II pugile-poeta di Antonio Barolini

II pugile-poeta UN NEGRO DAI SONANTI NOMI ROMANI II pugile-poeta (Dal nostro corrispondente) New York, marzo. Il pugile - poeta ventunenne Cassius .Marccllus day nei giorni scorsi è stato l'eroe di turno della stampa americana. E' un curioso impasto di personalità umana. E' un cantastorie primitivo, cioè un poeta nel senso più puro c spontaneo della parola. E', ancora, un americano-negro di oggi. La sua vita, i suoi fatti, i suoi allori diventano in lui ritmo epico e profetico. Finisce con il commuovere. Ha una sua malizia fanciullesca', la sua primitività è autentica c decadente, quale solo in un negro d'America si può trovare. Parla di se, e dice: « La mia storia è quella d'un [uomo : nocche di ferro. Bronzo, la ' [pelle. Parla e si gloria di aver pugno potente e ribelle. Sono bello, bello, bello. Molte volte il più grande di tutti, nel duello ». Alludendo al rivale: « Questo ragazzo vuole essere [pesto: egli dunque cadrà sul sesto ». E vuol dire che cadrà al sesto round. La famiglia day, di Louisvillc, nel Kentucky, è antica. Sci generazioni fa, i Clay erano schiavi nella piantagione di Cassius Marccllus Clay, ambasciatore di Lincoln presso la corte di Russia, morto a 95 anni, nel 1905. Il pugilatore è fìcrissimo del nome gentilizio. E' come se la nobiltà dei Clay si fosse trasferita in lui; c così, del resto, doveva accadere ai tempi di Roma, tra i discendenti dei liberti affrancati: « Marcello ha vinto Cartagine, Cesare fu da Cassio ammazzato. Io, Clay. trasformo John in cartilagine, con pugno fermo, ben calcolato. Il mio segretoT Sono confidente in me stesso: nato pugilatore. Sono lirico, jresco, intelligente: i miei pur/ni han provato il mio (valore. 10 so sempre a che ripresa voglio finire la contesa. Bono liscio come una bella, la mia pelle non ha una tacca ». Quando Archic Moore, detto il vecchio, accetta di battersi con lui, Clay profeta: < Archie a lungo è vissuto sul grasso della terra. A dargli son venuto U "passo" per la pensione. So vieni olio spettacolo, non bloccare i passaggi, non chiudere le porte. Non ne vale la spesa: cadrà alla quarta ripresa. Cosi vuole l'oracolo: è la sua sorte », Archie, effettivamente, cadde alla quarta ripresa. Clay, allora, ammoni: « C'è chi si rode il fiele, ehi ha perso denaro. L'ho spedito a casa con la dolcezza del miele ». Va sottolineato che Clay è un americano-negro perché, se i suoi padri cantavano e inventavano le rassegnate nenie degli < spirituals », l'atteggiamento psicologico dei suoi poemi è ora perfettamente antitetico a quello dei suoi avi. Clay non è più un ragazzo al quale il padre, mostrando la mano di colore, dice: «Ecco perché non potrai mai diventar potente! ». No, oggi egli è un americano come tutti gli altri, come i bianchi, come i 18 mila che pagano i biglietti dell'arena dove ha combattuto (25 mila lire per biglietto, al mercato clandestino, quando il prezzo ufficiale era di 8 mila, circa), Tutti lo osannano; c anche gli altri campioni, bianchi e neri, gli rendono onore. Anche lui, Clay, sarà ricco e potente. Ooug Jones, l'ultimo rivale, al Madison Garden di New York (« Ma che piccola, per me, questa arena! » aveva detto il nostro eroe, guardandosi sdegnosamente intorno), avrebbe dovuto cadere al quarto round, secondo la profezia. Non cadde e fu battuto dopo dieci rounds, otto dei quali aggiudicati a Clay. Vittoria amareggiata, non assoluta e piena, dunque; anche se gli fruttò ugualmente i doni promessigli dai finanziatori della sua gloria: fra l'altro, una Cadillac color rosso pomodoro. Probabilmente, nei giorni scorsi, ha commosso le folle proprio 11 fatto che Clay non è riuscito a battere Jones nell'esatto termine di ripresa da lui preconizzato. Dal fiore della sua amarezza, sono emersi l'incanto della sua delusa fiducia e della sua giovinezza troppo ingenuamente spavalda. La sua disperata voglia di successo di libertà di ricchezza, questo pungolo tutto esterno e violento e tipicamente americano, gli sono venuti su dalla gola, con una frenesia di ritmi singhiozzati e discordi: un jazz patetico epidermico e sofferto, come tutti i jazz. Clay si è ripreso. 11 trionfo verrà certamente. Ma la prima angoscia ha toccato il cuore del giovane, soprattutto è diventata rivelazione della sua solitudine intariore ed esigenza di far di-[ ventare realtà il sogno accarezzato, in cui placarla: « Nessuna cosa che possa essere confusa con l'amore, finché non avrò conclusa questa faticosa scalata. Vinto che avrò il campionato, metterò i calzoni vecchi; calcherò fin sugli orecchi il cappello più stracciato. Farò crescere la barba. Lungo la strada che più mi [garba, cercherò in dóno una ragazza ohe mi ami solo per quello che sono. La porterò nella mia casa di centocinquanta milioni; nel centro del mio grande affare edilizio: più di mille milioni! Le mostrerò la Cadillac nuova, il patio, la piscina coperta, per i atomi di piova. Le dirò: "Diletta, tutto questo è il mio dono: purché tu mi ami, senza fretta, e solo per quello che sono" ». Questi i poemi del pugilatore negro' Cassius Marccllus Clay, del Kentucky : e ora corrono per il paese. E'- certamente un vero americano, questo ragazzo. Tutto sommato, è consolante constatare che il vecchio e cinico mondo in cui viviamo, è ancora così generoso da produrre moschettieri come lui. Antonio Barolini lllIMMllillllllllllllKIIIIIIIIIIIItlllllll IIIIII

Persone citate: Archic Moore, Cassio, Cassius, Jones, Madison Garden

Luoghi citati: America, Kentucky, Lincoln, New York, Roma, Russia