per imperizia di chi prati csnzutstctcnnciiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ca la cura. Ovvero, una nascosta follìa di lui, ovvero una nascosta e macerata sofferenza di lei, che avrebbe avuto un gesto di follìa suicida. Ora, i protagonisti son ri tornati a chiudersi in se stessi. Ombretta, distesa, nella tomba; Carlo, nella cella del carcere di S. Giovanni in Monte, segregato dal mondo. Al cappellano, che in questi giorni lo ha confessato e comunicato, il medico è apparso calmo. Continua a protestarsi innocente, fuma molto, legge libri ascetici. Nelle prime ore dopo la morte di sua moglie, accasciato in un angolo dell'appartamento, il dottor Nigrisoli raccontò i fatti con ac centi smarriti, nell' atteggia mento del vedovo inconsolabi le. Soltanto il processo potrà aprire uno spiraglio su questa impenetrabile figura e sul segreto che custodisce. Gigi Ghirotti Irta Azzali è tornata al suo abituale lavoro: ecco la giovane fotografata ieri nel suo ufficio a Bologna (Tel.) iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiniiiiiiiiiiii

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