Assolto il padre scolopio di Firenze che ha difeso l'obiettore di coscienza

Assolto il padre scolopio di Firenze che ha difeso l'obiettore di coscienza Un giornale aveva pubblicato la sua Intervista Assolto il padre scolopio di Firenze che ha difeso l'obiettore di coscienza L'accusa era di apologia di reato per aver scritto che «in caso di guerra ingiusta il cattolico avrebbe il dovere di disertare» - Il tribunale accoglie la tesi del Pubblico Ministero che «non è apologia esaltare un'idea, perché non si può chiudere la bocca al pensiero» (Dai nostro corrispondente) . Firenze,, 7 marzo. Dinanzi alla prima Sezione del Tribunale penale, sono comparsi stamattina lo scolopio padre Ernesto Balducci e il direttore del Giornale del mattino, Leonardo Pinzatiti, a rispondere dell'imputazione di apologia di reato, per avere scritto il primo e pubblicato il secondo una intervista di commento alla condanna inflitta dal Tribunale militare territoriale all'obiettore di coscienza cattolico Giuseppe Gozzini di £7 anni, da Cinisello Balsamo (Monza). Il giorno dopo il processo don Luigi Stefani, assistente diocesano della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, inviò una lettera al giornale La. Nazione nello quale sosteneva che l'atteggiamento del Gozzini era contrario ai principi morali della Chiesa, principi improntati all'obbedienza alle autorità legittime dello Stato. A padre Stefani replicò padre Balducci il quale, nell'intervista concessa, sostenne che « per quanto riguarda l'obbligo di obbedire alla Pàtria, allorché essa chiama alle armi, anche esso è subordinato alla giustizia naturale», e aggiunse: «La Chiesa ha sempre adottato la nozione di guerra giusta e di guerra ingiusta. Solo in questi ultimi tempi, cioè dopo l'invenzione delle armi nucleari, essa ha in maniera autorevole dichiarato che una guerra totale sarebbe inevitabilmente ingiusta II che significa che nel caso di una guerra totale 1 cattòlici avrebbero non dico il diritto ma il dovere di disertare ». Qualche giorno più tardi al Procuratore' della Repubblica arrjvò un esposto a firma Francesco Bacci, Guglielmo Francois e Giulio Schettini, che ipotizzava per padre Balducci il reato di istigazione di militari a disobbedire alle leggi e di eccitamento al dispregio e vilipendio delle istituzio ni, delle leggi e degli atti delle autorità. Dopo attento esame da parte della magistratura il P. M dott. Romani e il giudice istrut mèstore dr. Alessandri formularo-\no una richiesta di prosctogli-imento chiedendo l'archiviazio¬ ne della pratica. Ma il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Firenze dr. Perfetti disponeva personalmente per la citazione a giudizio direttissimo (trattandosi di reato compiuto a mezzo della stampa) sia di padre Balducci che del direttore del Giornale del mattino (quest'ultimo per avere omesso il controllo sul contenuto dello scritto) perché rispondessero di apologia di reato in base all'ultima parte dell'articolo 414 c. p. Questa mattina l'udienza è cominciata cinque minuti pri¬ ma di mezzogiorno, perché si \ è dovuto aspettare che fosse terminato un altro processo che si teneva nell'aula della prima sezione penale. Don Balducci e il dr. Pinzauti sono quindi «aliti sul banco degli imputati. Presiedeva il processo il dr. Failla, P. M. il dr. Fileno Carabba. Difensore l'avv. Carli. E' stato interrogato per primo padre Balducci. <.Devo dichiarare — ha detto — ohe il capo di imputazione a mio carico è costituito da frasi staccate dal contesto mentre per apprezzare il senso dell'intervista da me concessa necessita prendere visione di tutto il discorso il cui senso non è cosi duro come può apparire. L'intervista fu fatta non subito dopo la sentenza, ma dopo una valutazione teologica del fatto: violando le leggi dello Stato, era stato affermato da altri, si violano anche le leggi morali della Chiesa. La mia intervista invece ha voluto esporre i principi della morale cristiana sul punto che è illecito partecipare a una guerra in giusta (quale guerra ingiusta la nostra stessa Costituzione prevede, ad esempio, quella di aggressionej sostenendo anche che in uno Stato democratico ogni cittadino deve esercitare \,n sua ione combattere i.-. .-.._f_,- j-„_ j_ il principio delia guerra ingiusta ». Circa l'apologia di reato che sarebbe stata contenuta particolarmente in una frase della sua intervista, padre Balducci ha affermato che nella sua dichiarazione non vi era nemmeno implicita una condanna della legge che considera reato quello commesso dall'obiettore di coscienza, ma vi era solo l'espressione dell'auspicio di una legge ancor più rispettosa della coscienza individuale. In particolare sulla parola € disertare » padre Balducci ha detto che essa non va intesa nel significato tecnico ma deve avere un senso omogeneo al contesto. Dopo alcune contestazioni del Presidente è stato udito il dr. Pinzauti il quale ha affermato che l'intervista di padre Balducci era stata da lui sollecitata per rispondere in termini teologici alle dichiarazioni di un altro sacerdote che gli aveva scritto una lettera esprimendo giudizi sull'obiettore di coscienza. Non sono stati sentiti testimoni. Subito ha pronunciato la sua arringa il P. AL, il quale ha sostenuto che non esiste nel caso in esame il reato di apologia e ha chiesto l'assoluzione dei due imputati perché il fatto non sussiste. «La legge — ha detto il pub blico ministero — non può chiù dere la bocca alla discussione e al pensiero. Non si può accusare di apologia di reato chi esalta idee, ma solo chi esalta fatti criminosi che siano stati commessi. E' apologia la lode di un fatto concreto che costituisca delitto, la suggestione esercitata allo scopo di toglie re una scelta. Padre Balducci, nel suo scritto, non ha fatto questo. Egli ha esposto ai suoi lettori un antico problema: esiste qualcosa che venga prima e sia più forte dello Statot «71 problema — ha aggiunto il pubblico ministero — è tremendo,-ma esiste. Sollevandolo sulle colonne di un giornale, il religioso ha compiuto una azione, a mio avviso, perfettamente lecita. Io potrei non essere d'accordo con la sua impostazione del problema di obiezione di coscienza, in po trei combattere le sue idee nelle piazze, con i comizi, ma non posso combatterle coll'articolo ili del codice penale, quello dell'apologia di reato, quello per cui padre Balducci è qui, davanti ai giudici ». Il difensore avv. Carli ha pronunciato poche parole ri mettendosi completamente alle conclusioni del P. M. Il tribunale si è quindi ritirato in camera di consiglio ed è rientrato in aula dopo due ore e 10 minuti. Il presidente ha dato lettura della sentenza con la quale padre Ernesto Balducci e Leonardo Pinzauti erano assolti perché il reato loro imputato non sussiste. g. c. Padre Ernesto Balducci in Tribunale a Firenze (Tel.)

Luoghi citati: Cinisello Balsamo, Firenze, Monza