Malato s'appicca il fuoco ai vestiti poi si spara due rivoltellate al capo

Malato s'appicca il fuoco ai vestiti poi si spara due rivoltellate al capo Malato s'appicca il fuoco ai vestiti poi si spara due rivoltellate al capo Un commerciante di 61 anni: è in fin di vita - Soffriva di artrite ma era convinto di avere un male incurabile - Il raccapricciante tentativo di suicidio al cimitero di Venezia (Dal nostro corrispondente) Venezia, 13 marzo. Un commerciante in vini è tra la vita e la morte in seguito ad un raccapricciante tentativo di suicidio. Convinto di essere affetto da male incurabile, stamane egli si è recato in un punto deserto del cimitero e si è cosparso il corpo di benzina. Poi con una mano ha fatto scattare un accendino da gas e con l'altra si è sparato fine colpi di pistola alla tempia sinistra. Il divampare improvviso del fuoco gli ha fatto mancare la mira. Un proiettile è andato a conficcarsi in un muro e l'altro lo ha ferito soltanto di- strìscio. Protagonista dell'impressionante episodio è Giuseppe Poli, dì 61 anni, abitante alla Bragora, vedovo, che vive con due figlie ed un figlio. Persona nota e stimata, negli ultimi tempi il Poli si era lagnato con parenti ed amici dell'artrite cronica che gli deformava le mani e ì piedi. Il commerciante, però, non credeva alla diagnosi dei medici: era convinto che il suo fosse un altro male, assai più grave. Pare che l'uomo avesse preparato da tempo il suicidio, scegliendo con cura 1 mezzi e il luogo. Stamane, egli è uscito di casa portando una borsa nera nella quale aveva posto 11 ■ I II 11111 II 111111 ti I II 111111111111 ■ f ■ 111 tlltllltl una bottiglia contenente un li- iltro di benzina, un accendino 11da gas, una pistola e quattro lettere dirette ai familiari, a un amico e all'autorità giudiziaria. Il Poli è andato alle Fondamenta Nuove, è salito^ in vaporino e ha raggiunto l'isola di S. Michele, che è il camposanto di Venezia. Passando dal cancello d'ingresso, si è fermato a scambiare qualche parola con il portiere, suo conoscente. «Mi sento un po' male, — ha detto il commerciante — ma speriamo che non sia nulla». E così dicendo gli ha mostrato una mano gonfia. Poi ha attraversato il cimitero sino al forno crematorio, che sorge isolato ad un'estremità dell'isola. Dietro un muretto il Poli si è tolto il cappotto e la giacca e quindi si è cosparso di benzina, inafflandosi con la bottiglia dalla sommità del capo. Ha atteso qualche attimo, affinché il liquido gli inzuppasse anche i pantalóni. Tenendo la pistola nella destra e l'accendino nella sinistrai l'uomo ha poi appiccato il fuoco alla camicia e subito si è sparato i due colpì di pistola, accasciandosi sul terreno erboso. Al di là del muretto, due operai che stavano riparando il forno crematorio hanno sentito i colpì e sono accorsi. Il Poli, tutto avvolto dalle fiamme, non aveva ancora perduto 1 sensi. Uno degli operai è corso a chiamare aiuto e l'altro ha tentato di spegnere il fuoco servendosi del proprio berretto, non pensando, nell'orgasmo, di usare il cappotto del suicida che era lì accanto. Arrivarono affossatori, guardiani e poi i carabinieri. Per trasportare il Poli all'ospedale si dovettero chiamare i vigili del fuoco perché le autoambulanze erano tutte fuori. Durante il trasporto, il commerciante non faceva che chiedere perdono. I medici disperano di salvarlo. a> | phcseUnbcsl'cdcdvcarestnrtepl'dIICssgflane

Persone citate: Giuseppe Poli, Malato

Luoghi citati: Venezia