L'Italia terza al festival della canzone europea a Londra

L'Italia terza al festival della canzone europea a Londra ^CRONACA TELEVISIVA^ L'Italia terza al festival della canzone europea a Londra « Uno per tutte » ha ottenuto 38 punti ■ Vincitrice la Danimarca con 42 punti; seconda la Svizzera con 40 Diciamolo pure: sul posto vìvranno in un'atmosfera particolare, saranno un'altra cosa, più fastosa ed elettrizzante: ma trasferiti sul video questi festival canori sono una fiera noia. Il Gran Premio Eurovisione 1963, trasmesso ieri sera da Londra non è sfuggito alla regola: la sfilata di sedici motivi, In rappresentanza dì altrettante nazioni, è diventata ben presto monotona, priva di qualsiasi sprazzo di divertimento e avara di curiosità, tanto più che le musiche erano in generale mediocri, alcune pessime addirittura, e tra 1 cantanti pochi, pochissimi avevano una personalità spiccata. Per l'Italia ha cantato «Uno per tutte » -Emilio Pericoli che aveva l'aspetto di un pallido, tenebroso, fatale viveur del 1924: ha cantato con flebile e garbata voce, con occhiate e sorrisi da latin lover e ha ' ricevuto abbondanti applausi dal compassato pubblico inglese. L'unica fase un po' emozionante è stata al solito quella della votazione. L'Italia si piazza subito nel gruppetto delle prime. Sino all'ultimo si battono per il trionfo finale la Danimarca («Dan se vis e» con Grethe Ingmann, canzone che ci ha lasciati assai perplessi) e la Svizzera (« T'en va pas» con l'israeliana Ester Ofarim, un semplice e piacevole motivo, interpretato con passione). 1 Responso ufficiale : vincitrice la Svizzera, seconda la Danimarca. Ma tutto il mondo è paese, non solo nell'Italia televisiva puccedono pasticci. Ci si accorge che il conteggio, è sbagliato. I tabelloni cambiano, l'annunciatrice si guarda attorno smarrita e — proprio come in Italia — si attacca al telefono e chiede lumi, ad un Invisìbile esercito di notai e funzionari. Confabulazioni, rettifiche, scuse. La giuria di Monaco viene invitata a ripetere 1 suoi voti. Infine la proclamazione definitiva: vincitrice la Danimarca con 42 punti, seconda la Svìzzera con 40. E l'Italia di Pericoli? L'Italia di Pericoli è terza con 38 punti. Un risultato eccellente, insperato. L'onore canoro della nostra nazione — Inaspettatamente — è salvo. * * Prima della cronaca del festival abbiamo assistito al debutto della serie americana di telefilm «Il padre della sposa», Un debutto disastroso: personaggi che parevano manichini, recitazione dilettantesca, battute idiote. Ma perché la nostra tv sciupa i quattrini a comperare questa roba? * * Stasera tornerà Gassman con la seconda puntata de « Il gioco degli eroi »: reciterà testi di Rinaldo D'Aquino, Ariosto, Machiavelli, Shakespeare (lo splendido discorso di Marc'Antonlo dal «Giulio Cesare»), Ruzante e Alfieri (tutto 11 finale dell'*Oreste»), I vari! brani saranno collegati tra loro da esibizioni di una com pagnia di pupi siciliani, da un colloquio con Danilo Dolci e da un balletto di Carla Pracci. La trasmissione al suo esordio di domenica scorsa s'è imposta come una cosa insolita, ad alto livello: certo, è una rubrica talmente composita ed appare talmente difficile poter fondere armonicamente in un assieme di risorse spettacolari frammenti teatrali e letterari di cosi grande valore e di cosi diversa natura che taluni squilibri sono impliciti. Ciò detto, rimane comunque uri fatto incontestabile: che «Il gioco degli eroi» si innalza in misura notevole sulla mediocrità e sulla «prudenza» dei programmi tv. Perché dunque non riconoscergli il merito che gli spetta, il valore di fondo che effettivamente ha, Invece di rilevarne 1 soli difetti che sono poi marginali? Contemporaneamente, sul se condo canale, per chi non può soffrire Gassman, Shakespeare e la poesia in genere, andrà in onda un film comico. Si tratta di un film senz'altro interessante, soprattutto come documento: «I cow boys del deserto » (1940) con 1 celebri fratelli Chico, Harpo e Grou cho Marx, che dovrebbe ancora contenere sequenze di comicità irresistibile, come quella, ormai classica, del treno In corsa che i tre demoliscono completamente per alimentare la locomotiva rimasta senza carbone. u. bz.