«Saevecke era duro e spietato» dice il vice-sindaco di Milano

«Saevecke era duro e spietato» dice il vice-sindaco di Milano «Saevecke era duro e spietato» dice il vice-sindaco di Milano L'on. Meda (de) ha avuto un colloquio con l'inviato di Bonn - Il funzionario tedesco conduce l'inchiesta sull'ex capitano delle SS (Dal nostro, corrispondente) Milano, 20 marzo." Il dott Gerard Wiedemann, incaricato dal governo di Bonn di accertare le responsabilità dell'ex capitano delle SS Theo Saevecke durante la sua permanenza a Milano nel 1943-45, ha riconosciuto oggi l'autenticità del curriculum vitae steso dal Saevecke il 25 giugno 1940, e nel quale l'ex ufficiale nazista si dichiarava appartenente alle SS. Il documento gli è stato mostrato dal dott. Giovanni Melodia, segretario generale dell'Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti,-nel corso di un colloquio avvenuto stamane. Il funzionario tedesco avrebbe dichiarato che il governo di Bonn non è in possesso di tale importante documento. Nei giorni scorsi il dottor Wiedemann avrebbe detto che Saevecke «non è colonnello né è mai stato capitano delle SS.- Egli era soltanto un di pendente della polizia criminale del Terzo Reich ». Oggi, invece, pare che l'inviato di Bonn abbia dichiarato che l'ex capitano delle SS aveva anche compiti di polizia poli tica, ad esclusione di tutto ciò che riguardava gli israeliti L'inviato del governo di Bonn si è incontrato oggi anche col vicesindaco di Milano, on. Lui gi Meda, democristiano, il quale ha confermato quanto aveva già dichiarato al giornalisti a metà febbraio. «Il colonnello tedesco — ha ribadito l'on. Meda, che fece parte del Cln di Milano — era duro, spietato, intransigente, mentre Walter Rauff, il suo superiore, appariva, almeno a Milano, conciliante. Da Saevecke dipendeva il reparto del carcere di San Vittore — cioè i "raggi" terzo, quinto e sesto —, che era completamente isolato ed era amministrato dal tedeschi». «I suoi più stretti collaboratori a San Vittore — ha proseguito Meda — erano i sottufficiali Clen e Cllmsen e il sergente Franz, un brutale seviziatore. Si deve a Saevecke quanto fu fatto a Milano dal novembre 1943 alla Liberazione contro gli antifascisti: la I|}lltfllllllllllllMfllll1IIIIflIllllllllllllllllllllllllll fucilazione dei nove partigiani,all'Arena l'antivigilia di Natale del 1943; l'inumano trattamento degli israeliti isolati al quinto "raggio" di San Vittore, ai quali era negata persino l'assistenza medica (una donna ebbe un bimbo in carcere senza che alcun medico potesse aiutarla); la cattura dei patrioti, gli arresti In massa degli operai dopo gli scioperi del marzo 1944; le deportazioni in Germania. Si deve a lui l'arresto di Poldo Gasparotto, del prof. Carpi, di don Pirovano, ora vescovo in Brasile, degli Industriali Donegani, Giustiniani- e Marmotta, del conte Prlnettl, del vicepodestà Pe- ,senti, del notaio Giorgio Pue- - cher, che deportato a Mautbausen mori di stenti il 21 aprile 1945. Teodoro Saevecke fu spietato sino all'ultimo»-. Saevecke pertanto non aveva solo compiti di polizia criminale ma anche politica: tutti 1 partigiani che furono interrogati da lui lo ricordano con la divisa di ufficiale delle SS. / L'Incaricato del governo di Bonn ha attentamente ascoltato il racconto del vicesindaco on. Meda e ha preso numerosi appunti. Domani il dott. Wiedemann dovrebbe incontrarsi con altri esponènti della Resi¬ stenza. g. m.