Scoppio un quintale di dinamite momenti di panico ad Avigliana

Scoppio un quintale di dinamite momenti di panico ad Avigliana Scoppio un quintale di dinamite momenti di panico ad Avigliana La casamatta che conteneva l'esplosivo era isolata in campagna - Nessun ferito - Vetri rotti nelle case fino alla distanza di due chilometri (Nostro servizio particolare) Avigliana, 25 marzo. Una tremenda esplosione è avvenuta stamane nel dinamitificio «Nobel» della Montecatini ad Avigliana. Lo scoppio è stato udito nel raggio di qualche chilometro e ha messo in allarme gli abitanti del paese e delle frazioni vicine: fra essi vi sono parecchi familiari degli operai che lavorano nello stabilimento. In breve tempo molte persone sono accorse ai cancelli della fabbrica per avere notizie: a piedi, in bicicletta, in moto. Un comunicato emesso una mezz'ora più tardi dalla direzione dello stabilimento ha tranquillizzato gli animi. «Lo scoppio — vi è scritto — si è verificato in una casamatta di cemento dove è allogata una macchina telecomandata. Si tratta di una impastatrice di cotone collodio e farina fossile (usati nella preparazione della dinamite) che viene manovrata a distanza e controllata nel funzionamento mediante impianto televisivo a circuito chiuso. La capacità dell'impastatrice è di circa un quintale di esplosivo». La zona in cui è avvenuta l'esplosione è a trecento metri in linea d'aria dagli uffici della direzione. Qui, nel fianco di una collinetta sono stati costruiti dei tunnel che portano in una spianata detta « petrinaggio» per la particolare lavorazione che vi si effettua. Le impastatrici sono sistemate in costruzioni di calcestruzzo con le pareti spesse oltre mezzo metro. Fra le casematte vi sono alti terrapieni sui quali sono stati piantati filari di alberi per attenuare lo spostamento d'aria in caso di scop pio: questi accorgimenti evi tano che l'esplosione di una casamatta si comunichi «per simpatia» alle altre. Una decina di persone fra operai e tecnici controllano il ciclo di lavorazione da un re parto attiguo mediante appa recchi televisivi a circuito chiuso. Il loro bunker dista dieci metri dalle casematte. Se essi riscontrano qualche anomalia nelle operazioni eseguite a distanza dalle impastatrici, interrompono il ciclo. Le macchine si bloccano istantaneamente anche nel caso che qualcuno entri in una casamatta mentre viene preparata la dinamite, Gli operai avevano ultimato le solite operazioni e poi avevano avviato i comandi. Lo scoppio è avvenuto improvvisamente alle 11,05. Il capo reparto, Ernesto Pamprà, 60 anni, abitante ad Avigliana, era davanti L'"apparecchio televisivo: l'immagine è scomparsa mentre le pareti del bunker venivano scosse da un violento tremito. Il fenomeno è durato qualche secondo accompagnato da un rumore sordo. « Abbiamo aspettato qualche minuto poi siamo usciti: la macchina e la casamatta erano state polverizzate. Al loro posto era rimasto un cratere di una decina di metri di diametro ». Ernesto Martinasso, di Aimese, un operaio che lavorava in un reparto vicino ricorda il boato assordante della esplosione: «Dovremmo esserci abituati, ma fa sempre un certo effetto! Mi sono subito recato nel punto dove era avvenuto lo scoppio: c'era un gran polverone e l'aria sapeva di dinamite. Per fortuna non ci sono stati feriti». Sul luogo del sinistro è arrivato subito dopo il direttore dello stabilimento dott. Carrà con alcuni tecnici. La_ deflagrazione era stata così potente che i vetri degli uffici sono stati quasi tutti spezzati. Anche nelle case a uno, due chilometri di distanza lo spostamento d'aria ha spalancato porte e rotto vetri. Le cause dell'incidente sono difficili da accertare. La lavorazione della dinamite è estremamente pericolosa: basta che nell'impasto si formino dei piccoli grumi perché la temperatura raggiunga il punto critico. p. s. Ernesto Martinasso che stava lavorando nei pressi della casamatta esplosa

Persone citate: Carrà, Ernesto Martinasso, Ernesto Pamprà

Luoghi citati: Avigliana, Montecatini