Il Premio Balzan al Papa in San Pietro il 10 maggio

Il Premio Balzan al Papa in San Pietro il 10 maggio Sarà consegnato con cerimonia solenne Il Premio Balzan al Papa in San Pietro il 10 maggio La notizia ufficiale comunicata da Zurigo - Discorso dei Papa sul compito dei sacerdoti - Di sé ha detto che intende « lottare sin che ci sono forze e respiro. Il riposo verrà nell'altra vita» (Dal nostro corrispondente) Città del Vaticano 19 marzo. Il premio Baizan per la pace verrà consegnato a Giovanni XXIII nella basilica di San Pietro, con solenne cerimonia, il 10 maggio. La notizia, proveniente da T .-.rigo, ha un suo interesse particolare perché conferma la volontà del Papa di voler attribuire al riconoscimento, che primo tra i pontefici, egli ha ottenuto, un significato non ristretto alla sua persona, ma esteso alla Chiesa che rappresenta e alla missione di pace che questa ha nel mondo. Nel pomeriggio di oggi, poco dopo le 17, il Papa è disceso in San Pietro per prestare atto di venerazione al nuovo beato bergamasco, Luigi Palazzolo, proclamato al mattino con una cerimonia durante la quale era stata data lettura del relativo breve apostolico. Giovanni XXIII, che appariva leggermente stanco a causa delle numerose cerimonie degli ultimi giorni, ha dapprima benedetto nella crociera di destra un nuovo mosaico rappre-, sentante San Giuseppe, portato a termine dalla Scuola del mosaico vaticano su disegno dell' artista milanese Achille Funi e, compiacendosi con quest'ultimo, ha detto: « Finalmente un San Giuseppe dall'aspetto giovanile >. All'altare della cattedra il Papa, contornato da sedici Cardinali e da una sessantina di Vescovi (tra questi il Primate ucraino Slipyj che per i postumi di un congelamento agli arti inferiori non poteva inginocchiarsi) ha assistito alla benedizione impartita dal Vescovo di Bergamo ed ha poi rivolto alle quindicimila persone presenti nel tempio un lungo discorso. Nelle tribune speciali, con i parenti del Papa ed 1 discendenti del Palazzolo, le due « miracolate » Generosa Fattaccio di Cagliari e Assunta Curnis di Bergamo, erano membri del corpo diplomatico. Il discorso del Papa è stato una esaltazione del sacerdozio cattolico. Ha definito moderna necessità apostolica la « prontezza a osare e a fare, a prodigarsi e a spendersi fino a morirne >. Più avanti, citando l'esempio di San Francesco che abbraccia il lebbroso, ha dichiarato: «La carità non si assume il compito di giudicare i tempi e gli uomini, le leggi e le tradizioni; ma in tutto mette il fermento della novità evangelica e precede ogni progresso civile e sociale, Io precede con passo sicur con intuito lungimirante >. Giovanni XXIII ha poi affermato che la missione sacerdotale, quale traspare dal mandato divino, «per sé non impone novità geniali, né la realizzazione di fatti straordinari; è esercizio di obbedienza, di povertà, di nascondimento, è distacco dalla famiglia e parentela, dagli interessi e dalle competizioni terrestri, è amore alla Chiesa e al popolo cristiano >. Nel discorso il Papa ha ripetuto l'impegno a condurre a termine il compito affidatogli: « Lottare e soffrire in ogni tempo ed in ogni luogo per il trionfo del regno di Dio, finché ci sono forze e respiro. Il riposo verrà nell'altra vita, nella beatitudine che contempla a faccia a faccia il Signore ». Giovanni XXIII ha concluso esortando tutti i religiosi a farsi « cooperatori fervidissimi di quell'auspicato balzo in avanti che la Chiesa dell'epoca presente, ritemprata dal Concilio Ecumenico, vuole compiere per il bene dell'umanità». Prima di lasciare il tempio, rivolgendosi a gruppi di Azione Cattolica intervenuti al rito il Papa ha affermato che «solo il primato di una vita soprannaturale può assicurare agli uomini rettitudine di intenzione » e può « rafforzare nel mondo le basi per un vero progresso, per la tranquillità nell'ordine». f. p.

Persone citate: Achille Funi, Curnis, Giovanni Xxiii, Luigi Palazzolo, Vescovi

Luoghi citati: Bergamo, Cagliari, Città Del Vaticano, Zurigo