Una società senza amore

Una società senza amore BIMBA Q E T TATA NELLA CISTERNA Una società senza amore Certi fatti di cronaca sono presto dimenticati; altri s'imprimono nella memoria, col loro orrore o col loro mistero, mai più ne usciranno. Vecchi, si ricorda quelli appresi da adolescenti. Non potrò mai scordare questo dei Loi: il contadino sarde onesto, lavoratore, analfabeta, che giunge in provincia di Asti, s'impiega come bracciante agricolo, sì rende conto che una mezzadria gli darebbe meno scarso pane; ma occorre per essa una famiglia. Torna al paese, si fa cercare dal parenti una sposa. Ahimè, la ragazza è incinta. Loi non è un sanguinarlo, non fa vendette, dice alla donna che al figlio dovrà pensare chi ne è il padre. La bimba nasce; Loi non la disconosce (probabilmente lirnora persino questa possibilità), solo insiste con la moglie che non lui, ma chi l'ha generata, deve provvedere alla piccola. La donna — che dalla cronaca pare buona madre, ha sempre la bimba in braccio — tergiversa, inventa storie al mai-ito, fa un viaggio in Sardegna per collocare la figlia: nessuno la vuole. L'uomo dà un ultimatum: fuori la intrusa: il figlio loro sta per nascere. La donna vaga nell'inverno, tra la neve, alla fine di una gravidanza; cerca chi voglia prenderle la bambina; non trova; non sa spiegarsi; la' getta in una cisterna. Tragedia paurosa; tutti ci sentiamo colpevoli. In questa società dagli aspetti sfarzosi, dove vediamo tanto tanto superfluo, c'è cosi poco amore, che nessuno ha intuito la tragedia della donna, nessuno ha saputo superare la difficoltà del dialetto per capirla, per porgerle una mano. Tutte le nostre istituzioni giuridiche erano avverse: non ci si può sbarazzare di un figlio legittimo — questa connotazione favorevole della legittimità può talora divenire palla al piede —; probabilmentr. ciascuno di noi se si presen' asse alla porta una donna che ci chiedesse di prenderle una bimba di un anno, penseremmo, anche i più generosi, anche i più amanti della infanzia, alle possibili complicazioni legali, ad un reato di cui rischieremmo di vedevei poi imputati. Ma un santo non avrebbe esitato. Quanto poco amore nel mondo e quante forze congiurate contro l'amore. Raffaele Loi è disposto a perdonare alla ragazza che ha trovato già madre, a tenerla come compagna della vita. Ma si sentirebbe ridicolo, ferito nel suo amor proprio di povero per cui quello del pane quotidiano è il problema assillante, se spendesse per la bambina non sua qualche po' del misero guadagno. Il sentire diffuso, l'amor proprio, quella terribile tara, quella maledizione nazionale ch'è la paura di essere < fessi >, vince quasi sempre sul comandamento cristiano dell'amore. Raffaele Loi e Bonina Piras sono nostri contemporanei; vestono i nostri abiti, e per molti lati sentono come noi; senza il fatto delittuoso, probabilmente sarebbero andati alle urne, tra qualche settimana. Ma sotto altri aspetti appartengono ad una umanità antichissima, anteriore ad ogni storia. Lui, agli uomini alle prese con una mai saziata fame, dinanzi a cui la vita degli altri nulla doveva contare; forse già sentivano la famiglia, l'istinto di - proteggere i figli; insensibili per altro alle grazie della infanzia. Lei, alla donna per cui 11 comando del suo uomo è legge suprema. Perché non dubito dello schianto di questa madre nell'uccidere la creatura che aveva portato in grembo, allattato, tenuta per un anno tra le braccia. Ma al suo uomo non poteva resistere, non poteva concepire altra vita che accanto a lui, servendolo. Probabilmente la disperazione, la ineluttabilità della obbedienza, erano accresciute dal trovarsi in un paese non suo, tra gente che non la comprendeva. Non vorrei essere tra i giudici dei Loi. Si possono giudicare dei contemporanei, non chi ci è lontano di oltre quaranta secoli. Più penso a questo fatto di cronaca, più mi ritraggo spaurito: viviamo accanto, vestendo gli stessi panni, compiendo gli stessi gesti, uomini e donne che apparteniamo ad epoche diverse della storia umana. E manca l'amore, la sola forza che permetta di comunicare tra uomini di differenti civiltà, con differenti tavole di valori. Civiltà cristiana questa, in cui nessuno ha saputo illuminare Raffaele Loi. porgere la mano a Bonina Piras? A. C. Jemolo

Luoghi citati: Asti, Sardegna